L'editoriale

Joe Mansueto e la ricerca della felicità

Quali impressioni ha lasciato il patron bianconero dopo la sua prima visita ufficiale?
Massimo Solari
25.05.2022 18:50

Ricordate La ricerca della felicità? Sì, la pellicola di Gabriele Muccino con Will Smith nella veste dell’aspirante broker Chris Gardner. A un certo punto del film, il protagonista cerca di avvicinare uno degli uomini più facoltosi di San Francisco. Al netto dei mezzi a disposizione, una persona buona e persino altruista. Da stagista, mettere le mani sul suo patrimonio equivarrebbe a dare un nuovo senso alla vita. A renderla felice, per l’appunto. «E pensavo a Walter Ribbon e ai suoi fondi pensione della Pacific Bell. Milioni di dollari. Erano la strada per andare altrove» recita la voce narrante. Ecco, Joe Mansueto ci ha ricordato proprio Walter Ribbon. Una figura, cioè, in grado di far svoltare le esistenze. A differenza di Chris Gardner, il FC Lugano ha avuto questa immensa fortuna. Un privilegio, anche. E a confermarlo, in modo inequivocabile, è stata la presentazione del proprietario americano al LAC. Cinquanta minuti intensi, appassionanti e – come l’oratore in scena – appassionati. Le domande poste sono state numerosissime; le risposte spesso lunghe più di un minuto e soprattutto pervase da competenza e conoscenza dell’argomento. Quanto si era potuto percepire lo scorso agosto, ad acquisizione del club ufficializzata e con un intervento via Zoom, è stato decisamente rafforzato durante l’evento in riva al Ceresio. A Cornaredo è sbarcato un imprenditore di spessore. Serio e visionario. E ciò al netto degli oltre 5 miliardi in banca, che va da sé contribuiscono – eccome – sia alla serenità, sia alle ambizioni della società bianconera.

Certo, di fronte ai giornalisti Mansueto ha saputo recitare alla perfezione il copione. Nei suoi ringraziamenti, per dire, non ha scordato nessuno. Così come ha ritenuto utile rammentare il percorso professionale vertiginoso, l’amore per il calcio trasmessogli dai figli, l’incondizionata fiducia nelle persone. Insomma, tutto molto bello e rassicurante. Non è però grazie ai modi – educatissimi –, che il numero uno del Lugano ha rapito, una volta di più, chi aveva di fronte. No, sono il progetto e i tempi pianificati per sviluppare il club che meritano la massima considerazione. Per intenderci, quel «sono qui per restare e investire a lungo», chiarito in entrata e a ragion veduta. Ma altresì il concetto di «razionalità», accostato alle diverse sfaccettature della realtà sportiva presa in custodia meno di un anno fa. Non è un proprietario che ha fretta, Joe Mansueto. E il fatto di considerare inaspettata la vittoria in Coppa Svizzera, e al contempo di non mostrare particolare preoccupazione per l’ennesima stagione scricchiolante dei Chicago Fire, è lì a dimostrarlo. Il Lugano, tradotto, crescerà senza strappi e colpi di testa: nelle infrastrutture, a livello di budget e – si spera di riflesso – pure in termini competitivi. «If that makes sense» ha ripetuto Joe ancora e ancora. Di più: lo sviluppo dei bianconeri sarà possibile grazie alla cura di un gruppo che non ha altri interessi. «Non vogliamo investire al di fuori del calcio e dei suoi addentellati: nessuna speculazione immobiliare, per esempio. Preferiamo restare focalizzati». Okay, forse saremo ingenui a credergli sulla parola; una delle risposte più importanti di Mansueto – a nostro avviso – è tuttavia stata questa.

E a proposito di ingenuità. Lo stesso patron del Lugano – e lo sottolineiamo senza cattiveria – ne è in parte ammantato. Ci vengono in mente più dichiarazioni. Dagli elogi riservati, nonostante tutto, al vecchio stadio Cornaredo: «Che campo in ottime condizioni. E poi il panorama che si può scorgere, anche in tv, a sud dell’impianto…».  All’appunto mosso sulla situazione poco felice della franchigia controllata in MLS. «I Fire non hanno problemi, preferisco parlare di sfide». Oppure lo sguardo estasiato e le parole al miele («È un calciatore fantastico ma anche una persona splendida») quando si è trattato di descrivere Xherdan Shaqiri, a 30 anni giocatore più pagato della lega: 7,35 milioni di dollari all’anno e circa 800.000 al momento della firma del contratto. Insomma, ci siamo capiti. A muovere Joe, d’altronde, è un amore smisurato per il soccer. E in fondo chi siamo noi per giudicare il valore di un simile coinvolgimento, umano ed economicamente conseguente ai soldi a disposizione. Anzi, è doveroso ribadire quanto suggerito in avvio. Come Mansueto si sente «onorato» di possedere il Football Club Lugano, la piazza deve essere grata a chi – l’estate scorsa – ha salvaguardato una creatura difesa per anni con i denti, ma pure ferita nel profondo. E allora thank you Joe. Torna a trovare Lugano quando vuoi.

In questo articolo:
Correlati