Fatti Nostri

Voglio finire in una tomba, non in un vaso di gerani

Contro il riscaldamento del Pianeta, dall'America giunge il funerale più green della storia. Noi cosa siamo pronti a fare per curare il grande Malato?
Prisca Dindo
11.01.2023 07:00

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Il tema è un po' macabro e per ora riguarda soltanto l’America. Tuttavia, poiché ciò che comincia negli Stati Uniti prima o poi finisce da noi, meglio parlarne subito. Di recente anche Kathy Hochul, la governatrice di New York, ha firmato un provvedimento che permette ai cittadini del suo Stato di praticare il «compostaggio umano»: in alternativa all’inumazione, alla tumulazione e alla cremazione, il corpo dei defunti viene trasformato in concime per fiori. Prima di New York, cinque Stati Usa avevano già adottato questa funerea novità

La «riduzione naturale organica», questo il termine scientifico adottato, consiste nella collocazione del caro estinto in una bara ermetica colma di trucioli di legno erba medica e altri materiali biodegradabili per un mese intero. Se ne ricaverà della buona terra che i famigliari potranno vendere oppure utilizzare per concimare l’orto o il giardino.

Le pompe funebri si fregano le mani; il costo del compostaggio umano è competitivo con quello dei funerali tradizionali.

Meno baldanzosi sono i vescovi statunitensi, che giudicano questa macabra pratica disumana e anticristiana.

Entusiasti gli ambientalisti; la «riduzione naturale organica» sopprime i forni crematori, responsabili della dispersione nell’ambiente di polveri fini e ceneri umane, e elimina lo spreco di energia elettrica. Scompaiono anche le sostanze inquinanti rilasciate nel terreno dai resti umani in decomposizione quando si applica la perniciosa sepoltura. Questa nuova sepoltura à la più «green» della storia!

Ora è chiaro che sul fronte del clima qualcosa di grave stia succedendo. Gli effetti del riscaldamento terrestre sono tangibili anche alle nostre latitudini.

L’erba e i sassi che affiorano sulle piste da sci parlano chiaro. Non nevica, ma piove e le temperature ogni stagione superano la media. Finito l’inverno, d’estate la colonnina di mercurio schizza sempre più su.

Gli scenari pessimistici tracciati da Meteosvizzera nel 2018 confermano che il riscaldamento globale è in atto; «Anzi: forse in passato siamo stati troppo ottimisti con le nostre previsioni per il Ticino» ha dichiarato di recente Marco Gaia, secondo il quale nei prossimi decenni le temperature saliranno ancora. Dobbiamo fare tutto il possibile per limitare le emissioni di metano e anidride carbonica, perché «non è più il tempo delle buone intenzioni, ma bisogna passare ad azioni concrete» ha aggiunto Gaia spronando tutti a fare la nostra parte.

Se non vogliamo friggere i nostri figli dobbiamo cambiare le abitudini. Scegliere prodotti a chilometro zero, consumare meno carburante fossile, comprare solo il minimo necessario. Un’utopia, in una società basata sul consumo usa e getta. Ma questa è un’altra storia.

Nel vostro piccolo voi cosa state facendo per curare il Pianeta? Sareste disposti a seguire l’esempio americano per il post mortem? Scriveteci!

Voi la pensate così:

Tra una lapide o un loculo scelgo la pianta

“Riduzione Organica” personalmente credo che il luogo di riposo per un morto debba restare il cimitero, ma sta andando in disuso. Quante tombe o loculi abbandonati a sé stessi poiché di fatto nessuno va a fare visita… Quindi perché no? In fondo è una scelta personale decidere di essere sepolto o cremato. Altri donano il corpo alla scienza. La quarta possibilità sarà diventare terriccio e perlomeno si servirà a qualcosa. Non è poi una brutta alternativa. Io lascerò scegliere ai miei posteri, cosa vorranno fare del mio corpo. Ma credo che potrei prenderla in considerazione. Contemplare un proprio caro davanti ad un loculo, una lapide o una pianta… beh, meglio la pianta 😊

Cinzia Airaghi

 

 È una rinascita, non una misura ambientale

Personalmente sto già facendo parecchio per curare la terra, così come la mia famiglia in quanto particolarmente sensibili alla tematica. Certo si può fare di più! anche nel nostro piccolo. La scelta di trasformare il caro estinto in concime per fiori non deve secondo me esser messa come « misura ambientale » ma come un’alternativa, una possibilità. Insomma per chi lo vuole fare lo può secondo propria coscienza o per esaudire il desiderio dell’istinto ma per tanti (altri) motivi… ritorno all’origine, credo in una rinascita, idealmente dispersione nell’universo, risparmio economico… Personalmente non mi piace la motivazione « per limitare l’emissione di gas » preferisco una motivazione più spirituale, romantica, idealista… anche se poi il risultato è lo stesso.

