Dare vita ai quartieri di Bellinzona

Bellinzona-Giubiasco. Questo è l’asse su cui ruotano tutte le proposte che stanno emergendo in questa campagna elettorale. La cultura e l’amministrazione in zona San Biagio, così come i grandi quartieri abitativi e altri importanti servizi privati si snodano tra il piazzale della stazione e la Piazza Grande a Giubiasco. E gli altri quartieri non hanno nulla da offrire? Probabilmente l’essere “fuori asse” non li rende idonei per lo sviluppo di contenuti economici e sociali tanto che, negli anni 60, “si sono aggiudicati” l’autostrada con la conseguente preclusione agli spazi adiacenti il fiume Ticino. Oggi però possono sicuramente offrire degli spazi di aggregazione sociale. Si pensi al nuovo centro al Ciossetto, realizzato dal vecchio Comune di Sementina con l’intento di offrire alla propria popolazione uno spazio adatto agli eventi pubblici, e all’ex convento delle Agostiniane a Monte Carasso. Fondato nel 1450 è stato chiuso e abbandonato al degrado attorno alla metà del XIX secolo, per poi rinascere circa cento anni dopo all’interno del quadro di rinnovo totale del nucleo centrale del paese. Il progetto dell’architetto Snozzi ha puntato a una valorizzazione del centro storico che ha portato alla trasformazione del monumento in un moderno centro comunale che ospita varie attività pubbliche e religiose (scuole elementari, chiesa e cimitero) ed eventi di diverso genere. Oggi si può dire che la scelta è stata vincente e che l’ex convento è diventato il patrimonio pubblico del quartiere di Monte Carasso. Scegliere di integrare questi importanti centri e quelli più piccoli degli altri quartieri nella pianificazione degli spazi pubblici della Nuova Bellinzona, significherebbe riconoscere l’importanza di tutti i vecchi Comuni. Come tutti sappiamo, la nostra Città è il risultato attuale dell’evoluzione storica, politica e sociale di 13 quartieri distinti che hanno arricchito il vecchio nucleo non solo di abitanti e forze politiche, ma anche di spazi e strutture. Quest’ultimi potrebbero essere fruiti da tutta la popolazione della nuova Bellinzona come spazi aggregativi.
Per la nuova città, seguire l’esempio virtuoso dell’ex convento e sviluppare un centro dinamico in ogni quartiere, come previsto nel programma di agglomerato del Bellinzonese, potrebbe favorirne la vitalità. Un altro stimolo per la valorizzazione dei centri della sponda destra sarà la migliorata accessibilità data dal semi-svincolo, di prossima apertura, che avvicinerà la Città a Locarnese e Luganese. In fin dei conti, affinché non perdano vita, bisogna dare vita ai quartieri. Per questo, l’ente pubblico deve sviluppare le infrastrutture che garantiscano uno spazio d’incontro per tutti gli abitanti.