Pensieri dal battellino

Il tributo alla Coppa

Siamo in un Paese surreale: ce l’ha confermato il lupo che il Governo, dopo inenarrabili lambiccamenti, ha deciso di impallinare – Sarà il caso di mandare l’Esercito? Purtroppo, l’Armata svizzera sarà già impegnata a requisire l’area della foce di Lugano
Bruno Costantini
21.05.2022 06:00

Mercoledì io e Asia eravamo con il battellino davanti alla sede della Navigazione per dare un’occhiata all’ammiraglia «Lugano» appena rimessa in acqua dopo mesi di revisione in cantiere. A un certo punto abbiamo visto una persona che dalla poppa dell’ormai quasi centenario «Milano» s’è buttata nel lago gridando «forza Lugano!». La mia amica microinfluencer ha filmato il tutto e messo in Rete il video con giudizi severi del tipo: «Ecco cosa succede con il lassismo che c’è in questa città». Qualcuno le ha risposto spiegando che quello non era il Gigi di Viganello, che abita lì a due passi e che ogni tanto si concede qualche alzata d’ingegno, bensì il vicesindaco Roberto Badaracco che stava mantenendo fede a quanto promesso in gennaio di fare il bagno nel lago se il Football Club Lugano avesse vinto la Coppa Svizzera. In gennaio sarebbe stato sì un gesto di atletico coraggio, un atto di commendevole coerenza politica, quasi un manifesto programmatico contro la cialtroneria; adesso, con la temperatura dell’aria sui 30 gradi e quella dell’acqua sui 20, l’impresa ha più che altro suscitato tenerezza. Il bagnetto di Badaracco non va tuttavia minimizzato troppo perché il rischio può celarsi ovunque. L’ha dimostrato il sindaco Michele Foletti che, in un eccesso di entusiastico sbracciamento per il gol segnato da Bottani, si è lussato una spalla quasi da fermo. Che ridicola iattura. Ricorda la malasorte del ciclista eritreo Biniam Girmay che martedì al Giro d’Italia, dopo essere entrato nella storia come primo corridore dell’Africa subsahariana a vincere una tappa della corsa rosa, durante i festeggiamenti sul podio s’è sparato in un occhio il tappo del Prosecco e ha così dovuto abbandonare la competizione. Perlomeno durante i festeggiamenti luganesi sono stati capaci di aprire lo spumante senza finire al pronto soccorso. Bisogna poi riconoscere che sindaco e vicesindaco, a differenza di tutti quei politici locali, cantonali e nazionali che sono andati a lisciare il pelo al Crus e compagnia per esibirsi davanti al popolo in estasi, il loro tributo alla Coppa l’hanno concretamente pagato con gioioso surrealismo. Perché, dai, siamo in un Paese surreale. Ce l’ha confermato il lupo che il Governo, dopo inenarrabili lambiccamenti, ha deciso di impallinare. Asia è rimasta impressionata dal calcolo di un alto funzionario secondo il quale, essendoci in Valle Rovana due esemplari del predatore, c’è una possibilità del 50% di abbattere quello giusto. Sarà il caso di mandare l’Esercito? Purtroppo, l’Armata svizzera sarà già impegnata a requisire l’area della foce di Lugano per garantire la sicurezza durante la conferenza internazionale sull’Ucraina all’inizio di luglio, sempre che il summit si svolga davvero. È una tegola, come aveva predetto il presidente del Governo Claudio Zali che ne ha già avuto abbastanza del lupo. Nella città blindata il battellino, che non ha le capacità di immersione e mimetizzazione del fascistissimo «maiale», dovrà per forza restare fermo e gli amici dall’altra parte del lago rimarranno a secco di Barbera fatto col mulo. Potrebbero pensarci i militari a effettuare il trasporto del vino con i Super Puma (nei due miliardi in più per l’Esercito potrà ben starci questo servizio alla popolazione) e magari Super Norman potrebbe metterci una buona parola perché i soci di Caprino e dintorni «i è di noss e i paga i tass, porco sciampin». O dobbiamo chiamare Badaracco per un tuffo di solidarietà?