Risanamento energetico degli edifici: risultati mediocri, ci vuole molto di più

Con l’introduzione della tassa incentivante sulla CO2 è stato creato un programma di sussidiamento per il risanamento termico degli edifici (Programma edifici), finanziato da un terzo della tassa (450 milioni all’anno) più una parte di competenza dei Cantoni.
A prima vista, considerando la diminuzione delle immissioni di CO2 da combustibili, che è effettivamente molto migliore che da carburanti, si potrebbe desumere che il Programma Edifici sia un successo.
Nei fatti lo scorso anno sono stati risanati parzialmente o totalmente meno di 10 mila edifici, nei quali sono stati eliminati 5642 riscaldamenti a nafta o gas. Ma il numero di edifici da risanare è di molto superiore: con oltre 2 milioni costruiti prima del 1980, tre quarti riscaldati a fossili di cui un milione da risanare urgentemente, di questo passo ci vorranno 100 anni per arrivare a zero CO2.
La diminuzione del CO2 da combustibili degli ultimi 20 anni è soprattutto dovuto al rinnovo dei bruciatori a condensazione e al passaggio a dalla nafta al gas.
Il Programma edifici pur disponendo di 450 milioni all’anno nel 2020, anno record, ne ha erogati solo 300; questo perché una parte dei sussidi è condizionata da equivalenti contributi cantonali che mancano (Ticino presente fra i migliori) e perché i sussidi coprono circa il 20 % dei costi e molti proprietari non hanno i mezzi per metterci l’80%.
Ad esempio, se analizziamo gli edifici mono-familiari chi ha un reddito modesto, di regola ipoteca medio-alta e senza mezzi liquidi propri, sovente non ottiene nemmeno l’aumento ipotecario per finanziare l’investimento, di conseguenza non potrà mai risanare la propria casa.
Solo chi ha un reddito imponibile elevato e dispone o di mezzi finanziari propri o accesso a nuovo credito ipotecario, può risanare. Oltretutto con un’imposta marginale del 20-35% beneficia di un’equivalente notevole riduzione sulle imposte sul costo dell’investimento che si aggiunge al contributo del Programma edifici attorno al 20%.
Se in futuro vogliamo risanare almeno il 3% degli edifici per anno invece dell’attuale 1% è chiaro che i sussidi del Programma edifici per gran parte dei proprietari non bastano.
L’aumento dal 2021 della tassa CO2 a 120 franchi alla tonnellata porterà temporaneamente il 25% in più (poi scenderà con la diminuzione dei consumi alla quale miriamo), ma non basterà lontanamente. Per stimolare più risanamenti ci vorranno altri mezzi se i 450 milioni attuali attivano solo l’1% per 300 milioni di sussidi erogati (in media 30 mila franchi per caso). Una stima grossolana con un aumento del 50% dei sussidi per caso per passare dai 10 ai 30 mila casi per anno, ci vorrebbero 1350 milioni. Cifra indicativa, ma che dà l’idea di cosa ci possiamo aspettare se vogliamo effettivamente raggiungere l’obiettivo zero CO2 nel 2050. Intanto, secondo le prime indicazioni, la Confederazione intende proporre l’aumento dei sussidi per il cambiamento del sistema di riscaldamento da fossile a rinnovabile.