Di pensiline cenerentole e voti popolari

Bellinzona, capitale cantonale, ce l’ha. E anche Lugano, che del Cantone è la capitale economica. Chiasso e Mendrisio non sono da meno, così come Giubiasco e Biasca. Ma perché allora Locarno non dovrebbe avere un moderno nodo intermodale, cioè un’infrastruttura che consente di passare comodamente da un mezzo di trasporto all’altro? Della pensilina dei bus alla stazione FFS situata sul territorio di Muralto si parla ormai dal 2016. Nove anni di studi, approfondimenti, progetti alternativi e ricorsi. Non si può dire che la materia non sia stata studiata fin nei minimi dettagli. E invece no. C’è chi si oppone dicendo che il progetto scelto è tutto sbagliato perché, questo il suo peccato originale, va a compromettere un comparto di pregio qual è quello di viale Cattori, l’ottantina di metri di ciottolato che dal lungolago sale verso la stazione.
La trasformazione di quel «boulevard» in un mero asse di transito percorso giornalmente da 250 rumorosi ed ingombranti autobus è un vero e proprio scempio, sostengono i promotori del referendum. Un intervento che darà lustro al comparto, ribattono i sostenitori del progetto. Per viale Cattori si prevede un ampio spazio diviso in due da alberi: da un lato il traffico motorizzato (ridotto) e dall’altro pedoni e ciclisti. Contestata anche la mancata soluzione per l’attraversamento pedonale di viale Stazione e l’assenza di un autosilo. Anche se quella scelta, come l’ha definita qualcuno, è la soluzione meno peggiore tra tutte quelle prese in considerazione, ha comunque un pregio: far sì che Locarno si scalzi di dosso l’appellativo di Cenerentola del Ticino. Già è l’unico polo urbano che non ha un collegamento autostradale con gli altri poli cantonali. Ora si tratta di decidere se dovrà continuare ad essere, in attesa di una soluzione migliore, anche l’unico centro senza un nodo intermodale. Una decisione che dovranno prendere non solo i locarnesi, ma tutti i votanti del cantone: il referendum contesta infatti il credito di 7,1 milioni approvato dal Gran Consiglio quale contributo alla costruzione dell’opera da quasi 17 milioni. Il verdetto lo sapremo il 15 giugno.