L'editoriale

Le sbandate di Joe Biden peseranno sul voto USA

I democratici sanno i rischi che corrono nella corsa alla Casa Bianca a causa delle «sviste» del presidente e per questo i responsabili della campagna elettorale cercano di vigilare con la massima attenzione sulle sue uscite pubbliche,
Osvaldo Migotto
10.02.2024 06:00

Lo scorso 4 febbraio l'attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, ha stravinto le primarie democratiche in South Carolina ottenendo il 96,5 per cento dei voti per la sua candidatura. Ma la corsa verso un nuovo mandato si sta facendo sempre più irta di ostacoli per l'anziano capo di Stato; il peso dei suoi 81 anni si fa sempre più sentire, e i repubblicani di Donald Trump non perdono occasione per attaccarlo, sostenendo che le sue ripetute gaffe testimonino la sua incapacità a guidare il Paese.

L'ultimo attacco, in ordine cronologico, contro il presidente USA è giunto da parte di un esponente di rilievo del GOP (Grand Old Party) dopo la recente presentazione da parte del procuratore speciale Robert Hur (repubblicano) del rapporto inerente alla vicenda dei documenti riservati conservati da Biden, al termine del mandato quale vicepresidente, in un suo garage e in un suo vecchio ufficio. Per tale vicenda il procuratore speciale non ha chiesto l’incriminazione dell'attuale presidente, tuttavia ha precisato che nella sua indagine ha trovato un Biden con capacità mentali così ridotte da non ricordare le date della sua vicepresidenza sotto Barack Obama e della morte di suo figlio Beau per cancro nel 2015.

Mike Johnson, speaker della Camera dei Rappresentanti, nonché stretto alleato di Donald Trump, ha colto la palla al balzo affermando che Biden "un uomo del tutto incapace di assumersi la responsabilità per aver gestito in modo improprio informazioni riservate non è certamente adatto allo Studio Ovale". Chiaramente di parere opposto l'attuale «Commander in chief» che ha risposto per le rime alle dichiarazioni poco lusinghiere nei suoi confronti rilasciate dal procuratore speciale Hur. In un discorso televisivo un Biden visibilmente irritato ha tra l'altro affermato: «Voglio spiegarlo bene, una volta per tutte: sono evidentemente un uomo anziano, ma so ancora cosa sto facendo. Non ho problemi di memoria».

Resta il fatto che sempre nella conferenza di giovedì sera, interpellato sul conflitto a Gaza, il presidente USA ha fatto riferimento a discussioni sugli aiuti umanitari con «il presidente del Messico, Sissi», mentre  in realtà intendeva riferirsi al capo di Stato egiziano. Un'ennesima gaffe dunque, anche se in tale ambito il leader dei democratici è in buona compagnia, visto che lo scorso mese di gennaio Donald Trump durante un comizio in New Hampshire aveva confuso la sua rivale alle primarie repubblicane Nikki Haley, già ambasciatrice alle Nazioni Unite sotto la sua amministrazione, con la leader democratica Nancy Pelosi, ex speaker della Camera dei rappresentanti.

Queste sono le conseguenze di una corsa alla Casa Bianca che ha messo in pole position due candidati «diversamente giovani», per usare un eufemismo in voga ai giorni nostri. Certo, il tycoon ha dalla sua parte la migliore agilità nei movimenti e la capacità, sperimentata per decenni nel mondo degli affari, di vendersi per quello che non è. Ciò non toglie che a molti americani Trump continua a piacere, grazie alla sua abilità comunicativa e alle sue promesse allettanti.

Vi è poi da chiedersi se alla fine a rendere più facile la corsa alla Casa Bianca del tycoon non possa contribuire la debolezza del suo rivale democratico. A novembre il presidente USA in carica più anziano di sempre compirà 82 anni e ora, dopo la sua ennesima gaffe, i repubblicani punteranno più che mai sulla sua inaffidabilità per favorire la vittoria di Trump, a sua volta accusato dai democratici di essere un pericolo per la democrazia dopo l'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.

I democratici sanno i rischi che corrono nella corsa alla Casa Bianca a causa delle «sviste» di Joe Biden e per questo i responsabili della campagna elettorale cercano di vigilare con la massima attenzione sulle sue uscite pubbliche, consci che ogni sbandata del loro candidato potrà favorire il rivale repubblicano.

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