Rassegne

La ragione del racconto

Da giovedì 18 a domenica 21 agosto la 22. edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo
© CdT / Archivio
Mattia Darni
12.08.2022 06:00

«Che basta un colpo di vento per»: questo è il motto della XXII edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo che, da giovedì 18 a domenica 21, propone spettacoli, incontri, momenti musicali e tanto altro. «L’espressione è tratta da una poesia di Antonio Catalano», rivela Sofia Perissinotto della commissione artistica. «Le folate di vento spazzano via la polvere facendo emergere ciò che celava. La forza evocativa dell’immagine rappresenta bene l’idea che sta alla base della programmazione del Festival, soprattutto per quanto attiene alle proposte per i più piccoli con le quali intendiamo andare oltre la superficie».

La gioventù oltre gli stereotipi
Storicamente, una delle colonne portanti della rassegna è l’attenzione riservata al pubblico giovane. Ed è proprio in base a ciò che gli organizzatori hanno pensato ad un momento di riflessione intitolato Narrare senza stereotipi. «Esso parte da due interrogativi: “Che cosa abbiamo raccontato per anni e continuiamo a raccontare all’infanzia?” e “Quanto i contenuti di tali storie sono imbevuti di stereotipi e come negoziarli?”», spiega la nostra interlocutrice.

Oltre ad alcuni momenti laboratoriali pensati sia per gli adulti sia per i bambini, il progetto – che coinvolge artisti, educatori, insegnanti e famiglie – prevede, sabato 20 alle 14.00, un incontro intitolato Un gesto di cura che parte dall’infanzia. Per una narrazione libera da stereotipi durante il quale dialogheranno tra loro l’attivista e bibliotecaria Cecilia Caleo, la studiosa e formatrice Rossella di Benedetto, i componenti della compagnia Maniaci d’Amore e l’attrice Irene Serini.

La tematica, inoltre, verrà portata in scena sabato 20 e domenica 21 alle 18.30 grazie allo spettacolo Siede la terra. Fenomenologia della pettegola della compagnia dei Maniaci d’Amore che si concentra sui meccanismi velenosi dei piccoli paesi e sulle logiche maschiliste e razziste che spesso guidano le narrazioni. La questione sarà nuovamente abbordata in Abracadabra - Incantesimi di Mario Mieli [studio #3] di e con Irene Serini che porta sul palco parte della ricerca sull’identità di Mario Mieli, intellettuale visionario tra i fondatori del movimento omosessuale italiano. Domenica 21 alle 14.00 si terrà anche la conferenza di Irene Serini e Raffaella Colombo Mario è l’anagramma di amori.

Tra le molte rappresentazioni in cartellone rivolte ai più piccoli, diverse hanno quale punto di partenza un racconto dei fratelli Grimm, pensiamo a Il pescatore e sua moglie e a I Musicanti di Brema della compagnia Nicole & Martin o a I tre capelli d’oro del diavolo dei Giullari di Gulliver. Ad un altro caposaldo della letteratura per l’infanzia, Hans Christian Andersen, si ispira invece L’usignolo, sempre dei Giullari di Gulliver.

Scoiattolo e Leo di Roberto Capaldo e Amiche per la coda della compagnia Grande Giro sono invece accomunati dal tema dell’amicizia.

Tre spettacoli, infine, sono dedicati a chi è alle prese con gli interrogativi e le prime evasioni dell’adolescenza: Bolle di sapone di Khora.Teatro, Tre dell’Associazione Culturale ScenaMadre e Tarzan ragazzo selvaggio di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia.

Un teatro impegnato
Altra colonna portante del Festival internazionale di narrazione di Arzo sono gli spettacoli rivolti agli adulti. Guardando ai descrittivi delle pièce, il dato che emerge è che sono tutte accomunate da temi complessi di portata civile che inducono lo spettatore a riflettere. La scelta, ovviamente, non è casuale. «Il nostro festival è figlio del teatro di narrazione degli anni Ottanta e Novanta la cui natura è tipicamente impegnata», racconta Sofia Perissinotto. «L’attenzione per i temi complessi è dunque una linea che ha da sempre accompagnato la rassegna».

Ad inaugurare le proposte per i più grandi è, giovedì 18 alle 21.30, Big Data B&B di e con Laura Curino e Beatrice Marzorati. Lo spettacolo, che nasce dalla collaborazione della Curino con un pool di docenti del META network del Politecnico di Milano che riunisce studiosi per una ricerca sugli effetti delle tecnologie, porta in scena la complessità dello sviluppo scientifico. «Il progresso tecnologico allevia la fatica. Ogni passo avanti serve a delegare alla macchina gli sforzi umani. Ogni nuovo compito demandato, tuttavia, comporta anche una delega della capacità delle persone di prendere decisioni, fare scelte ed esercitare la responsabilità», spiega in una nota di regia Laura Curino. La riflessione sul tema prosegue poi venerdì 19 alle 18.30 con un incontro aperto al pubblico durante il quale le attrici dialogheranno con Roberta Carpani, studiosa e docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Lo stesso giorno, ma alle 21.30, Alessandro Sesti e Alfonso Russi raccontano, con Ionica, la violenza della ’ndrangheta e l’asprezza della Calabria dando voce e corpo alla storia di Andrea Dominijanni, un testimone di giustizia che nel 2014 ha deciso di denunciare l’organizzazione criminale e che, da allora, vive sotto scorta.

Per la prima volta ospite del festival, la giovane compagnia Usine Baug propone, sabato 20 alle 21.30, Topi, a 20 anni dal G8 di Genova. La rappresentazione, attraverso l’unione di ricostruzione storica e invenzione scenica, prova a presentare nella sua complessità uno degli eventi più tragici nella recente storia d’Italia. La questione sarà poi affrontata dalla compagnia in un dialogo con la sociologa e parlamentare MPS Angelica Lepori e l’avvocato e presidente del Festival Marco Mona in un incontro aperto al pubblico domenica 21 alle 16.00.

Quel centro di gravità permanente
Dopo l’esperienza diffusa dello scorso anno, che ha visto gli spettacoli in scena anche nelle località di Meride e Tremona, il Festival di narrazione torna a concentrarsi soprattutto nel borgo di Arzo; mantenendo, tuttavia, una parte ristretta della programmazione a Meride.

Novità degna di nota è altresì l’impronta verde che l’appuntamento ha deciso di darsi. Grazie ad una convenzione che riguarda l’intero territorio cantonale, infatti, i biglietti della manifestazione saranno validi anche come titoli di trasporto.

Il programma completo e sempre aggiornato del Festival così come i biglietti si trovano qui.

Scopri di più sugli eventi in programma dal 12 al 18 agosto sfogliando «AgendaSette» n. 32, in allegato venerdì al «Corriere del Ticino» e sempre a portata di smartphone e di tablet con l'app CdT Digital.