Aziende tech

Idee, startup e brevetti: l’innovazione passa (anche) da qui

La Svizzera si conferma una nazione al vertice dell’innovazione, come mostrano molte indagini e classifiche.
17.11.2022 09:30

Fra le eccellenze elvetiche vi è certamente la tensione verso l’innovazione. Al punto da essere la Svizzera sia al primo posto nell’ultimo European Innovation Scoreboard 2022 stilato dalla Commissione Europea sia al vertice del Global Innovation Index, per la dodicesima volta consecutiva. Quest’ultima è una classifica che analizza 130 Paesi al mondo e che viene pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale. In sintesi, si valuta la capacità di innovare di un Paese a fronte di 80 indicatori, tra cui: le istituzioni, il capitale umano e la ricerca, le infrastrutture, i crediti, gli investimenti, le collaborazioni nell’ambito dell’innovazione, la creazione, l’assorbimento e la diffusione del sapere. Peraltro, la Confederazione da tre anni è imbattuta anche nell’ambito che comprende le cosiddette «prestazioni innovative». E ci si riferisce qui al numero di brevetti depositati annualmente, alla quota di produzione e di esportazioni high-tech, al valore globale dei marchi presenti. Mentre, per quanto riguarda gli «input di innovazione», in cui rientrano la spesa per la formazione, il numero di titolari di un diploma universitario negli ambiti della scienza e dell’ingegneria, le spese lorde in ricerca e sviluppo, quest’anno la Svizzera si è classificata al terzo posto, dopo un quarto posto nel 2021 e un secondo posto nel 2020. Ma numeri di eccellenza a parte, cosa significa nel concreto delle nostre vite primeggiare nell’innovazione? Lo abbiamo chiesto a Milena Folletti, Delegata per la Trasformazione Digitale del Cantone Ticino da inizio luglio. «Sapere innovare vuol dire in prima battuta innescare un processo virtuoso, alimentando un motore importante dell’economia. Anche la rilevazione condotta dall’IMD di Losanna (International Institute for Management Development), conferma che il nostro Paese torna ad occupare il quinto posto nella classifica globale per competitività digitale. Essere competitivi è il frutto di preparazione e di attitudine. Per questo sono convinta che il processo innovativo non inizi nelle aziende o nei laboratori di ricerca, ma nelle scuole, nella capacità di accogliere un’idea, pur piccola e bizzarra che sia e di sapere come portarla avanti con metodo, coltivando l’abilità di creare consenso attorno ad essa. Altrettanto importante è insegnare a vivere l’errore o la non riuscita come una fase possibile e naturale del processo, che deve essere percepito come virtuoso in quanto tale e non, forzatamente, in quanto foriero di riuscita».

