La posta di carlo silini

Il grigio pacificatore e il piantagrane col ciuffo

Donald Trump e Joe Biden, © AP Photo/Patrick Semansky
Carlo Silini
10.02.2021 06:00

Il 20 gennaio scorso, nel suo primo discorso alla nazione il nuovo presidente degli USA Joe Biden ha esortato il suo popolo a difendere e realizzare democrazia, unità, riconciliazione e molto altro. Riferendo l’evento, nell’ambito del nostro Telegiornale la presentatrice ha chiesto a un esperto (professore universitario), se il discorso di Biden fosse stato «memorabile». La risposta fu: «No, forte, chiaro, ma...». Con tutto il rispetto e l’apprezzamento per l’analisi fatta, con la qualifica «no» ho avuto l’impressione che oggi un governante non sia tenuto in debita considerazione se in momenti difficili diffonde valori come riconciliazione, aiuto reciproco e speranza. In altre parole, i «Nicolao della Flüe» (per quanto attiene all’impegno di pacificatore del proprio popolo) sono rari e non più di moda. Ma dopo esempi tragici recenti e del secolo scorso, stiamo ripetendo l’errore di misurare lo spessore di un capo di Stato solo se proclama illusioni o addirittura se semina violenza?

Fiorenzo Falconi, Gentilino

La risposta

Caro Fiorenzo Falconi, mi sono perso l’intervento televisivo sul TG a cui fa riferimento, quindi non posso commentare le frasi specifiche che cita. In compenso, ho seguito con enorme interesse il primo discorso del neo-presidente americano, perché bene o male, è la sua carta da visita. Non sono un indovino e perciò non dico che ascoltandolo ho capito che governante sarà. Tuttavia ho intuito che rotta vuole imprimere all’America dei prossimi quattro anni. Non so se si sia trattato di un discorso «memorabile», ma a me è piaciuto. Non per l’oratore, che è un po’ grigio. Né per lo stile, che i conoscitori di cose americane hanno definito come un prodotto tipico dell’oratoria liberal (un sermone laico esortativo più che esplicativo di un programma). E neppure per i temi forti in esso evocati - che in ogni caso mi paiono decisamente degni: la difesa della democrazia, la lotta per l’ambiente, l’impegno per una società inclusiva che non emargini nessuno, la promessa di un’assistenza sanitaria più accessibile alle famiglie americane (un punto cruciale sempre, ma a maggior ragione in piena tempesta coronavirus)... A me è piaciuto per quello che, esagerando, lei definisce l’atteggiamento conciliante da «Nicolao della Flüe», attestato prima di tutto dall’onorevole scelta di non infierire sull’avversario sconfitto (tentazione, che visti i capricci di Trump avremmo tutti comperso). Purtroppo, negli ultimi anni abbiamo assistito all’ascesa di leader politici senza apparenti sfumature concettuali, tutti protesi all’attacco muscolare e alla denigrazione dell’avversario politico, nonché alla creazione di nemici da abbattere senza pietà. L’America prospettata da Biden, invece, non sembra voler demonizzare o lasciare indietro nessuno. Perciò, se dobbiamo scegliere tra la retorica del piantagrane col ciuffo e quella del grigio pacificatore, noi non abbiamo dubbi.