I conti che nessuno vuole

Guardare oltre il preventivo in rosso per quasi 100 milioni e alla relativa manovra di rientro da 120 milioni visti gli scenari finanziari «da brivido» dei prossimi anni oppure provare già entro fine dicembre a mettere mano con decisione nei conti? La politica ticinese è chiamata a compiere scelte rilevanti, che determineranno il futuro dei bilanci del Cantone. Si è discusso del tema a La domenica del Corriere condotta dal vicedirettore del CdT Gianni Righinetti assieme ai deputati Cristina Maderni (PLR), Lisa Boscolo (PS), Sergio Morisoli (UDC), Claudio Isabella (Centro) e Tamara Merlo (Più donne). In particolare, nella manovra di rientro, le misure sembrano sbilanciate. Sul fronte delle entrate sono stati proposti 80 milioni, su quello delle uscite 40 milioni. Una ripartizione giusta? «Di fronte a queste cifre è necessario discutere, perché la situazione è tragica», sottolinea Boscolo. «E lo sarà almeno fino al 2029. Dobbiamo uscirne insieme. Come partito, siamo preoccupati per le conseguenze delle misure». Si va, secondo la deputata socialista, a tagliare ancora sulle fasce più deboli della popolazione. «Non dobbiamo insistere solo sulle uscite». «Quando è stato presentato il Preventivo, il presidente del Governo Norman Gobbi ha detto che ‘‘ci vuole del coraggio’’», ricorda da parte sua Maderni. «Secondo me il preventivo non è coraggioso. Anche perché quando i cittadini hanno votato il decreto Morisoli hanno detto di non voler aumentare le imposte. Ma ciò che abbiamo visto negli ultimi tre preventivi è stato l’esatto opposto. In questi anni non è stata fatta una vera analisi sui punti che oggi non possiamo più permetterci. Non vedo misure incisive in questa direzione da parte del Governo». Anche per Isabella gli ultimi bilanci del Cantone sono stati votati non per convinzione. Semplicemente, in caso di bocciatura del preventivo, si blocca una parte della macchina statale. «Un blocco che crea molti problemi. A oggi non me la sentirei di approvare questo preventivo». L’elemento più importante, per il deputato del Centro, è trovarsi fra partiti per discutere sul futuro delle finanze cantonali. Al momento «stiamo guardando il dito e non la luna», dice. «Trovo disonesto quando un Governo dice che la manovra è caratterizzata dalla simmetria dei sacrifici», attacca invece Morisoli. «Simmetria un bel niente: si chiedono più soldi ai cittadini e si dà meno ad altri cittadini. Inoltre, che pacchetto è quello aumenta di 80 milioni le entrate e agisce sulla spesa per 40 milioni? Che equilibrio è? C’è anche uno sbilanciamento fra le misure di competenza dell’Esecutivo e quelle del Legislativo. È un Governo che da solo ammette la sua impotenza». «Non voterò il preventivo, come non voterò il consuntivo», sottolinea da parte sua Merlo. Per Più donne, manca la parità «non di bilancio, ma di genere». Come sempre, dunque, «farò opposizione» sui conti.
La discussione si sposta poi sulle misure concrete della misura di rientro. Cosa piace, e cosa invece non piace ai deputati del pacchetto? «La misura che proprio non mi piace è l’aumento dell’imposta di circolazione», osserva Maderni. «I cittadini, negli ultimi tre anni, si sono trovati tre differenti imposte di circolazione. È fastidioso. Per contro, una proposta interessante riguarda la legge sui sussidi cantonali, che impone una revisione e un monitoraggio ogni cinque anni». Boscolo, invece, lancia un auspicio: «Che il Governo proponga un piano urgente per implementare la nostra iniziativa sui premi di cassa malati». Per quanto riguarda le misure fortemente negative, la deputata PS cita invece l’adeguamento dei sussidi RIPAM e il taglio di 5 milioni dell’aiuto al settore dell’asilo. «La non sostituzione del 10% dei partenti va un filo nella giusta direzione», commenta invece Morisoli. «Una misura comunque ridicola». Per contro, «non mi piace assolutamente l’aumento delle stime immobiliari. Si va a tassare chi ha risparmiato una vita per mettere a posto i conti. Questo significa setacciare ancora una volta il ceto medio». «Detto con una battuta, accettiamo quella misura che evita di lucidare i pavimenti ogni tre anni anziché due», dice invece Isabella. «Quella che invece non possiamo accettare è quella relativa all’aumento dell’imposta di circolazione». Merlo, invece, vede di buon occhio l’aumento delle stime immobiliari «e la mancata consegna dei ‘libroni’ contenete il preventivo» come forma di risparmio. Fra le misure bocciate da Più donne, invece, c’è la mancata sostituzione nella misura del 10% dei dipendenti pubblici».
