L'editoriale

Schlein novità positiva per l'Italia

Tutto si può dire della scena politica italiana meno che sia noiosa e scontata: in pochi mesi è avvenuta una non trascurabile rivoluzione
Ferruccio de Bortoli
Ferruccio de Bortoli
04.03.2023 06:00

Tutto si può dire della scena politica italiana meno che sia noiosa e scontata. In pochi mesi è avvenuta una non trascurabile rivoluzione. La prima donna a capo di un governo, Giorgia Meloni, 46 anni, per giunta erede di un partito di estrema destra escluso dall’arco costituzionale del Dopoguerra. E, da domenica scorsa, a sorpresa, la prima donna alla guida del Partito democratico, tormentata sintesi del novecentesco centrosinistra, che non ebbe mai guida femminile. Elena Ethel Schlein, 37 anni, nata a Lugano, passaporto svizzero e americano oltre che italiano, ha battuto nelle primarie della principale forza d’opposizione, Stefano Bonaccini. Il presidente della Regione Emilia e Romagna aveva ottenuto la maggioranza del voto degli iscritti. Esito ribaltato nelle urne aperte a tutti. Il paradosso è che i non iscritti hanno scelto Elly Schlein che al Pd si era appena associata per diventarne la leader. E, ulteriore paradosso, la nuova segretaria è stata gattopardescamente appoggiata da molte delle correnti del partito che, nel suo programma, lei vorrebbe smantellare. Ma la novità ha prevalso sulla continuità.

Di opposizioni al governo Meloni l’Italia ne ha almeno tre (meglio abbondare). E se con la segreteria di Enrico Letta, il Pd esprimeva, pur nelle sue tante divisioni interne, un profilo riformista e atlantista, convergente al centro, con Schlein il timone vira decisamente a sinistra. Il partito si avvicina al movimento Cinque Stelle, con il quale la sinistra del Pd sostiene da tempo la necessità di un’alleanza strategica. Il dialogo è possibile su alcuni punti chiave, come la necessità di un salario minimo e una posizione più intransigente nella lotta al riscaldamento climatico. L’ex premier Giuseppe Conte, ora capopopolo dei grillini (ma si possono chiamare ancora così visto il disimpegno del comico fondatore?) è disponibile ma teme che il Pd a trazione Schlein gli porti via voti come già segnalano i sondaggi. I due si troveranno oggi insieme alla manifestazione a Firenze contro le violenze neofasciste in un liceo del capoluogo toscano. Il sì del sindaco Pd di Roma Roberto Gualtieri spinse i Cinque Stelle a far cadere il governo Draghi con il Pd come perno stabile. Schlein che cosa farà?

Caratteristica dominante delle tre opposizioni italiane è che ciascuna appare unicamente preoccupata di conservare il proprio spicchio di elettorato, come se avesse ormai rinunciato a creare un’alternativa al governo di centrodestra. Meloni può dormire sonni relativamente tranquilli. Schlein comunque è una novità positiva per tutta la politica italiana impoverita (ma non è l’unica) da una crescente disaffezione degli elettori. Esprime una rinnovata voglia, soprattutto giovanile, di partecipazione. Una ribellione al ceto politico del Pd, troppo governista, e alle sue incrostazioni di potere, soprattutto locale. Schlein è più concentrata sulla difesa dei diritti individuali, meno sulle grandi questioni sociali, incerta sulla disciplina di bilancio, ma non è la sola. Il principale interrogativo sulla sua segreteria riguarda il sì alle forniture militari all’Ucraina che come parlamentare però ha già votato. Letta non aveva dubbi. Lei non si sa. Ha esordito con un piglio movimentista e battagliero, chiedendo la testa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ritenuto responsabile dei mancati soccorsi in mare nel naufragio sulle coste calabresi (67 vittime ma forse di più) che ovviamente non otterrà. La scena è cambiata. Improvvisamente. E la trama è tutta da scrivere. Ogni pregiudizio fuori luogo.