Patrizia Branca

 

Una tesi per far capire la gravità del momento

In questo momento sto scrivendo la mia tesi, per il bachelor in comunicazione, che spero riesca a trovare qualche risposta (e magari soluzione) a livello comunicativo per il problema del riscaldamento climatico.

Vorrei cercare di capire perché non si vuole agire concretamente. La terra si sta riscaldando e ciò è una certezza, come è certo che noi siamo i principali colpevoli di questo riscaldamento. Eppure si fa poco o nulla di tangibile, di concreto. È come se guardassimo un film pensando di essere spettatori invece siamo i protagonisti.

Se da un lato è vero che la consapevolezza dell’emergenza climatica si sta diffondendo sempre di più, è anche vero che i nostri comportamenti sembrano non cambiare (o comunque non abbastanza velocemente e concretamente). È come se la minaccia fosse irreale e distante.

Nei miei studi mi sto proprio soffermando sui meccanismi di funzionamento del nostro cervello (ad esempio i bias cognitivi) che ci impediscono di reagire razionalmente e soprattutto anche su come la buona o rispettivamente la cattiva comunicazione possa influire sull’agire della popolazione.

Certe strategie comunicative hanno funzionato, altro no. I miei studi si concentrano sui meccanismi che influenzano le nostre decisioni e le nostre azioni, sperando di individuare le possibili soluzioni (a livello comunicativo) per spingere tutti noi a reagire a questa emergenza che pesa come un macigno sul futuro di noi giovani.

Sofia Bernasconi

 

 Sono solo scelte ideologiche, non scientifiche

Che la temperatura del clima negli ultimi anni si sia alzata è un dato di fatto. Resta però da capire quale sia la vera causa di tale riscaldamento, perché il clima è sempre mutato dalla notte dei tempi senza che l’uomo centrasse alcunché (vedi ad esempio lo scioglimento dei ghiacci dopo l’era glaciale). Si vuole a tutti i costi dare la colpa alle emissioni di CO2, bene, ammesso e non concesso che sia così, perché allora si decide di chiudere mille occhi su attività molto inquinanti (inceneritori, rigassificatori, jet privati..), mentre si diventa intransigenti con attività che obiettivamente impattano molto ma molto marginalmente su tali emissioni? La realtà è che, secondo me, queste decisioni sono delle vere e proprie scelte ideologiche che non hanno nessun nesso con la scienza, quella vera e non assolutista. L’obiettivo è di imporci, con la scusa del riscaldamento globale, un modello di cittadino nuovo, asettico e fintamente green, perché se davvero dovessimo diventare tutti eco sostenibili, non dovremmo più consumare come facciamo e allora i grandi produttori - inquinatori, quelli veri, piangerebbero lacrime amare. Meglio quindi intortarci con cose assurde quali la sepoltura in stile torba o l’uso estremo di macchine elettriche (salvo poi far finta di niente sull’impatto inquinante che queste ultime hanno per produrle), così ci sentiamo salvatori di un mondo che di fatto forse non esiste e, come tali, dei cittadini modello, mentre loro, le élites possono continuare indisturbate a inquinare e fare profitti sulla nostra pelle.

Antonella Farina

 

Ci vuole rispetto per i nostri morti!

Ma...ormai negli Stati Uniti più cattolici del Vaticano si fa questo e altro...sono  paradossi che copiamo senza chiederci se hanno senso oppure no: li seguiamo soltanto perché  è cool! Io sono un tradizionalista e la morte,  va rispettata! Come la vita.

Per mia fortuna ho studiato abbastanza storia antica, archeologia e anche un po' di paleontologia per sapere, che abbiamo avuto nel corso degli ultimi 10000 anni tutte le sorti di funerale. Ma tutti, tutti avevano sempre un gran rispetto dei morti. Forse  abbiamo toccato l'apice con gli Etruschi, che erigevano delle fortezze per celebrare i loro defunti.

Chissà se la storia ci giudicherà come la civiltà più stupida e non la più intelligente. Non lo sapremo mai!

Per il resto, noi conviveremo con il cambiamento climatico, le generazioni future non so...

