La domenica del Corriere

Il Ticino tra luci e ombre

I tempi sono difficili, ma gli stereotipi su economia, finanze e lavoro, fin troppo facili - Un dibattito tra tecnici per discutere delle difficoltà del presente con un po’ d’ottimismo - La variabile dell’invecchiamento
Gli ospiti di Gianni Righinetti: Sara Carnazzi Weber, Luca Bolzani, Christian Vitta, Barbara Antonioli Mantegazzini e Generoso Chiaradonna. ©CDT/Gabriele Putzu
Gianni Righinetti
09.10.2022 20:03

Sono tempi difficili un po’ per tutti e la cosiddetta «tempesta perfetta» rischia di diventare un uragano per una larga fetta della popolazione. Oggi è più facile vedere tutto nero che cogliere qualche raggio di sole. A La domenica del Corriere con il vicedirettore del Corriere del Ticino Gianni Righinetti si è cercato di cogliere anche ciò che ci fa ben sperare. Il punto di partenza è stato lo studio del Credit Suisse dedicato al nostro cantone sulle «Prospettive economiche regionali». A dare il via Sara Carnazzi Weber responsabile per il CS delle analisi politico-economiche: «Abbiamo notato come il Ticino abbia vissuto a partire dalla metà decennio scorso difficoltà, molte difficoltà. A pesare tanti fattori negativi che sono proseguiti fino al 2019-2020, poi è arrivata la pandemia, ma se guardiamo nell’insieme dobbiamo dire che l’economia si è ripresa e notiamo una crescita nei settori a forte creazione di valore». Ecco il «la» per pensare in positivo: «La fotografia fatta – ha dichiarato il direttore del DFE Christian Vitta – metta a fuoco alcuni aspetti interessanti. I cambiamenti descritti sono anche il frutto di una strategia che ci siamo dati nell’ambito dell’innovazione, volta a portare valore aggiunto alla realtà cantonale. Si tratta di seminare per poi raccogliere e i segnali positivi andranno poi verificati nei prossimi anni. Noto anche io il nascere di attività nuove. Il post pandemia mostra un tessuto economico che ha reagito e ha saputo diversificare. Il periodo rimane comunque incerto».

Per Barbara Antonioli Mantegazzini (vicedirettrice dell’IRE) rimane l’elemento del rincaro dell’energia: «Oggi anche a causa del conflitto in corso (ma non solo), registriamo rincari e torna il tema della eterogeneità. Lo è il Ticino e pure la Svizzera. Se guardiamo la cartina della Elcom si vede una grande differenza con il Ticino che sostanzialmente con una media di crescita del 27% (con diversità tra Sottoceneri e Sopraceneri) ci sono altri cantoni, come Argovia e Ginevra, dove il rincaro è ancora più evidente».

Il caporedattore economia al Corriere del Ticino Generoso Chiaradonna ha parlato di lavoro, «con il dato della disoccupazione sotto al 2% per la Svizzera e in Ticino per settembre è stato del 2,4%». Rimangono «nuvole nere all’orizzonte e le incognite sono molte. E questo lo diciamo alla luce della tenuta post Covid in presenza però, non dimentichiamolo, di un forte intervento pubblico che aveva reso tutti un po’ resilienti. Oggi le cose sono un po’ diverse e non sono molto ottimista sul futuro».

In studio c’era anche Luca Bolzani, presidente della Fondazione Agire che ha parlato di «innovazione». Ma qual è il senso profondo del termine? ha chiesto Righinetti. «Agire oggi si prefigge di essere operativa laddove è necessario esserci per la crescita e lo sviluppo». Un passaggio dall’accademico al pragmatico, al territorio «orientati verso le imprese, perché l’innovazione serve ed è compiuta se viene raccolta dalle imprese».

Anziani e opportunità

Righinetti ha poi tematizzato la questione del declino demografico e dell’invecchiamento della popolazione, pure considerato dal CS nel suo studio: «Il grado d’invecchiamento in Ticino è il più alto di tutta la Svizzera. Il Ticino invecchia rapidamente e già dal 2012 registra più decessi che nascite. In sostanza non cresce più – ha evidenziato Carnazzi Weber – ma ha potuto svilupparsi grazie all’immigrazione». Poi è arrivato il crollo di questo fenomeno il Ticino ne ha fortemente risentito, ma nel 2021 siamo tornati ad avere una crescita demografica positiva: «Il potenziale in Ticino c’è». Per Antonioli Mantegazzini «la variabile va considerata per calibrare le politiche adeguate. Ideale sarebbe riuscire a trattenere anche i talenti, questa è la sfida». Ticino terra per pensionati e anziani, ha aggiunto Righinetti rivolgendosi a Vitta: «La presenza di anziani non è incompatibile con la presenza di giovani. Gli anziani generano anche delle attività specifiche. Un dato di fatto per vederne le opportunità anche per i giovani». Innovazione e invecchiamento sono incompatibili? «Per principio sono fenomeni distinti, ma tocca a noi preparare le condizioni per fare in modo che il Ticino venga identificato come un cantone per sviluppare attività». E Chiaradonna, in conclusione, ha detto che «restando al saldo naturale l’economia non può crescere ed è destinata a declinare. Ma non è il caso perché restiamo attrattivi».