MontagnaViva, un movimento che opera per il futuro delle regioni di montagna

Coloro che abitano e operano nelle regioni di montagna si trovano da decenni in difficoltà, a fronte di un apparato statale burocratico, complicato e poco propositivo. Mancano incentivi per operare e rimanere nelle Valli, non vi sono iniziative anticicliche che rompano tendenze irrefrenabili. Il malessere politico, istituzionale e di scollamento sin qui «sussurrato» è ben presente: tra montagna e pianura, tra periferia e zona urbana. Non parliamo poi della situazione di stallo transfrontaliera. I «frontalieri» contribuiscono a realizzare buona parte del nostro benessere e sono indicati usurpatori dei nostri posti di lavoro. Il problema non sta in queste persone, ma in coloro che li chiamano, coloro che in diversi settori approfittano delle difficoltà oggettive nelle regioni a noi confinanti!
Cosa fare? Arrendersi a una tendenza che sembra oramai inarrestabile? Sposare il mito che vende la città come «bella, evoluta e moderna», contrapposta a una montagna »bella ma per vecchi e pensionati»?
Il movimento traversale di «Montagna Viva» è nato nel gennaio del 2011. È stato un successo di condivisioni: nel 2015 con 14'232 preferenze un nostro Deputato è stato eletto in Gran Consiglio. Nel 2019, pur con quasi 12'000 preferenze (il 23.mo risultato su 90!) il seggio non si è rinnovato. Sembra che a quel momento la nostra posizione chiara per il contenimento della presenza dei lupi ha giocato a nostro sfavore. Oggi sembra che la situazione sia ribaltata: i lupi dilagano in tutto il Cantone e similmente i problemi causati dal grande predatore! Tutti oggi ne parlano, ma fu MontagnaViva a segnalare sin dal 2015 il problema che stava dilagando e che non concerneva solo la montagna e gli allevatori!
Molte persone ci spronano nell’azione di «scuotere le coscienze» di «mettere il virus della montagna nella testa della gente». Il traguardo è sempre il medesimo: il rilancio delle zone periferiche, l’80% del territorio cantonale, combattere l’inarrestabile concentrazione di potere e di posti di lavoro nelle aree urbane. L’abbandono causa il degrado del territorio, con prevedibili conseguenze nelle zone di pianura e urbane. Il cambiamento ambientale può essere paragonato alle preoccupanti mutazioni metereologiche.
Nel 2015 alla Conferrenza internazionale di Sendai (Giappone) il Presidente della Banca mondiale dichiarava «Ogni dollaro investito sul territorio nella prevenzione ne vale 36 in termini di benefici economici«. Un'affermazione forte e chiara. Per questo MontagnaViva chiede una politica diversa per le zone periferiche e misure per far rivivere le Valli. L'abbandono del territorio e il suo inselvatichimento sono da contrastare con misure efficaci e continue, esercitate con la presenza insostituibile dell'uomo: Valli inselvatichite e abbandonate non sono un territorio accettabile!
Sostenendo la Lista no. 16, con i Candidati 16.2 Mauro Magginetti, capraio, 16.3 Marcel Bisi, Presidente di Pro Verzasca e il sottoscritto si possono portare in Parlamento voci diverse per il futuro del paese marginale e di montagna.
Germano Mattei, candidato al Gran Consiglio per Montagna Viva