L’opinione

Più povertà nel mondo, significa più fame!

L'opinione di Marco Tonacini – Tami già direttore di «Voci nuove»
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Red. Online
19.12.2022 18:10

Ogni quattro secondi una persona muore di fame nel mondo. A denunciarlo sono 238 Ong di 75 Paesi. Un dato davvero preoccupante e allarmante. Oggi nel mondo 345 milioni di persone soffrono la fame. L’organizzazione mondiale «Ocxam» prevede per il 2030 che saranno dodicimila i morti per fame ogni mese; 126 milioni le persone che soffriranno la fame, e 690 milioni che vivranno sulla soglia della denutrizione. Nel mondo ci sono più di 700 milione di persone che non hanno i mezzi per acquistare le medicine, l'acqua per lavarsi.   

Nella loro cruda realtà sono cifre che fanno pensare e riflettere.

Non si può restare indifferenti di fronte ai milioni di esseri umani che soffrono la fame: ognuno faccia la parte che lo riguarda, a vantaggio del buono e vero sviluppo, che non è la ricchezza egoista e amata per sé stessa; l’economia deve essere al servizio dell’uomo, il pane e il companatico distribuito a tutti. 

Un tema, questo dello sviluppo, sollevato da anni, ma che ancora, purtroppo, deve essere promosso Diffondere la cultura della vita e del bene, è un impegno e una responsabilità per tutti sia nel pubblico come nel privato.

Per contro ci sono - dicono le ultime statistiche - 19,6 milioni di persone milionarie per un capitale totale di 74 miliardi di dollari. Nella nostra Svizzera si contano 438 milionari, in Europa 5,2 milioni, in Asia 6,5 milioni, nel Nord America 6,3 milioni. Oltre 183 milioni di persone al mondo hanno oltre 30 milioni di dollari a testa. Il che stride contro la povertà e la fame che affligge molti popoli. In Ticino, nel 2020, quasi un quarto delle persone, il 24,4%3, vive in un'economia domestica con un reddito disponibile equivalente inferiore alla soglia di rischio di povertà.

Un dramma, questo, un fenomeno in continua crescita. I governi dei Paesi cosiddetti industriali e benestanti, in primis devono anch’essi fare la loro parte, poiché si tratta di una triste realtà a dimensione mondiale, complice le multinazionali che nei Paese più poveri dell’estremo Sud «rubano» la terra ai contadini. Il che crea povertà, miseria e fame. Anche la «ricca» Svizzera, per il Coronavirus - 19, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’aumento dei costi della cassa malati e delle materie prime, l’inflazione galoppante, è sempre più povera.

Attualmente, in Svizzera, quasi 300’000 persone di età superiore ai 65 anni vivono sulla soglia di povertà. Di queste, 46’000 sono povere a tutti gli effetti. Dati allarmanti, messi in evidenza dal nuovo monitoraggio dell’anzianità di «Pro Senectute Svizzera». (ottobre 2022. Anche se la Svizzera vanta un sistema di previdenza per la vecchiaia tra i migliori al mondo, sul territorio nazionale vivono circa 46.000 persone anziane che non dispongono di un patrimonio sufficiente per integrare l’esiguo reddito su cui possono contare, e che quindi vanno considerate povere a tutti gli effetti,

Sempre secondo «Pro Senectute» 295.000 anziani sarebbero sulla soglia della povertà. Dà la «Voce Evangelica» (mensile della Chiese svizzere riformate), No. 11 – 2022, apprendiamo che «in Ticino la percentuale di anziani sopra i 65 anni che vive in condizioni di precarietà e economica sfora il 30% un dato più alto rispetto al resto della Svizzera», e devono ricorrere all’aiuto dello Stato Sociale e alle associazioni caritatevoli private. Secondo le statistiche dell’«Ufficio federale di statistica» (2014) dicono che 20.000 sono le persone di ogni età colpite (anche molti giovani!) da povertà: un dato in continuo aumento.

Dall’ultimo rapporto dell’ONU del mondo (2019), si risulta che «la fame sta aumentando e la crescita economica è in ritardo», nonostante gli sforzi dei Paesi membri della FAO, legate alla giornata mondiale dell’alimentazione che, dal 1979, viene celebrata in 150 nazioni.   A livello globale, tutti i Paesi membri tendono verso un unico obiettivo: garantire e migliorare la nutrizione sull’intero pianeta

In Svizzera, la «Catena della Solidarietà» ha lanciato un appello in favore del continente africano, quando la carestia aveva afflitto la Nigeria, il Sud Sudan e la Somalia. Nel giro di un anno, si erano raccolti ben 19 milioni di franchi; e   recentemente (novembre 2022) sono stati raccolti oltre sette milioni di franchi per i Paesi dell’Africa orientale, che hanno vissuto la peggiore siccità degli ultimi 60 anni. La crisi ha colpito 13 milioni di persone, che per sopravvivere hanno avuto bisogno di viveri, acqua, assistenza medica e di un tetto.

Per raggiungere in modo ottimale l’obiettivo di cui s’è detto poc’anzi, occorre – ribadiamo una volta ancora! - bandire l’egoismo individuale e sociale e creare nella politica e nell’opinione pubblica una coscienza che prenda atto che ai popoli della fame non possiamo dare loro solo le briciole che cadano dalla nostra tavola, ma cibo per la loro sopravvivenza. 

Più povertà nel mondo, più fame!

Marco Tonacini – Tami già direttore di «Voci nuove»