Mandereste al macero un quadro di Caravaggio?

Ciao Carlo, volevo chiedere la tua opinione sulla biografia di Roth che è stata ritirata dalla vendita negli Stati Uniti. In un certo senso si tratta di una faccenda privata (leggere: «diritto» privato) e contrattuale tra autore ed editore, ma la decisione ha un impatto anche sul pubblico che magari era interessato a leggere il volume. Sarei curioso di poter leggere il tuo punto di vista!
Luca Brunoni, Neuchâtel
La risposta
Caro Luca Brunoni, comincio col riassumere la vicenda per i lettori che non la conoscessero. La biografia di uno dei maggiori scrittori del nostro tempo, Philip Roth, morto tre anni fa, annunciata come uno dei bestseller dell’anno, è stata ritirata il 6 aprile scorso dall’editore W.W Norton perché il suo autore, Blake Bailey, è stato accusato di abusi sessuali e almeno due stupri. Nel 2012, sei anni prima di morire, Roth aveva chiesto a Bailey di scrivere la sua biografia anche per bilanciare un memoir («Leaving a Doll’s House») pubblicato dalla ex moglie Claire Bloom nel ‘96, in cui era descritto come un uomo instabile in perenne lotta tra impulso sessuale e impulso alla scrittura. Prima di morire, l’autore avrebbe così istruito Blake Bailey: «Non voglio che tu mi redima, voglio solo che tu mi renda interessante». Le prime recensioni della biografia - prima che venisse mandata al macero dall’editore - sono state più che lusinghiere. Il New York Times, per la penna di Cynthia Ozick, non ha esitato a descriverla come «un capolavoro narrativo». Segno che di cose da raccontare, su Roth e in particolare sul suo controverso rapporto con le donne, ce n’erano e che Bailey è stato capace di raccontarle molto bene. Poi è successo che un critico letterario, Ed Champion, ha accusato Bailey di essere stato troppo morbido con Roth proprio sul modo in cui il maestro si comportava con l’altro sesso e patatrac, molte ex-studentesse di Bailey si sono fatte avanti raccontando al critico le loro pessime esperienze con l’autore che adesso è accusato di molestie sessuali e due stupri. Sembra la trama di un episodio di Colombo con tanto di borghesissima morale: il biografo che doveva attenuare la cattiva fama di Roth cade nei suoi stessi eccessi e addirittura lo supera. Così , per una sorta di implacabile nemesi, la caduta d’immagine di Bailey trascina nella polvere anche Roth. Due a zero per le donne? Forse. Se non fosse che questa non è la vittoria della giustizia (quella, semmai, la decreterà un tribunale, non un editore), ma della censura. Prima di tutto, finché una corte non lo condannerà, anche per Bailey vale il principio di presunzione di innocenza . E poi non bisogna confondere la critica letteraria con il giudizio morale. Roth e Bailey possono essere considerati moralmente (o legalmente) riprovevoli, ma restano scrittori di talento. Bisogna distinguere le opere dai loro autori (poi si può sempre decidere di non acquistarle se gli autori non ci piacciono). Ma non si abbatte un palazzo perché è stato costruito da un architetto corrotto. Così come non si manda al macero un quadro di Caravaggio perché era un assassino.