La domenica del Corriere

All'orizzonte sgravi e tagli

Scontro di vedute sulla votazione del 18 giugno e sulla manovra di rientro dettata dal decreto Morisoli – Centro, UDC e PLR sottolineano il bisogno di aiutare il ceto medio, i progressisti non condividono il metodo
Gli ospiti in studio: Ferrari, Canetta, Galeazzi, Bourgoin, Gendotti e Maderni. ©CdT/Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
11.06.2023 20:15

Sgravi fiscali, ci risiamo. Il 18 giugno si voterà su una nuova proposta, che stavolta prevede di alleggerire i premi per chi ha figli a carico. È questo il primo tema affrontato nella puntata de «La domenica del Corriere», in onda questa sera a Teleticino e condotta da Gianni Righinetti. Presenti i deputati Cristina Maderni (PLR), Samantha Bourgoin (Verdi), Maurizio Canetta (PS), Sabrina Gendotti (Centro), Lea Ferrari (PC) e Tiziano Galeazzi (UDC). Si parte proprio da quest’ultimo, vice sindaco di Lugano. «Il ceto medio verrà davvero aiutato dalla proposta?», chiede Righinetti. «La vera domanda è se esiste ancora il ceto medio», esordisce Galeazzi. «Ma se esiste, va aiutato perché è quella fetta di popolazione che ‘‘tiene i conti’’», pagando le tasse. È dunque giusto sostenerla, visto che chi si trova al di sotto del ceto medio riceve già oggi dei sussidi. Ferrari e il Partito comunista comprendono la pressione dovuta ai premi di cassa malati, «ma non è questa la via giusta». «Non abbiamo però sostenuto in maniera convinta la raccolta firme perché non vogliamo che passi l’idea del ceto medio come bersaglio». Per la deputata, bisogna invece puntare su un’imposizione fiscale «più progressiva, e andare a prendere i soldi laddove ci sono, ossia nei grandi capitali». Ma allora, il ceto medio viene aiutato o meno con questa proposta di sgravio? «È un progetto moderato, concreto, senza burocrazia e che va ad aiutare già a partire da quest’anno le famiglie del ceto medio, circa 32.000 famiglie secondo i calcoli», rileva Maderni. «L’idea è aiutare le famiglie con figli, con deduzioni che sono le stesse che vengono applicate nella maggior parte dei Cantoni». «Nessuno vuole negare un aiuto al ceto medio, ma è lo strumento che noi contestiamo», ribatte invece Bourgoin. «Andiamo con aiuti mirati al ceto medio, non innaffiamolo a pioggia», in un momento comunque difficile per le casse dello Stato. «La proposta va in soccorso delle famiglie con figli, dunque è mirato», spiega invece Gendotti. «Il Canton Ticino già oggi dà 340 milioni di franchi annui per sussidi di cassa malati. C’è però il ceto medio, con redditi da 150 mila franchi, che non ha accesso a questi aiuti. È meglio agire con un aiuto fiscale piuttosto che aumentare la fascia delle persone che avrebbero diritto ai sussidi».

«Non bisogna difendere a ogni costo il nostro sistema fiscale», rileva Ferrari. «È un sistema complicato, i facoltosi possono permettersi i fiduciari per l’ottimizzazione fiscale e tutti gli altri devono arrangiarsi. Il ceto medio non dovrebbe farsi allettare da queste proposte che in realtà non risolvono nulla». «Abbiamo la deduzione per la cassa malati più alta di tutta la Svizzera», dice Canetta. «Centrale, invece, è il tema della progressione, perché uno sgravio fiscale è progressivo nel senso che sgrava di più le categorie con reddito alto. Ecco perché questa proposta non è mirata. Noi avevamo proposto invece di allargare la fascia di chi beneficia dei sussidi. Che sono categorie che già oggi fanno fatica e che soffrono gli aumenti dei premi. Non è con la fiscalità che si fa politica sociale. Non bisogna aiutare chi non ne ha bisogno».

L’autunno caldo

Righinetti, poi, ha introdotto il secondo tema della puntata: i tagli. Sì, sarà un autunno caldo per il Cantone. «La linea guida è il rigore finanziario, bisogna rispettare il cosiddetto “decreto Morisoli” per il pareggio di bilancio nel 2025», ricorda Galeazzi. «Risparmi? Si è già parlato della cosiddetta Cittadella della giustizia». «I fautori del decreto Morisoli parlano di non indebitare le generazioni future, eppure in autunno ci troveremo tagli importanti che davvero colpiranno le generazioni future», spiega invece Ferrari. «Una logica violenta». «Il compito dei tagli spetta al Governo», ricorda Maderni. «Il pareggio era già una necessità. La spesa non può crescere di un miliardo ogni dieci anni, come accaduto in Ticino, è giusto ottimizzare». «Il decreto Morisoli va proprio nella direzione di tagliare le prestazioni sociali», ribatte Bourgoin. «Perché legare le mani al Governo, in una situazione internazionale già delicata?». «Gli investimenti vanno preservati, hanno un’accezione anticiclica, ma c’è margine per risparmiare», chiosa Gendotti. Per Canetta, invece, «non si può definire tutto ottimizzazione. Il vero tema sarà verificare quanto le promesse di non tagliare le zone sensibili saranno mantenute».

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