La posta di carlo silini

Ma cosa ci fa l’oroscopo sul giornale?

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Carlo Silini
17.03.2021 06:00

Egregio signor Silini, ancora non ho capito cosa ci viene a fare l’oroscopo nel Corriere del Ticino. Andrà bene in qualche rivista di svago, oppure in un gratuito, ma nel nostro quotidiano? L’astrologia è una scienza antica (come l’alchimia) che merita interesse e rispetto e che può essere praticata seriamente e in buona fede, anche se io non ci credo per niente. Ma poi, pubblicare queste frasi anonime (chi è l’astrologo del Corriere?), stereotipate, impersonali e intercambiabili da un segno all’altro non è neanche divertente. Perfino il «Gratuito» fa finta di scientificità (si dice?), evocando pianeti e costellazioni! Questo spazio del giornale non potrebbe venire usato per cose più pertinenti, magari altri giochi come durante la POV (Prima Ondata del Virus)? Oppure una bella vignetta satirica in rapporto con l’attualità?

Patrick Perréard, cancro della prima decade (non crederci non vuole dire non tenersi aggiornato), Caslano

La risposta

Caro Patrick Perréard, la sua è una lettera in controtendenza. I lettori hanno infatti generalmente salutato con entusiasmo il ritorno sul giornale dell’oroscopo. Che dire? Fino a qualche anno fa la disapprovazione dei pronostici celesti segno per segno proveniva perlopiù da ambienti religiosi. Le previsioni astrologiche, argomentavano, tendono ad annullare la libertà perché inducono a credere che tutto sia già scritto nelle stelle. Secondo la fede cristiana, invece, ciascuno di noi può determinare con le sue scelte quotidiane il proprio destino. Inoltre, solo Dio può vedere nel futuro. Insomma: vade retro astrologia! Negli ultimi anni, invece, i grandi accusatori dell’oroscopo sono soprattutto gli scettici che avanzano argomenti scientifici cogenti per dimostrare che l’influenza degli astri sulle nostre esistenze è un mito e l’oroscopo, di conseguenza, una fandonia. Ogni anno, con un certo compiacimento, gli esperti del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) aspettano i primi giorni di gennaio per pubblicare le previsioni astrologiche completamente sbagliate dell’anno precedente. E, certo, c’è stato da ridere vedendo che per alcuni segni zodiacali il pandemicissimo 2020 era indicato come «l’anno dei grandi viaggi». Lei, però, non sembra appartenere né al primo né al secondo gruppo di contestatori dello zodiaco. È tollerante, riconosce all’astrologia una certa dignità. Non ci crede, d’accordo, come – immagino – non ci creda la stragrande maggioranza dei lettori che ogni giorno vanno a consultare il proprio segno senza la pretesa di ricevere risposte esiziali o pronostici infallibili sulla propria esistenza. Un approccio leggero, curioso, divertito: pochi secondi per sognare che si avverino le previsioni positive e cercare di smentire quelle brutte. Mi colpisce la sua critica allo stile, alla forma dell’oroscopo, più che ai suoi contenuti. Facciamo così: girerò le sue osservazioni all’astrologo di corte, di cui ovviamente non rivelerò l’identità (tranquillo: non sono io) perché anche un oroscopo fatto d’aria come il nostro merita un minimo sindacale di mistero.