«La lista con i democentristi? Qualcuno nella Lega ha la tessera UDC»

MELIDE - Non sono mancate le frecciatine e alcune dichiarazioni fuori dagli schemi durante l’ultima puntata di Piazza del Corriere. Ospiti di Gianni Righinetti su TeleTicino, su determinati dossier i cinque candidati al Governo Claudio Zali (Lega), Raffaele De Rosa (PPD), Tamara Merlo (Più donne), Germano Mattei (MontagnaViva) e Massimiliano Ay (Partito comunista) non hanno infatti usato tanti giri di parole. Considerata la presenza del consigliere di Stato uscente Zali l’accento è stato posto a più riprese su temi legati al territorio e alla mobilità. E proprio al proposito – riflettendo su opere come il collegamento A2-A13 verso il Locarnese - chi ha preso la parola ha tirato le orecchie alle autorità federali. «C’è una difficoltà oggettiva a ottenere i finanziamenti da Berna o è il solito lamento cantonticinese?» ha chiesto Righinetti. «È un problema diffuso in diversi Cantoni» ha rilevato il candidato del PPD Raffaele De Rosa: «La realtà è che a livello federale disponiamo di mezzi finanziari insufficienti per le opere strategiche. Non è normale che infrastrutture importanti come il collegamento autostradale verso il Locarnese impieghino 30 anni per essere realizzate. Parliamo di opere fondamentali, per il cui finanziamento sembra sempre di andare a Berna con il cappello in mano». Dello stesso avviso anche Zali: «Mi accodo alle riflessioni di De Rosa. La dotazione del Fondo dell’infrastruttura ferroviaria, ad esempio, è stato lungamente discussa: 7 miliardi e qualcosa o 11 e qualcosa? Alla fine si è optato per il secondo importo, ma con un po’ più di coraggio si sarebbe potuto mettere sul tavolo 50 miliardi. Così non avremmo dovuto prolungare di un cinquantennio il prolungamento di AlpTransit. E lo stesso deve valere per l’infrastruttura stradale, per la quale è stato accumulato un importante ritardo. Il trasporto pubblico, che cerchiamo di privilegiare in ogni modo, non ha in effetti la capacità di assorbire tutta la richiesta di mobilità». In questo contesto, ha rilevato Zali, «fa sorridere il ricorso contro 2 milioni di investimenti per i semafori al posto delle rotonde sul Piano di Magadino, quando il Cantone necessiterebbe di ben altro».
Ma a Piazza del Corriere sono andate in scena anche le prime scaramucce elettorali. A immagine di Zali che è tornato sul matrimonio tra Lega e UDC. «È vero, avrei gradito una lista in solitaria» ha affermato il consigliere di Stato. Per poi aggiungere: «Resto convinto che la Lega avrebbe avuto le risorse necessarie per portare a casa il risultato auspicato, cioè la conferma dei due uscenti». Zali non è però riuscito a convincere il collega leghista di Governo Norman Gobbi, al contrario favorevole all’unione delle forze con i democentristi. Perché? «È un tema sul quale è possibile avere delle divergenze d’opinione. Poi magari uno ha la tessera dell’UDC e l’altro no. Questo spiega in parte le divergenze». È una frecciatina a Gobbi, ha chiesto Righinetti, pronta e con il sorriso la replica di Zali, «no è una battuta».