L'opinione

La cultura della vita, del bello e del buono

L'opinione di Marco Tonacini–Tami, già direttore di «Voci nuove»
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Red. Online
23.11.2022 06:00

Ai diversi modelli culturali della nostra società, la cosiddetta «cultura frammentata», cioè la cultura del «relativismo, del nulla», che ha in sé stessa la pretesa di voler essere la sola vera religione dell'uomo di oggi; i linguaggi e gli stili di vita dominanti che ci accompagnano lungo il processo conoscitivo ed evolutivo; verità nascoste difficili da trovare; altre scomode che ci inquietano, ci feriscono, ci turbano, che non vorremmo mai conoscere.

Ogni giorno siamo bombardati da messaggi, un continuo pin–pong che sconvolgono il nostro mondo interiore, che ci mettano in crisi. Il vissuto quotidiano socio culturale ed economico della nostra società post moderna, a volte, fa da contro altare e ci impedisce di cambiare stile di vita, modo di pensare e di agire, di guardare il mondo con occhi nuovi, quando le cose non vanno come vorremmo che vadano. Ma non siamo mercenari.  La nostra vita può (e deve!) cambiare.

Accade che, a volte, ci tocca camminare su strade polverose e su sentieri e pendii scoscesi. È facile fare dietrofront al primo tornante della vita, quando non si ha il coraggio di affrontare gli imprevisti che incontriamo sul nostro cammino. Non importa se lungo il nostro cammino potremo inciampare in qualche sasso, cadere e ferirci. Raccogliamoli e deponiamogli sul bordo della strada perché altri non abbiano a inciampare, a cadere  e farsi male...

Lasciando alle nostre spalle il passato, viviamo intensamente il presente che fugge come un ladro nella notte. Il tempo che va – ribadiamo - non lo possiamo ricorrere, né tanto meno fermare. Ma non per questo non possiamo non guardare e gustare, malgrado gli inevitabili acciacchi che la vecchiaia porta con sé, tutto ciò che la vita, anche nell’età avanzata, di bello e di buono ci riserva. Il tempo che viviamo sia impiegato a fare quello che dobbiamo fare.

Con serenità di spirito, lucidità di mente e bontà di cuore riprendiamo in mano il nostro bordone e mettiamoci nuovamente in cammino sotto i raggi del sole, sotto lo sguardo compiacente della luna e al tremolio della luce delle stelle. Sì, anche nei giorni di pioggia, di vento, di gelo, di neve…

Anche nei momenti difficili nella vita ci sono cambiamenti veri ma anche di facciata. L’esperienza acquisita mi ha insegnato a guardare bene in faccia la realtà del vivere quotidiano. Ma non devo voltarmi indietro. Devo guardare in avanti e camminare diritto per la mia strada; devo solo seguire la mia stella: «Nessun vento è favorevole a chi non sa dove va» (Seneca).

 Un giorno lontano mi sono trovato sul treno della vita a viaggiare tra pianure, monti e valli… Un giorno, non so se presto a tardi, dovrò pur discendere, vero?  È, questa, legge di natura a cui nessun comune mortale può sfuggire.

«Molto che noi ignoriamo sarà conosciuto dalla gente dell'evo futuro; molto è riservato a generazioni ancora più lontane da noi nel tempo, quando di noi anche la memoria sarà cancellata» (Seneca 4 a.C. – 65).

Marco Tonacini–Tami, già direttore di «Voci nuove»