Brevettare la propria idea imprenditoriale

Certamente, un tema cruciale per chi ha un’idea imprenditoriale originale riguarda come essere in grado di proteggerne la proprietà intellettuale, così che non ci siano utilizzi fraudolenti. Una preoccupazione che assilla sia gli inventori di nuovi prodotti fisici, sia gli ideatori di nuove soluzioni o servizi digitali, che spesso sono definiti startupper. Secondo l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI) al 31 dicembre 2021, in Svizzera erano in vigore 146.716 brevetti, di cui 6.623 nazionali e 140.093 europei. Nel primo caso, si tratta di innovazioni per le quali è stata fatta domanda di brevetto direttamente all’Istituto. La stragrande maggioranza dei brevetti in vigore è, invece, riconducibile a domande di brevetto presentate all’Ufficio Europeo dei Brevetti (UEB), che hanno effetto anche in Svizzera. Per Saverio Russo, CMO di Hemargroup: «Il passaggio dall’intuizione iniziale all’idea imprenditoriale vera e propria, è una fase molto delicata per la buona riuscita di tutto il processo di sviluppo e creazione di una nuova startup. Per questa ragione, noi affianchiamo lo startupper/inventore proprio a partire questo momento iniziale, con un’analisi profonda dello scenario, per capire se è opportuno o meno brevettare l’idea. In alcuni settori, il brevetto è parte integrante del funzionamento del mercato: nel settore farmaceutico, la protezione ventennale dei brevetti è la condizione ‘sine qua non’ per grossi investimenti da parte delle aziende. Se non ci fossero, probabilmente nessuna azienda investirebbe così tante risorse e per un periodo così lungo (parliamo di 10-15 anni circa). D’altra parte, ci sono imprenditori seriali, che inventano o lanciano nuovi prodotti o soluzioni e necessitano di proteggerli, perché hanno l’obiettivo di rivenderli a marchi famosi o investitori, senza necessariamente voler costituire un’azienda vera e propria. In questo modo, sfruttano il brevetto nella sua natura di asset con un valore economico. Non bisogna, comunque, dimenticare che non tutto è brevettabile e anche la scelta di non brevettare qualcosa può essere strategica. Nel primo caso è da considerare il software, che di per sé non è brevettabile, a meno di non essere presentato come ‘metodo’ o ‘mezzo tecnico che implementa un metodo’, mentre il codice, output e interfacce sono protetti dal diritto d’autore. Nel secondo caso, possiamo citare i programmi open source o più recentemente l’esempio di Tesla che ha aperto i suoi brevetti alla concorrenza: in tutti quei casi in cui l’elemento di successo è la diffusione di un prodotto o servizio, limitarla con l’utilizzo di un brevetto o di qualsiasi forma di proprietà intellettuale non consente lo sviluppo e il successo dell’azienda. In generale, comunque, per una nuova azienda è sempre un passo importante il brevetto, perché fornisce un asset ed una sicurezza, che consente di presentarsi al meglio davanti ad un investitore, privato o istituzionale che sia. Il grosso rischio è, infatti, quello di sottovalutare le buone idee, che potrebbero essere in prospettiva gli unicorni di domani».

Ragioniamo in grande: gli unicorni, cosa sono e come funzionano le exit milionarie

Ci anche sono stati casi di startup dal successo clamoroso e planetario, che sono stati battezzati «unicorni». Il termine è stato usato per la prima volta nel 2013 su TechCrunch, coniato da un’investitrice, Aileen Lee, che ha scelto un animale mitico, proprio per evocare e rappresentare la rarità statistica di queste iniziative di successo, del valore di oltre 1 miliardo di dollari. In quel periodo, erano startup per Lee aziende come: Facebook (oggi Meta), LinkedIn e Twitter. A inizio ottobre 2022, secondo PitchBook una società che analizza questo settore, si contavano oltre 1.200 unicorni sul pianeta, di cui 580 costituiti solo nel 2021. Secondo l’analisi gli unicorni più grandi al mondo, in termini di valutazione, sono:

1. ByteDance (cinese, valore 360 miliardi di dollari, proprietaria di TikTok),
2. Ant Group (cinese, valore 200 miliardi e collegata al fondatore di Alibaba),
3. Stripe (fondatori irlandesi, vale 152 miliardi e opera nei pagamenti)
4. SpaceX (americana, di proprietà di Elon Musk e del valore di100 miliardi).

Gli Stati Uniti, in questo contesto, vantano il maggior numero di unicorni attivi rispetto a qualsiasi altro Paese, con 653 aziende dalla valutazione superiore al miliardo di dollari (al 3 ottobre 2022). Seguono la Cina con 209 unicorni, l’India con 67 unicorni, il Regno Unito con 35, la Germania con 26. Ma soprattutto la Svizzera è presente nella classifica con ben 10 unicorni!

Lo scenario delle startup ticinesi: la Fondazione Agire

Il Cantone Ticino si è dotato di una serie di misure dedicate alle startup innovative, con l’obiettivo di sostenerle attraverso le diverse fasi di sviluppo del progetto. Un ruolo cruciale è quello della Fondazione Agire che è attiva come agenzia per l’innovazione del Canton Ticino dal 2011. Opera con lo scopo di promuovere e diffondere l’innovazione e lo sviluppo tecnologico delle attività economiche esistenti o delle nuove startup, contribuendo ad incrementare la competitività regionale e a creare posti di lavoro altamente qualificati. È il punto di ingresso del Sistema Regionale dell’Innovazione e attraverso il Tecnopolo offre un luogo di crescita per le startup. Agire ha avviato da 5 anni il programma di accelerazione delle startup Boldbrain, che ogni anno seleziona 20 idee innovative da guidare in un percorso di crescita. Inoltre, supporta le startup e le PMI con sessioni di coaching e consulenza per sostenerle nel percorso di crescita e di sviluppo di progetti innovativi (www.agire.ch).

