La domenica del Corriere

Alle urne senza certezze

A due settimane dal voto, l’imposta di circolazione continua a generare discussioni – Gobbi: «Iter parlamentare tortuoso» – Passalia: «Al cittadino importa risparmiare» – Durisch: «Mano tesa alle famiglie»
La regia di Teleticino nel corso della puntata andata in onda ieri sera. © CdT/Chiara Zocchetti
Red. Cantone
16.10.2022 19:00

Un groviglio di cifre, numerosi fronti, un intenso dibattito politico. Sì, l’imposta di circolazione – a due settimane dal voto – continua a dividere e a confondere. Gianni Righinetti, vicedirettore del Corriere del Ticino, ha affrontato il tema a La domenica del Corriere assieme a Norman Gobbi (direttore del Dipartimento delle istituzioni), Marco Passalia (vice presidente Il Centro), Alessandro Speziali (presidente PLR), Ivo Durisch (capogruppo PS in Gran Consiglio) e Marco Doninelli (direttore UPSA). Righinetti è partito riavvolgendo il nastro: «Se oggi siamo qui a discutere, è perché il Governo ha deciso di aumentare considerevolmente l’imposta di circolazione. Perché quella scelta?», ha chiesto a Gobbi. «Non è stato solo l’Esecutivo, la misura rientrava infatti in un pacchetto votato a larga maggioranza per riequilibrare le finanze. Successivamente, vista l’evoluzione delle casse cantonali, è stata fatta una riduzione di 5 milioni di franchi. Tre anni fa abbiamo poi presentato un messaggio in risposta all’iniziativa del 2017. Un messaggio rimasto tuttavia parecchio tempo in giacenza in Commissione. L’iter parlamentare in questo caso è stato più tortuoso del previsto». In seguito la parola è passata a Doninelli. «Bisogna rimanere alla situazione attuale?», ha chiesto Righinetti. «Abbiamo sollevato dubbi sapendo che la situazione a livello di omologazione delle automobili è cambiata tra il 2017 e oggi. Sono stati introdotti nuovi cicli di omologazione e questo ha portato a una situazione complicata a livello di emissioni di CO2. Due valori dati da due differenti sistemi di omologazione non potevano essere utilizzati nella stessa formula. Di qui le nostre simulazioni, che hanno evidenziato dei difetti». Il Centro è stato uno dei protagonisti della vicenda con un’iniziativa forte di 12.114 sottoscrizioni. Un’iniziativa che però non è stata esente da magagne. «Le magagne interessano poco ai cittadini», ha ribattuto Passalia. «A loro importa che a partire dal 2023 ci sarà un’imposta di circolazione più bassa e più semplice. Noi abbiamo solo interpretato il malessere popolare. Per questo abbiamo voluto apportare delle correzioni. Le critiche dell’UPSA vanno bene ma devono essere costruttive. Gli specialisti non sono arrivati con un approccio costruttivo. La nostra proposta, invece, è chiara. L’imposta sarà più bassa per la stragrande maggioranza dei cittadini». «Di quanto?», ha sollecitato Righinetti. «Di 25 milioni», ha replicato Passalia. Il PLR invece non ha una posizione in merito. Lascia libertà di voto. «Il partito ha una posizione», sottolinea Speziali. «Abbiamo sempre detto che è ingiusto che in Ticino l’imposta sia più alta rispetto al resto della Svizzera. Finora però le due proposte non sono ancora chiare. Mi chiedo dunque se abbia senso votare una legge non ancora definitiva». In ballo c’è però anche un controprogetto di PS e Verdi. «Abbiamo cercato di migliorare la proposta dell’iniziativa, introducendo correttivi quali l’utilizzo del manto stradale, quindi la massa, e la potenza, che differenzia le auto sportive e di lusso dalle utilitarie», ha aggiunto Durisch. «Inoltre, andiamo ad aiutare le famiglie con una riduzione dell’abbonamento Arcobaleno». Righinetti, poi, è tornato a chiedere se sia giusto andare al voto su un’imposta che richiederà comunque dei correttivi. «L’unica verità condivisa da tutti è che il sistema attuale non va più bene» ha «sentenziato» Gobbi. «L’intenzione del Governo è dunque di porre fine al sistema, poi si potrà intervenire. La mia preferenza sulle proposte al voto? Quella che sceglierà il popolo. Il ruolo del Governo è di essere neutrale e di mantenere la calma. Nel dibattito di imprecisioni ne sono emerse diverse».

Doninelli ha risposto così a Passalia: «Deve essere onesto. Il primo approccio lo abbiamo fatto bussando alla Commissione, ma la risposta è stata una telefonata di due minuti con Passalia che non ha risolto nulla. Non siamo stati presi in considerazione». «Ricordo una telefonata di 15 minuti» ha replicato sorridendo Passalia. «Ma al cittadino non importa. Vuole capire se, a fronte di tantissimi rincari, potrà risparmiare qualcosa sull’imposta di circolazione».

E, infine, due domande dirette a Durisch e Passalia: conviene di più l’iniziativa o il controprogetto? Durisch: «Noi facciamo il budget della famiglia, e da questo punto di vista la nostra proposta è migliore». Per Passalia, «la nostra è in generale la più vantaggiosa, anche perché creiamo una corrispondenza fra costi della strada e introiti che arrivano da quel settore. Come fosse un fondo strade. E poi, in futuro il Governo non potrà più avere l’esclusiva sul cambio dell’imposta». Ad ogni modo, indipendentemente dall’esito del voto, bisognerà rimetterci mano. «Le varianti sono pronte, l’obiettivo è mettere in vigore con il 1. di gennaio la volontà popolare» ha concluso Gobbi.