La posta di Carlo Silini

L’orribile vizio di gioire delle disgrazie altrui

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Il clima di generale insicurezza pare avere accresciuto il brutto sentimento della «Schadenfreude».
Carlo Silini
18.02.2022 06:00

Caro Carlo, sappiamo bene che su alcune cose la pensiamo diversamente, eppure rispettiamo le nostre reciproche opinioni. Tu anche sai che io non sono svizzera ma amo e rispetto il vostro Paese; ho persino ascoltato il discorso di fine anno di Ignazio Cassis, e quando ha detto che è importante rispettare le opinioni altrui anche se contrastanti con le proprie ho davvero gioito. Ciò mi ha fatto però anche riflettere sul fatto che se il Presidente ha invocato il rispetto è perché questo non viene «rispettato» (scusa il gioco di parole). Cresce invece, insieme con la pandemia e con le misure antipandemiche, il disprezzo per chi non la pensa come te insieme con l’odio reciproco, crescono le offese, cresce la «Schadenfreude» di cui ho scritto in una delle mie colonnine. A che cosa attribuire questa crescente mancanza di rispetto? È generato da voi media (scusa la provocazione), dalla classe politica, dall’incapacità di dialogare, dall’esasperazione? Tu che idea ti sei fatto? Ti saluto e ti abbraccio.

Francesca Rigotti, Ghiffa

La risposta

Cara Francesca, il bello di confrontarsi con te – filosofa franca, acuta e, perciò, pungente – è che ci possiamo dire le cose in faccia, senza giri di parole. Sulla pandemia e su tutto quello che la circonda si dovrebbe sempre poter dialogare senza che la discussione degeneri in scontro belluino e/o in una delegittimazione sistematica della controparte che arriva all’odio personale, alla volontà di cannoneggiare non solo le idee che non si condividono (legittimamente, visto che esiste una cosa preziosa, nello stato di diritto, che si chiama libertà d’opinione), ma anche chi le professa . E così, assistiamo ogni giorno all’orribile spettacolo di quella che i tedeschi chiamano la «Schadenfreude», la gioia per le disgrazie altrui, un sentimento che hai opportunamente commentato nel tuo articolo del 23 dicembre. Hai ragione, è stato avvilente vedere vaccinati rallegrarsi per la morte per COVID di non vaccinati e, viceversa, non vaccinati esultanti per i vaccinati che malgrado le due o tre dosi assunte si ammalavano e soccombevano al virus. Perché succede? Di chi è la colpa? Credo che l’accresciuta aggressività sia dovuta a un generale sentimento di pericolo, alla diffusa convinzione che le misure anti-pandemia tocchino valori percepiti come assoluti da difendere a tutti i costi, contro tutti (perfino contro gli amici), e contro tutto (perfino contro le leggi): da una parte la libertà e dall’altra la sicurezza. Un aut aut drammatico che non sembra dare retta né alla voce della scienza, né a quella della ragione. Una scelta di pancia, più che di testa, che spinge alla difesa animale e violenta della propria posizione contro quella altrui. Onnivora, anche, perché divora tutto ciò che rafforza la propria visione attingendolo di volta in volta dai media, dai social o dai politici, e sputa tutto ciò che la sconfessa. In conclusione, cara Francesca, ho l’impressione che tutta questa violenza e cattiveria, col relativo tracollo del rispetto, nasca dal ritenere le proprie idee più importanti delle persone. È l’ideologia che prevale sull’umanità.