InkVivo: Ultimo vincitore Boldbrain 2021

Il primo premio Boldbrain Startup Challenge nell’ultima edizione del 2021 è andato a InkVivo, un progetto in ambito medtech per lo sviluppo di nuovi dispositivi per limitare e ridurre localmente i dolori postoperatori. InkVivo combina biomateriali naturali e stampa 3D per fabbricare medicinali innovativi. Questi farmaci sono somministrati localmente durante gli interventi chirurgici e assicurano un dosaggio controllato e prolungato nel tempo, massimizzando l’effetto terapeutico degli analgesici e riducendo la possibilità di effetti collaterali. (https://inkvivo.tech)

VENTIVENTI: una startup che crea prodotti smart per un pianeta migliore

VENTIVENTI è una società nata dall’incontro tra lo studio di architettura A++ e Corrado Corsale, che è anche mentor di robotica educativa con ated4kids. La startup ha ideato apparecchiature tecnologiche innovative, utili per la gestione sostenibile e per migliorare la vita dell’essere umano su questo pianeta. Fra queste c’è Febo, colonnina solare geolocalizzata, che con i suoi sensori illumina, raccoglie dati di pressione, temperatura, umidità, rumore, vibrazione. (www.ventiventi.ch)

Swiss Virtual Expo: il primo metaverso Swiss Made

Swiss Virtual Expo è il primo metaverso svizzero dedicato alle aziende nazionali ed internazionali. Nasce dall’intuizione di Cristina Giotto, Presidente di ated-ICT Ticino come: «Spazio immersivo, che gli utenti possono esplorare come fosse un evento tradizionale, si trovano aree dedicate a networking, eventi, seminari in diretta o on-demand, oltre a stand, padiglioni e showroom personalizzati di varie dimensioni. Un luogo virtuale che ha la possibilità di realizzare ambientazioni più grandi di mezzo milione di metri quadri, capaci di ospitare fino a 12 padiglioni, 700 stand e 100 showroom, con emissioni di CO2 ridottissime». (www.swissvirtualexpo.ch)

Over57.com: Piattaforma digitale di contatto

Over57.com è una piattaforma nata da pochi mesi da un’idea di Gianmarco Galli, con sede ad Agno. Mette in relazione chi ha bisogno di risolvere un problema (privato, associazione o azienda), con chi può rispondere a questa esigenza (persone dai 57 anni in su), perché ha tempo libero da dedicare e competenze in materia. Infatti, sono proprio gli Over57, in pensione o che hanno perso il lavoro, le persone disposte a offrire aiuto, mettendosi a disposizione del prossimo in oltre 350 categorie di intervento. È attualmente disponibile in italiano, tedesco e inglese ed è attiva, al momento, in Svizzera e in Italia. (www.over57.com)

xFarm: nata dalle necessità degli imprenditori agricoli

xFarm è nata in Ticino dalla necessità di Matteo Vanotti, il fondatore, di utilizzare un servizio digitale unico, che gli permettesse di gestire in maniera semplice e digitale l’azienda agricola di famiglia. Oggi xFarm Technologies è una tech company che attraverso la sua piattaforma digitale supporta e semplifica il lavoro di 110mila aziende agricole estese su 1,5 milioni di ettari in oltre 100 paesi del mondo. Lo scorsoè protagonista di un round di serie B da 17 milioni di euro. Si tratta di uno tra i finanziamenti più rilevanti per dimensione a livello europeo nel settore agritech, dopo il primo da 3 milioni ricevuto nel 2019. (https://xfarm.ag). 

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