La mia lettera per voi in attesa delle vostre per me

Cari lettori, cominciamo con una piccola bizzarria: la prima lettera di questa nuovissima rubrica sarà anche l’unica scritta, diciamo così, “in senso inverso”. Da oggi, infatti, mi cimenterò nella sfida di rispondere ai vostri messaggi e di commentarli. Anzi, da lunedì. Oggi non rispondo a nessuno: sono io che scrivo a voi. Lo faccio prima di tutto per spiegarvi cosa potete davvero aspettarvi e cosa è meglio che non vi aspettiate. Anzitutto aspettatevi la mia più assoluta attenzione. Leggerò tutti i messaggi che mi indirizzerete, qualsiasi sia il tema, la riflessione, la sensazione, la battuta, l’aneddoto, il caso, il ragionamento, il consiglio, la domanda o la provocazione che proporrete. Il che non vuol dire che risponderò a tutti. Sarebbe bello, ma è una questione anzitutto di spazi: su carta sono limitati. La selezione sarà inevitabile.
Quando sarà possibile, sceglierò una sola lettera che rappresenti tutte le altre sullo stesso tema o con la stessa tesi. Scarterò poi quelle offensive, chiunque sia la persona che viene offesa. Non si può discutere con chi insulta e non lo farò. Scarterò o taglierò le lettere troppo lunghe (su questo rimando alle regole della rubrica), quelle para pubblicitarie, quelle inutilmente astiose, così come le lettere che denunciano fatti gravi che non posso verificare. Vorrei inaugurare uno spazio di dibattito libero e civile, il che non vuol dire che non possa ospitare opinioni anche fortemente polemiche.
Vi chiedo di aiutarmi a sostenere un dialogo franco e educato. Aspettatevi che sia sincero: gentile, perché le persone vanno sempre rispettate, ma sincero, perché sulle idee si può e si deve discutere senza sconti e senza far complimenti. Se sarò d’accordo lo dirò, se non lo sarò, pure. Mi aspetto altrettanto da voi.
Non aspettatevi una risposta a tutto. So quello che so, su tutto il resto o citerò persone più autorevoli di me o tacerò. In ogni caso, nel rispondervi, cercherò di essere il più chiaro, onesto e semplice possibile.
Confesso che mi tremano i polsi. Sono entusiasta di avviare un dialogo diretto con chi legge, ritengo un privilegio poter inaugurare uno spazio appositamente destinato allo scambio di opinioni e pensieri con voi. Spero di essere all’altezza di un compito così impegnativo e affascinante. Ringrazio la direzione del giornale per la grande fiducia che mi ha accordato e chiedo sin d’ora scusa a chi deluderò.