Papa Francesco e la forza di un fiore

Caro Carlo, qualche giorno fa seguivo su TV2000 l’omelia dell’amatissimo Francesco Papa. Ogni volta piango, lui è un grande, ha un cuore immenso! La stranissima cosa, ciò che io vivo dentro, spesso i bui dell’anima come in questi giorni, lui ne parla. Accade spessissimo che siamo in sintonia, io percepisco certe cose e lui le dice. Non sono la classica «gesáta», faccio ciò che posso, come posso ma, a modo mio prego anche se ci sono giorni bui. E, come mia abitudine, scrivo poesie. Come questa (Pensieri cullati): Dinanzi al fiore si può/ meglio respirare,/i pensieri stolti, arroganti,/dalle radici allontanati/ affondano/nelle acque del lago/ in fondo alle stalagmiti/ là, dai raggi/ tra le fessure inoltrati/ trovano, con leggere carezze/ petali,/di soffici dolcezze.
Elena Ghielmini, Sorengo
La risposta
Cara Elena Ghielmini, la forza di questo Papa consiste esattamente nella sua capacità di smuovere e commuovere le persone al di là della loro appartenenza religiosa. Non è necessario essere una «gesàta» per lasciarsi contagiare dalla sua umanità. Anzi, a volte ho l’impressione che per lui sia più facile entrare nel cuore dei dubbiosi che in quello dei credenti. Anche se la stragrande maggioranza dei cattolici ne apprezza la genuinità e il coraggio, c’è una piccola parte della Chiesa che non solo non lo apprezza, ma gli gioca contro. Sembra incredibile che un Papa che ha avuto l’ardire di mostrare plasticamente il volto della semplicità evangelica - scegliendo, per esempio, di vivere in casa santa Marta e non negli appartamenti sfarzosi sopra San Pietro - venga accusato da alcune frange di essere «poco spirituale» o addirittura in odore di eresia.
Ci sono state cordate di alti ecclesiastici che l’hanno perfino invitato a ritrattare i suoi «errori dottrinali». Come se fosse uno scolaretto indisciplinato e non il garante della fede cattolica. Non è insensato pensare che lo attaccano perché ha in un certo senso rovesciato la piramide del potere e dei privilegi clericali. Lo si è visto ancora di recente, quando ha proposto un meccanismo sinodale che coinvolga tutte le diocesi del mondo e parta dal basso. Naturalmente, il Papa ha anche «odiatori» politici, soprattutto per le sue posizioni (cautamente) aperturiste nei confronti dei migranti e per la critica radicale alla società dei consumi di cui svela le fragilità e le ingiustizie che - a suo dire - promuovono «la cultura dello scarto». E così si è beccato pure del «comunista», quando - come ha spiegato più volte lui stesso - non fa altro che citare il Vangelo.
Di fronte alle campagne di delegittimazione che ogni tanto partono contro di lui, penso che Jorge Mario Bergoglio abbia bisogno dell’appoggio di credenti e non credenti che riconoscono il suo coraggio profetico e la sua integrità. Sono certo, cara Elena, che apprezzerebbe molto la sua poesia. Perché, per chi lo sa capire, i fiori sono molto più belli e molto più forti dei pensieri stolti e arroganti.