La domenica del Corriere

Animi caldi verso il voto

Il cosiddetto «decreto Morisoli» divide la politica ticinese in vista del 15 maggio – Pamini: «Orienterà la finanza pubblica» – Durisch: «Si agisce solo con le forbici» – Gianella: «Non vanno aumentate le imposte»
L’obiettivo del decreto? Raggiungere il pareggio di bilancio entro fine 2025. © CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
10.04.2022 20:00

Il 15 maggio, unitamente a tre oggetti federali, in Ticino saremo chiamati a esprimerci sul cosiddetto “decreto Morisoli”, che prende il nome del suo promotore in Parlamento. Si tratta di un testo di legge che fissa l’obiettivo del pareggio del bilancio dello Stato entro il 2025, «con misure prioritariamente di contenimento della spesa, escludendo l’aumento delle imposte». In Gran Consiglio hanno difeso tale orientamento PLR-Lega-UDC, mentre si sono opposti sinistra e PPD. E ora, dopo che il referendum ha raccolto 10.028 firme, si voterà.

Fronti opposti

A La domenica del Corriere è andato in scena il braccio di ferro tra i favorevoli Alessandra Gianella (capogruppo PLR), Paolo Pamini (deputato UDC) e la vicecapogruppo della Lega Sabrina Aldi, e i contrari Ivo Durisch (capogruppo PS), Maurizio Agustoni (capogruppo PPD) e Samantha Bourgoin (vicecapogruppo Verdi). E dire che, ha fatto notare il conduttore Gianni Righinetti, tutto è nato un po’ per caso, con un emendamento al Consuntivo 2020. Sforzo minimo per un risultato politicamente massimo? «Questo lo lascio giudicare agli elettori - ha replicato Pamini - ma la cosa buffa è che per qualcosa che varrebbe poco si è lanciata in fretta e furia una raccolta firme, ipotizzando tutto quello che non sarà: tagli draconiani alle prestazioni e licenziamenti in tronco nell’amministrazione. O l’una o l’altra: o è declamatorio o si tratta di una decisione che ha il suo pregio e il suo senso. Secondo noi, servirà a instradare la finanza pubblica. Essenziale e vincolante è l’obiettivo di scongiurare l’aumento delle imposte». Per Durisch «non è stato panico, bensì una reazione di fronte a un obiettivo chiaro, un mandato politico di effettuare un risanamento agendo solo con le forbici. Significherebbe eliminare prestazioni ai cittadini. Oggi, un sì sarebbe pericolosissimo». Con la destra c’è il PLR di Gianella. Sempre convinta? «Assolutamente sì, va dato un chiaro orientamento politico di come spendere i nostri soldi. Ricordo che la soluzione del PS è solo una: aumentare le imposte, ed è ciò che noi, nella maniera più assoluta, non vogliamo. Limitiamo l’aumento della spesa. Su un budget di 4 miliardi di franchi è certamente possibile trovare un piccolo margine di manovra. Entro il 2025 va fatto, e senza incidere sui sussidi a vantaggio dei meno abbienti. Questo è fuori discussione». Un’affermazione che è parsa una risposta al PPD, schieratosi per il no dopo che in aula era stata bocciata la loro proposta di non andare a incidere su chi è già in difficoltà. Ma per Agustoni, «nella Costituzione, c’è già la regola dei conti in ordine. Questo decreto dice di mettere lungo la strada un altro cartello, replicando quello che già c’è. Io dico che, quando si dice di voler contenere la spesa, lo si fa, non si dice che lo si farà. E faccio notare che preventivi e consuntivi, che fanno testo di una spesa aumentata, sono stati approvati dal Governo e dal Parlamento. Anche io sono del parere che non vanno aumentate le imposte, ma questo non è un esercizio serio».

L'evoluzione della spesa

Insomma, siamo un po’ - ha osservato Righinetti - al “chi vuole tagliare e chi mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. Dal canto suo la leghista Aldi ha osservato che «non ci saranno tagli dalla sera alla mattina, si dovrà sempre passare dal Gran Consiglio per valutare cosa fare. Un caposaldo per noi è che non si deve agire sulle imposte. La Lega non transige». Per contro, Bourgoin ha osservato che «se ho un figlio da mandare all’Università e non sono in grado di pagare gli studi, chiedo una borsa di studio che poi rimborserò. Con questo decreto si chiede che la borsa di studio venga rimborsata prima che il figlio inizi a lavorare. Ciò non fa i conti con la realtà». «Quanto dicono sinistra e Verdi è terrorismo psicologico - ha aggiunto Gianella -, ora si tratta di definire priorità senza continuare a spendere». Durisch ha per contro concluso che «è ora di finirla con la storiella della spesa fuori controllo. Non è per nulla così: l’evoluzione della spesa è in linea con il PIL. E se abbiamo meno entrate, è a causa degli sgravi fiscali che hanno fatto diminuire le entrate. E le imposte non sono mai aumentate». Agustoni ha osservato che «non c’è da avere paura che con un no le imposte aumenteranno. L’aumento richiede un voto da parte del Parlamento. Sono certamente contrari, in Gran Consiglio, Lega, PLR, UDC ed è contrario anche il mio partito. I numeri non ci sono. Anche per aumentare il moltiplicatore cantonale occorrono i 2/3. Quindi questo non è un tema».