La posta di Carlo Silini

I giornalisti non sono oggettivi sulla pandemia?

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Carlo Silini
11.11.2021 06:00

Dal suo scritto del 25.9.21 si evince subito da che parte sta! Quando cita i NO VAX con un commento verso il negativo, l’altra parte, citando Nobel in DISUSO e scienziati di FRONDA. Come giornalista professionista lei non dovrebbe avere una posizione neutra? A me manca un vero confronto in TV, radio e sui giornali. Nel mondo vi sono tanti importanti ed autorevoli medici e scienziati vari che sono contro il vaccino. E ciò che dicono si può leggere nelle riviste scientifiche e mediche più autorevoli e note internazionalmente. Dove sono i veri confronti degli scienziati pro e contro? Così facendo si toglierebbe nutrimento a tante fake news ed il pane ai complottisti. Mi sembra che la vera paura stia da parte dei giornalisti che evitano il confronto: perché? Non sarebbe il compito etico e morale di un giornalista veramente professionale di aiutare la gente a capire meglio le scelte da fare? Perché il giornalista sta solo da una parte come nei paesi dittatoriali?

Ida Illi, Capriasca

La risposta

Cara Ida Illi, lei ha sia torto che ragione. Ha ragione a rivendicare un’informazione completa e non unilaterale sulla pandemia, ma ha torto nel pensare che i giornalisti debbano sempre far sparire le loro opinioni quando ne parlano. Bisogna ripristinare la distinzione anglosassone tra fatti (o notizie) e commenti (alle notizie). Nell’ambito delle notizie, i giornalisti dovrebbero essere assolutamente neutri e descrittivi, dar voce ai pro e ai contro (non sempre è possibile) senza schierarsi da una parte o dall’altra, per cercare di offrire al lettore gli strumenti necessari e sufficienti perché possa farsene un’opinione da solo. Nell’ambito dei commenti, degli editoriali, delle opinioni (che vanno sempre accuratamente separati dalle notizie), invece, il giornalista non solo può, ma deve esporsi e tentare di offrire una sua personale interpretazione della realtà. Deve metterci il cuore e la faccia. Anche a rischio che qualcuno gli tiri pomodori. Sarà infatti il lettore a decidere se condivide o meno la sua opinione. L’articolo del 25.9.2021 che lei cita appartiene a questa seconda categoria, quindi può essere legittimamente criticato da chi lo legge, ma è del tutto difendibile dal punto di vista dell’etica professionale. Aggiungo che ci sono giornalisti che stanno da una parte e altri che stanno dall’altra e – comprensibilmente – piacciono o dispiacciono ai lettori a seconda di quello che pensano. È vero, in ogni caso, che la maggior parte dei commentatori che conosco tende a difendere le posizioni dell’autorità in materia di pandemia, ma per alcune buone ragioni. Cito la principale: i giornalisti, esattamente come quasi tutti i lettori, non sono immunologi e quindi devono fidarsi di chi ne sa più di loro. Possono facilmente contestare le misure e le scelte politiche per contrastare il virus che non li convincono, e lo fanno. Ma sono poco credibili se contestano i dati della scienza ufficiale, che nella stragrande maggioranza dei casi sostiene la bontà e la necessità dei vaccini.