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Il casting del tempo

Corto sull’orologeria e le sue star più celebri
Martin Sheen in «Apocalypse Now» (1979) con un Seiko 6105. Nella pagina a fianco,
Augusto Bassi
18.07.2021 22:08

Fra cinema ed orologeria esiste, dall’invenzione del primo, una relazione quasi mistica. L’orologio non è solo la gabbia dell’oppressione temporale dove l’uomo è crocifisso come il Freder di Metropolis nell’enorme quadrante che segna le interminabili 10 ore di lavoro, ma anche un contenitore che immobilizza qualcosa di inarrestabile.

Chiunque abbia parlato con un connaisseur di haute horlogerie sa quanto vere siano le parole di Walter Benjamin: «Il collezionista è legato a un rapporto con gli oggetti che non ne mette in primo piano il valore funzionale, egli li studia e li ama in quanto scena e teatro del proprio destino». Immaginate l’anonimo acquirente del segnatempo da polso più costoso della storia – un Rolex Cosmograph Daytona ref. 6239 battuto all’asta nel 2017 a 17,8 milioni di dollari; per tale risibile somma di denaro questo cultore ha visto confluire al proprio polso il destino del «Paul Newman» di Paul Newman.

Proprio a causa di questa fusione fra ideale e tangibile, fra fatale e strumentale, fra un orologio e chi l’ha reso famoso, i modelli apparsi al cinema possono aver seguito itinerari diversi. Quando vediamo un esemplare calato in una storia, non è detto sia stato selezionato dal costumista o dalla produzione. In molte circostanze fu la star a imporre una particolare referenza al proprio personaggio. Come il celeberrimo Rolex GMT-Master ref.1675 che Marlon Brando indossò durante le riprese di Apocalypse Now, battuto all’asta da Aurel Bacs nel 2019 per una cifra prossima ai 2 milioni di dollari.

Il fondello reca la scritta «M. Brando». Fu lo stesso attore a volerlo per il Colonnello Kurtz e sempre lui decise di asportare la ghiera girevole per dargli un’aura inselvatichita. Robert Redford ha spesso fatto indossare ai suoi personaggi gli orologi che portava d’abitudine, preferibilmente in acciaio e, lui mancino, sul polso destro. Come nel caso del Rolex Submariner ref.1680 di Bob Woodward in Tutti gli uomini del presidente. A dicembre 2020 durante l’evento Racing Pulse organizzato da Phillips ha superato i 2 milioni di dollari il leggendario Heuer Monaco che Steve McQueen indossò mentre pilotava la Porsche 917 in Le Mans. Il fondello reca la scritta «To Haig Le Mans 1970», perché fu regalato dallo stesso «King of Cool» al suo meccanico personale, Haig Alltounian. Pochi oggetti hanno definito una temperie e uno uomo come l’Heuer Monaco Calibre 11.

/ Protagonisti dell’azione, John David Washington e Robert Pattinson in «Tenet» di Christopher Nolan.
/ Protagonisti dell’azione, John David Washington e Robert Pattinson in «Tenet» di Christopher Nolan.

Quando un segnatempo di prestigio appare in un film, l’appassionato tende a percepirlo come un attore. Ma vi sono casi in cui è la stessa sceneggiatura a renderlo tale. Chiunque abbia visto il film Interstellar del 2014 sa che l’Hamilton Khaki Field posseduto dal protagonista Joseph Cooper-Matthew McConaughey e lasciato alla figlia «Murph» prima di partire in missione nello spazio rappresenta la chiave pulsante della sceneggiatura dei fratelli Nolan. Sarà proprio l’orologio, infatti, a farsi unico strumento di comunicazione fra padre e figlia. Cinque anni dopo l’uscita del film, Hamilton ha messo in produzione l’orologio, noto proprio come «Murph», che presenta una deliziosa citazione invisibile ad occhio nudo: l’incisione «Eureka» in codice Morse sulla lancetta dei secondi.