Attualità

Bernard Arnault e quello scacco matto da Lugano

Acquistata dal patron di Louis Vuitton con una regia ticinese la villa con la vigna di Leonardo
Gli interni di Casa degli Atellani che si trova a Milano di fronte a Santa Maria delle Grazie e al famoso refettorio dove Leonardo da Vinci dipinse l’Ultima Cena tra il 1495 e il 1498 su invito di Ludovico il Moro
Prisca Dindo
17.09.2023 06:00

Lui si trincera dietro un classico «no comment». È nel suo stile. Tuttavia, a coordinare la vendita a Milano di Casa degli Atellani con la Vigna di Leonardo a Bernard Arnault, il «grand patron» del colosso francese del lusso LVMH (di cui fanno parte marchi come Vuitton e Christian Dior), sarebbe stato Luca Soncini. A rivelare il nome del consulente indipendente luganese è stato Dagospia, il sito web sempre ben informato inventato da Roberto D’Agostino. Oltre alle informazioni raccolte dal noto giornalista italiano, le voci che circolano in modo insistente negli ambienti che hanno seguito da vicino lo sbarco a Milano di Arnault parlano proprio di lui: sarebbe stato il luganese, esperto in operazioni di finanza straordinaria M&A, a guidare l’acquirente e a portare a termine le complesse trattative svolte tra Italia e Francia. Soncini, che vanta alle spalle una lunga carriera nell’attività bancaria come dirigente operativo, sarebbe l’uomo chiave della clamorosa compravendita che ha suscitato un vespaio di polemiche in Italia. Arnault non ha comprato una dimora qualsiasi, bensì un gioiello del Rinascimento. Il valore storico del palazzo che si trova nel cuore di Milano è inestimabile.

Un vigneto in cambio dell’Ultima Cena

Perché? Casa degli Atellani si trova di fronte a Santa Maria delle Grazie e al famoso refettorio dove Leonardo da Vinci dipinse l’Ultima Cena tra il 1495 e il 1498 su invito di Ludovico il Moro.

Come ricompensa per il capolavoro, il duca di Milano donò al grande Maestro un pezzo di terra annessa alla Casa di proprietà degli Sforza. In quell’angolo di giardino Leonardo piantò una vigna, che alla sua morte lasciò in eredità al suo allievo prediletto.

Per anni non si sentì più parlare del vigneto. Fino al 2007, quando partirono le ricerche coordinate dall’Università degli Studi di Milano dei residui biologici del vitigno originale. Otto anni più tardi ci fu il reimpianto della Malvasia di Candia Aromatica. Oggi dai filari di vite di Casa degli Atellani si produce il vino La Malvasia di Milano, imbottigliato dal 2018 nei decanter che riprendono un disegno dello stesso Leonardo Da Vinci in uno dei suoi codici.

I primi contatti nel 2019

Qualcuno nel 2019, in concomitanza con il cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo, deve aver fatto sapere ad Arnault che lo storico palazzo dal richiamo incredibile di proprietà della famiglia Castellini Baldissera era acquistabile insieme al parco e alla sua famosa vigna. I primi contatti tra Soncini e il magnate del lusso, stando a voci ben informate, risalirebbero proprio a oltre tre anni fa, prima della pandemia. Sulla transazione di questi giorni gli interessati naturalmente non parlano e men che meno azzardano cifre, ma «il mercato» stima l’affare attorno a 160 milioni di euro. Non è la prima volta che l’uomo più ricco del mondo (il patrimonio di Arnault ammonta a 170 miliardi) «fa spesa» a Milano: nel 2013 sborsò quasi 33 milioni di euro per acquisire la proprietà dello storico caffè-pasticceria Cova che si affaccia su via Montenapoleone.

Il mecenatismo di Arnault

La passione per l’arte e la cultura di Arnault è nota. In Francia il nuovo proprietario di casa degli Atellani figura tra i mecenati più illuminati del Paese, insieme all’imprenditore multimiliardario François Pinault. All’indomani dell’incendio di Notre-Dame nel 2019 stanziò a nome del suo gruppo una donazione di 200 milioni di euro ed è merito suo se Parigi può vantare oggi un gioiello come la Fondazione Louis Vuitton. Per non parlare della sua collezione privata, che dal 2006 gli vale l’inclusione nella lista dei duecento migliori collezionisti al mondo di ARTnew.

Casa degli Atellani resterà aperta al pubblico

Ora Milano si interroga: che succederà alla Casa degli Atellani, al museo privato e alla Vigna di Leonardo che da qualche anno si può visitare? Il quotidiano italiano la Repubblica e diverse reti televisive testimoniano di un afflusso importante di visitatori che non vogliono perdersi quel giardino nel cuore di Milano prima di una chiusura decisa per fine settembre. Molti temono inoltre che la dimora venga trasformata in un albergo di lusso (tra l’altro già ora cinque appartamenti sono affittati per periodi brevi).

Da Parigi segnali tranquillizzanti

Da Parigi arrivano comunque segnali tranquillizzanti: quel luogo incredibile per importanza storica e culturale sarà ulteriormente valorizzato. La Casa degli Atellani continuerà dunque ad avere un uso privato, ma una parte, come oggi, sarà aperta al pubblico, il tutto di concerto con la Soprintendenza ai Beni Culturali e il Comune lombardo. Intanto la Milano «che conta» fatica a digerire l’acquisto di un ennesimo gioiello italiano da parte di uno straniero. Tuttavia, come dice bene Dagospia «non risulta che nessuna grande famiglia milanese o grande gruppo industriale si sia fatto avanti per scongiurare la vendita allo straniero».

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