Boris Papa

 

Un’asteroide ci salverà

Farina di grilli, compostaggio umano… sto valutando seriamente l’opzione asteroide.:)

Bruna Bralla

 Iniziamo dagli attrezzi da giardino…

Alla domanda posta credo che sia ancora prematuro pensare di riconvertirci in “terra da giardino”, ma in futuro chissà (terra da giardino o nanetti da giardino si vedrà).

Nel mio piccolo per salvare il pianeta ho sostituito tutti gli attrezzi da giardino a benzina con apparecchi elettrici o a batteria.

Quanto da me fatto andrebbe generalizzato sapendo tutti (compresi i Verdi che glissano il problema) che taglia bordi, motoseghe , tagliaerba e i famigerati soffiatori sono super inquinanti (1 apparecchio a benzina inquina tanto come 35 auto a benzina/diesel).

I primi ad intervenire dovrebbero essere gli enti pubblici (Cantone e Comuni). Diamoci una mossa, ne beneficeranno l’ambiente (meno emissioni nocive) e la nostra salute psichica (meno rumori).

Mauro Caldelari

 

 

Dobbiamo cambiare tanto…

Dico solo che ho trascorso le vacanze di Natale in Sicilia e il 25 dicembre sembrava il 25 aprile, con grigliata all'aperto. Un egoistico piacere nel breve periodo, una tragedia nel lungo. Dobbiamo cambiare tanto.

Luca Maniscalco

 

La mobilitazione dei giovani è di buon auspicio

Se la constatazione non fa una grinza, io sono e resto un ottimista di natura, ma un ottimista attivo. L'essere umano ha saputo affrontare e vincere parecchie sfide nel passato e saprà vincere anche questa. E la mobilizzazione della gioventù di oggi è di buon auspicio. Ma dobbiamo reimparare ad avere pazienza e ad impegnarci su un progetto a lungo termine: il problema energetico e ambientale non si risolve in 2 minuti con una bacchetta magica, come un aggiornamento di un programma informatico che arriva qualche giorno o addirittura qualche ora dopo l'apparizione di un bug. È un impegno attivo, costante e a lungo termine quello di cui abbiamo bisogno, non dobbiamo lasciarci andare alla prima difficoltà. Allora coraggio e tanta buona volontà.

Michele Mossi

 

 

Spengo luci e schermi dei computer quando non ne ho bisogno... 🤣

L'esempio americano perché no, tanto quando si è morti si è morti.

Ho pure sentito che si potrebbe risparmiare un sacco di energia non rinnovabile se si usassero i corpi delle persone e degli animali deceduti per produrre biogas! Per il momento questa variante non sarebbe tanto accettata eticamente.. però se si risparmiasse energia non rinnovabile, perché no!

Sarebbe un bel passo avanti.

Davide Maurer

 

 

 La Terra con la febbre virale

Ci dicono che la terra ha la febbre virale! Ci dicono che è colpa nostra! Dunque il virus siamo noi. Di conseguenza difficilmente la malattia può essere anche la cura. Infatti sono a dir poco 50 anni che ci “occupiamo” di inquinamento, facendo pagare più tasse e inventandone delle nuove, ma le cose sono peggiorate. D’altronde cosa si può pretendere da chi brucia milioni di carburante ecc. per trovarsi a discutere di come contenere il Co2. O da chi si riempie la bocca di ecologia, dopo avere gettato la scopa e imbracciato il soffiatore, eccetera eccetera. Insomma l’evoluzione della specie si è fermata 50 anni fa, perché se la tecnologia progredisce a rotta di collo, la capacità dell’uomo di usarla a vantaggio della qualità della vita e del pianeta no. Altrimenti non si spiegherebbe perché per combatte, ad esempio, il littering, servono più cestini quando basta l’educazione. Dunque per rispondere alla sua domanda, cosa faccio per per l’ecologia? L’imbecille mio malgrado, infatti pago tutto quanto mi impongo (anche la video sorveglianza dei rifiuti), per ritrovarmi dove sono ora. “Orgoglione” di essere svizzero, tra pensionati poveri, indigenti e disoccupati che hanno raggiunto gli obiettivi di riduzione del Co2 del 2022 con il finanziato di progetti in Marocco, in Malawi e in l’Uruguay. Dopo quelli del 2020 in Perù (primo accordo nel suo genere a livello mondiale) in Ghana, in Senegal, in Georgia, nelle Vanuatu, in Dominica, in Thailandia e nell’Ucraina, (tutti posti dove si spende di più per controllare che per fare). Mentre sul fatto che in America trasformino l’estinto in concime, a giudicare da come trattano i vivi, mi sembra solo la fine scontata di un ciclo.

Andrea Genola