«Primo agosto: additiamo i valori svizzeri»

Per motivi di tempistica questo articolo viene pubblicato ora. Sarà una coincidenza, ma nell’attuale delicata situazione del «dossier dei dazi», si percepisce pienamente l’importanza del dialogo e della collaborazione.
Viviamo in un mondo dove spadroneggia la prevaricazione.
I grandi della terra, con la forza delle armi, la brama del denaro e con ostentato cinismo, trasgrediscono le leggi internazionali, calpestano i diritti umani, causando tragedie disumane a intere popolazioni. Esistono insicurezza, inaffidabilità e apprensione per il futuro. I desideri di pace dei popoli sono una chimera. Cosa dire?
Usiamo il monito di Papa Leone XIV, alla Plenaria delle Chiese Orientali (Catholica 28.06.25): «Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune?»
La Festa della Patria è l’occasione per riflettere sul significato di «bene comune». Basterebbe rispolverare le raccomandazioni del patrono San Nicolao della Flüe e i contenuti del giuramento del Grütli. Qui troviamo: libertà, solidarietà, minoranze, democrazia, federalismo. Sono valori di vita, maturati nonostante i periodi bui della Confederazione Elvetica, che hanno plasmato l’ordinamento politico e la vita sociale della Svizzera.
Additiamoli! Se ascoltati, si contrappongono all’intrinseca aggressività della persona umana.
È un dovere preservare e tramandare la memoria delle origini civili e cristiane e della loro cultura. Sono valori che formano una componente della vita comunitaria e ne rafforzano la coesione nazionale. Sono tradizioni, usi e costumi che non vanno annacquati dal multiculturalismo, ma rimanere vivi e meritevoli di rispetto, anche da coloro che intendono vivere in Svizzera.
A livello internazionale, il nostro Paese, con le sue competenze e tradizioni, svolga il ruolo di costruttore di pace. Difesa dei diritti umani, collaborazione e dialogo siano le linee guida dei nostri rappresentanti. Evidentemente nel rispetto della neutralità (che deve pure adeguarsi ai tempi) e nella salvaguardia delle libertà istituzionali (che non sono in vendita).
Le origini civili e cristiane generano sempre valori di vita. Con la bussola della «buona volontà» si può istaurare un dialogo costruttivo tra le Nazioni e trovare le coordinate del rispetto e della reciprocità, e rimettere così il mondo sul cammino (ora smarrito) della convivenza pacifica.
All’odierna società multietnica e multiculturale: Additiamo i valori svizzeri.
Giacomo Falconi, presidente onorario di GenerazionePiù