L'uomo, il mistero della vita e dell’Universo

C’è nell'uomo animale, nell'uomo razionale (anche se non lo lascia intravedere esternamente), la capacità di venire a contatto con il mistero della vita e dell’Universo che lo circonda e con ciò che non conosce: la curiosità dell’etica, per esempio, spesso semisconosciuta, o addirittura disattesa dai più. Sì, l’uomo moderno che non è onnisciente; più di tutti sente l’ansia, vorrei dire, lo spasimo di arrivare a comprendere pienamente chi è veramente e qual è il suo destino ultimo. Ha bisogno, l’uomo moderno di compiere a 360 gradi, un atto di riflesso su sé stesso, per, come s’è detto, meglio conoscersi ma anche per meglio definirsi; per riconoscersi, per distinguersi dagli altri esseri viventi; per imparare a camminare diritto sulle strade tortuose della vita, sul sentiero dello spirito, soprattutto. Perché è appunto qui che fa fatica a camminare; e, diciamo pure, a volte, non impara mai camminare. Non ha il coraggio di gettarsi nella mischia, di andare laddove, nella corrente alterna, nel ribollire, nel vortice stesso del vivere quotidiano pulsa la vita, quando si fatica e si lavora, si gioisce, si soffre e si muore…
Con intelligenza e volontà, vivacità e creatività di spirito, l’uomo moderno, che pensa, ama, riflette su sé stesso è chiamato a dimostrare di avere fede e fiducia nell’uomo che gli sta accanto, speranza in un’umanità migliore; in una maggiore solidarietà universale, in cui tutti gli uomini – pur nonostante le diversità di razza, etnie, ideologie, credenze, religioni e culture - si riconoscono «cittadini del mondo» a pieno titolo, amici e fratelli. La Scienza illumina il suo pensiero, la Ragione e la fede lo guida a vedere e a interpretare la parte sensoriale delle cose e del mondo in cui vive, l’Occhio è lo specchio della sua anima la Coscienza guida le sue azioni, la Saggezza è il bene che sconfigge il male, la Fede lo aiuta ad elevare la mente e il cuore alla trascendenza.
Se è vero (come lo!) che è il pensiero che porta l’uomo, che dell’Universo è il capolavoro massimo fra tutti gli esseri viventi che popolano la terra, è pure altrettanto vero che esso, come nessun altro essere in natura, è portato coscientemente verso il ben o verso il male. Egli è dunque responsabile di tutto ciò che avviene e di tutto ciò che non avviene nel mondo.
«Ogni uomo, specialmente se è creativo, ha bisogno di zone di solitudine nella carta geografica della propria vita che però sono qualcosa di ben diverso dall’esilio» [Da Briciole di vita e di speranza -Edizione Paoline (1986), pp. 16.]
Cioè: non, però, della solitudine intesa come un racchiudersi a riccio su sé stessi sotto una cappa di piombo.