I mercati razionali

Le Borse mondiali rimangono nel complesso a livelli elevati e, come spesso accade, una parte di operatori ed analisti ricomincia a parlare di euforia irrazionale. Concetto questo che ha una sua debolezza. Intanto perché se si parla di rialzi irrazionali allora bisognerebbe parlare anche di ribassi irrazionali, quando questi si manifestano, la qual cosa in genere non viene proprio fatta. La categoria dell’irrazionalità nella gran parte dei casi si applica solo ai rialzi e questo è sbagliato. La verità è che il razionale e l’irrazionale sono presenti sui mercati come nella vita e nelle diverse fasi può essere prevalente ora l’uno ora l’altro, comunque non sempre e solo in un’unica direzione.
Se poi entriamo nel merito e guardiamo a cosa sta succedendo in questa fase, ebbene possiamo vedere come i forti rialzi delle Borse trovino agganci in elementi concreti. I mercati azionari stanno mostrando nuovamente una loro razionalità. Ciò non significa che si andrà sempre e comunque al rialzo, è chiaro che gli indici devono di tanto in tanto anche scendere, significa però che si sta confermando la tendenza al rialzo nel lungo periodo, che ancora una volta contraddice le analisi catastrofiste. Non sempre si può guadagnare in Borsa, dipende naturalmente da come e su cosa si investe oltre che ovviamente dai tempi di entrata e di uscita, ma se si ragiona su una media si può vedere come il trend di fondo sia positivo.
L’indice borsistico mondiale Msci Acwi in dollari USA è in questi giorni tra 425 e 430 punti, ai suoi massimi e in rialzo del 20%-25% rispetto ad un anno fa. Alcune Borse guadagnano di più e altre di meno, ma questo è il quadro complessivo. È una situazione senza fondamento, di prevalente irrazionalità appunto? Non è così. Ci sono parecchi motivi che supportano la razionalità del trend al rialzo. Ne citiamo qui tre. Il primo è l’andamento della gran parte delle economie, che in sostanza stanno crescendo ma non troppo. E una crescita economica moderata è ciò che auspicavano i mercati. Infatti, questo significa da un lato che la recessione internazionale, dai pessimisti data come certa, in realtà non c’è; dall’altro, che la crescita, essendo contenuta, può consentire di non interrompere la graduale discesa dell’inflazione e dunque di non rimandare all’infinito gli attesi tagli ai tassi di interesse.
Il secondo motivo va rintracciato nei conti delle società quotate relativi al primo trimestre di quest’anno, che hanno confermato la resilienza di molte imprese, emersa già nel corso del 2023. Gli utili nel complesso sono cresciuti e le aspettative prevalenti tra gli analisti sono state superate. Negli Stati Uniti è andato oltre le attese circa l’80% delle società che hanno pubblicato i conti, in Europa circa il 60%. Di nuovo, ci sono imprese che vanno molto bene e altre che vanno meno bene, ma questo è il quadro generale. I riflessi in Borsa sono chiari, ci sono settori che registrano forti rialzi e altri che non ne registrano o ne registrano di minori, ma nel complesso le opportunità di investimento non mancano e la maggior parte dei listini azionari resta quindi a livelli alti.
Il terzo motivo è la liquidità ampia ancora presente. Nonostante le principali banche centrali – a cominciare dalla Federal Reserve americana e dalla Banca centrale europea – abbiano drenato liquidità contro l’inflazione, nel mondo c’è ancora tanto denaro da investire. E i mercati azionari rimangono un punto di riferimento importante. Va ricordato che il rendimento di un investimento in Borsa si misura sul valore acquisito dal titolo, sì, ma anche sul dividendo che questo titolo ha. Esistono naturalmente altre forme di investimento al di fuori dei listini azionari, ma pur in un contesto di larga diversificazione le Borse continuano ad avere un ruolo di rilievo. I rischi maggiori vengono da un lato da geopolitica e conflitti bellici, dall’altro da andamenti dei consumi eventualmente molto inferiori alle attese e quindi tali da frenare troppo le economie. Il primo rischio è imponderabile, ha indubbi riflessi negativi ma è stato di fatto sin qui contenuto grazie al prevalere della tenuta delle economie. Il secondo rischio certo esiste, ma non ha per ora molte probabilità di concretizzazione. Come si è visto, ci sono problemi ma molte delle previsioni più funeree non sono diventate realtà, quantomeno in economia.