La posta di Carlo Silini

Togliamo benzina alla guerra, consumiamone meno

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Carlo Silini
04.07.2022 06:00

Egregio signor Carlo Silini, da un mese ho messo sul retrovisore della mia macchina Toyota a benzina il seguente cartello: RISPARMIA BENZINA, DENARO E IL PIANETA –SAVE MONEY, GAS AND THE PLANET. E vicino il segno stradale di velocità massima 80 km/ora. Questo per dire a tutta l’Europa: «Non investiamo nella guerra». Andando a 80 km all’ora si risparmia il 15% di benzina se non di più e mi pare che sia un minimo sacrificio che come europei possiamo sostenere per poter essere indipendenti dalla Russia. Non è certo la soluzione per arrivare alla pace, ma un piccolo passo avanti. Io mi ricordo che negli anni Settanta l’Italia aveva snellito l’uso di macchine per problemi di petrolio con i Paesi arabi permettendo un giorno la circolazione solo di macchine con targa pari e il giorno seguente solo di macchine con targa dispari. Inoltre, il sabato e la domenica l’uso della macchina era proibito. Lei pensa che i Paesi dell’UE nella prossima riunione che ci sarà a Lugano potrebbero prendere in considerazione questo suggerimento?
Donatella Vanoni
Lugano 

Cara Donatella Vanoni, se si riferisce all’annunciato vertice sull’Ucraina il 4 e 5 luglio prossimi, penso che i temi in agenda siano altri. L’evento, che tecnicamente si chiama Ukraine Recovery Conference (URC2022), dovrebbe soprattutto servire a immaginare un futuro post-bellico per il Paese che ha subito l’aggressione della Russia. Il tema, in altre parole, non sarà né la pace né le migliori strategie per raggiungerla, ma riguarda qualcosa che comincerà dopo la pace o, più realisticamente, dopo la cessazione delle ostilità, ovvero: la ricostruzione del Paese. Ci si occuperà quindi soprattutto del processo politico e diplomatico indispensabile per cominciare a pensare – già in tempo di guerra – alla rinascita delle città e degli agglomerati distrutti dalle bombe. Si farà in Svizzera per una strana coincidenza: in realtà già prima che il conflitto esplodesse era previsto che a Lugano si svolgesse la quinta Conferenza sulla riforma ucraina ma, dopo l’aggressione, il tema della conferenza è stato ricalibrato concentrandosi sulla ricostruzione. Del resto il nostro Paese è teoricamente bene attrezzato per gestire un vertice di questo genere, visto il suo know-how, l’impegno e la posizione unica di Paese europeo non membro dell’UE e della NATO.

Il suo suggerimento riguarda invece qualcosa di più immediato – tra l’altro, alla portata di tutti – per cercare in un qualche modo di togliere ossigeno alla guerra. Perché è chiaro che la dipendenza energetica del nostro continente da Paesi come la Russia (per il gas) o l’Arabia Saudita e altri (per il petrolio) finanzia di fatto le loro politiche aggressive, offrendo loro i mezzi economici per sostenere operazioni disumane come quella in Ucraina. Risparmiare sul carburante e, in generale, sui consumi energetici diventa quindi uno dei pochi gesti concreti che ognuno di noi può fare, a questo punto, non solo per proteggere l’ambiente (e già non sarebbe male) ma anche per avere più pace.