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A proprio agio nei sogni

Dolce & Gabbana senza segreti
/ Monica Bellucci posa sullo sfondo del Lago di Como per la campagna della primavera/estate 2021 dedicata alla Devotion Bag, incarnando la sensualità mediterranea che è nel Dna di Dolce & Gabbana
Dina Aletras
Dina AletraseMicol Bozino-resmini
15.07.2021 17:25

Ogni sogno è un viaggio che può portare in qualche distante mondo fantastico oppure alla più intimista essenza di sé. Le creazioni di Dolce & Gabbana fanno sia l’una che l’altra cosa: trascinano lontano, in un universo fatto di grazia e bellezza, ma, allo stesso tempo, riportano sempre alle radici più profonde e autentiche della maison, come dimostra la loro interpretazione del più iconico capo del guardaroba femminile: il «little black dress». «Se dovessi scegliere un unico look per raccontare il nostro percorso - spiega Domenico Dolce - sarebbe un classico tubino nero decorato in pizzo, semplice, ma sensuale e sempre elegante.

È l’emblema di quello che i nostri clienti amano: la qualità, sentirsi a proprio agio con ciò che indossano, e sognare. Il nostro scopo non è solo quello di creare abiti belli, curati nei minimi particolari, ma anche trasmettere emozioni, far sognare le persone, raccontare la nostra storia, che è fatta di Italia, di radici, di bellezza, di cultura e di amore... L’amore è il motore di tutto. Da sempre. Non si tratta solo di lavoro, per noi la moda è vita, la nostra più grande passione». «Noi - prosegue Stefano Gabbana, nel corso di un’intervista dove le voci dei due designer si alterneranno continuamente, a dimostrazione di un’intesa alla base di un successo che dura da più di trent’anni - siamo come scrittori o cantastorie. Solo che anziché scrivere poesie, creiamo abiti, borse scarpe, accessori, gioielli... Tutto è espressione della nostra creatività, della storia che in quel momento desideriamo raccontare, del sogno che ci piacerebbe far vivere. Ed è proprio riuscire a suscitare un’emozione, un ricordo del passato, un sorriso, che ci riempie di gioia.

Per noi non esiste un complimento più bello da poter ricevere». A fare da fil rouge a questo universo creativo che comprende abiti, gioielli, orologi e prodotti beauty, è ciò che ha fatto grande la maison: il saper fare. Qualità, tocco umano e tempo sono gli elementi che, a detta dei due designer, caratterizzano la creatività italiana. «Noi italiani – prosegue Domenico Dolce - lavoriamo con pazienza, amore, spirito di sacrificio. Se una giacca necessita 10 ore di lavorazione, non ce ne metteremo 8 o 9 solo per finire il lavoro con anticipo. Al contrario, ci dedicheremo con passione perché tutto sia perfetto. E se qualcosa andasse storto ricominceremmo da capo. È proprio questo ciò che, oggi, cerchiamo di trasmettere ai giovani grazie alle Botteghe di Mestiere e all’atelier di ricamo a Milano, due realtà che abbiamo creato con l’obiettivo di tramandare e insegnare alle nuove generazioni l’amore per il fatto a mano e per la qualità». «Anche la parola artigianalità - gli fa eco Stefano Gabbana - è sinonimo di Made in Italy.

Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese che ha un patrimonio artistico e culturale incredibile e siamo orgogliosi di poter dare luce, con il nostro lavoro, alle maestrie artigiane che ancora oggi rappresentano l’eccellenza. Gli artigiani sono tutto: mantengono in vita le tradizioni, i segreti del mestiere, quel saper fare antico che dobbiamo proteggere a tutti i costi. L’artigianato è una forma d’arte e come tale ha bisogno dei suoi tempi». Tempo, ma anche tanta passione e tenacia, la stessa che ha portato i due stilisti dall’inizio a Polizzi Generosa, paesino siciliano sulle colline a più di un’ora di macchina dal mare, a Milano, prima, e alla conquista del mondo, poi. «Quando abbiamo iniziato nel 1985 - ricorda Stefano Gabbana - eravamo una realtà piccola: Domenico, io e pochi altri collaboratori. Abbiamo lavorato moltissimo i primi anni senza mai un giorno di vacanza, e abbiamo fatto tantissimi sacrifici. Non avevamo tanti soldi, ma la passione per la moda non è mai mancata: abbiamo sempre osato nella vita; anche con un pizzico di incoscienza è vero... Ma è così che siamo diventati quello che siamo oggi. Noi lavoriamo prima di tutto per amore, non per business o marketing, poi certo questi aspetti sono importanti, ma senza un sentimento vero non saremmo andati da nessuna parte. E ci confrontiamo su tutto, ci piace scambiarci idee, pareri, opinioni.

A volte iniziamo un discorso e ci ritroviamo a parlare di tutt’altro, ricordando gli anni passati, le prime collezioni... Lavoriamo insieme da sempre, da più di 35 anni ormai; onestamente io non saprei come fare senza Domenico!». Un sentimento reciproco: «Io e Stefano - aggiunge Domenico Dolce - siamo due lati della stessa medaglia. Certo non andiamo sempre d’accordo. Capita di discutere e avere idee diverse su come realizzare quell’abito o quella giacca. Io di solito sono per la linearità delle forme, Stefano metterebbe stampe e ricami ovunque. Ci compensiamo». Anno dopo anno, le collezioni che nascono sono quindi un mix bilanciato e creativo delle differenti passioni di due persone che, insieme, hanno scritto il loro capitolo nella storia del costume, sempre cercando di catturare lo spirito del tempo. Uno spirito che, oggi più che mai, ha bisogno di sognare. «Le persone– spiega Stefano Gabbana - si vestono per piacersi. Anche se per il momento ci sono forse meno occasioni di prima per sfoggiare abiti da sera, crediamo che nel privato le persone continueranno a cercare una bella storia, un vestito o un accessorio che sia anche una favola: a cercare sogni fatti di tessuto».