Rassegne

Incontri jazzistici

«Jazz Winter Meeting» mette a confronto, da giovedì 19 a sabato 21 gennaio a Lugano, cinque innovativi progetti della scena improvvisata
Il trio femminile bernese Tie Drei il cui ultimo disco è ispirato al mondo degli insetti.
Sandro Neri
13.01.2023 06:00

Promuovere la musica improvvisata e la cultura ad essa legata ma anche favorire un interscambio artistico tra le varie regioni del Paese che, un po’ per motivi logistici, un po’ per differenze linguistiche e culturali, anche in questo terzo millennio spesso fatica a concretizzarsi. È questo, sin dalla sua fondazione, ormai un ventennio fa, lo scopo dell’associazione Jazzy-Jams, perseguito attraverso il supporto ad iniziative già esistenti sul territorio ma anche e soprattutto all’organizzazione di eventi nella propria sede di Lugano, quel Jazz in Bess da un decennio principale ritrovo in Ticino per gli appassionati di jazz. Tra questi, due rassegne invernali a cadenza biennale: Suisse Diagonales Jazz che percorre appunto diagonalmente tutto il Paese connettendo tra loro gruppi e jazz club elvetici e Jazz Winter Meeting, la cui sesta edizione è in programma da giovedì 19 a sabato 21 gennaio con un calendario di concerti impostato quale «incontro musicale ideale tra la realtà locale e insubrica e l’importante scena musicale d’Oltralpe». Concerti che, oltre a dare spazio ad alcune delle realtà più interessanti della scena contemporanea locale, saranno legati da un denominatore comune: l’ecologia, la salvaguardia del nostro pianeta, il rapporto tra la musica e la natura oltremodo sottolineato, durante ciascuna delle tre serate, da una speciale coreografia curata dal videoartista luganese Roberto Mucchiut.

Ad inaugurare il Jazz Winter meeting 2023 sarà, giovedì 19 gennaio alle 21.00, il trio Quiet Tree capitanato dal sax tenore dell’argoviese Simon Spiess e completato dalla batteria di Jonas Ruther e dalle tastiere di Marc Méan. Un ensemble che ama definire la sua produzione «New spiritual jazz» o «musica positiva con approcci multipli che oscillano tra il calore del pop anni '80 e lo space jazz futuristico». Atmosfere sospese, sonorità lievi e rarefatte le loro in cui l’aspetto melodico è sempre messo in primo piano grazie soprattutto al virtuosismo di Spiess, musicista il cui prestigio ha da tempo varcato i confini nazionali.

Venerdì 20 gennaio serata tutta al femminile aperta dal progetto Focus Natural del quintetto della flautista Linda Jozefowski: una miscela di composizioni jazz moderne e di groove di ispirazione africana, in cui gli esperimenti ritmici fanno da filo conduttore. Fissato su disco nella primavera del 2020, Focus Natural vuole essere, stando all’artista luganese, l’espressione di una filosofia naturale che mira a una compresenza fluida di concentrazione, spontaneità, creatività. Seguirà il trio bernese Tie Drei (Hanna Adriana Müller, voce; Sonja Ott, tromba e Johanna Pärli, contrabbasso) il cui più recente lavoro Elegy For The Extinct Species è ispirato al mondo degli insetti: un album all’interno del quale la musica striscia, gira, svolazza, racconta storie come quella del destino della cicala, che dopo 13 anni sottoterra culmina nell’ascesa e nel trascorrere un’unica, fugace estate sulla superficie della terra.

Due formazioni anche nel cartellone di sabato 21 gennaio. Dapprima il trio Ellittica del pianista e compositore Carlo Maria Nartoni, musicista formatosi in ambito classico prima di approdare al jazz e infine all’improvvisazione libera. Nei primi anni di carriera, Nartoni è stato pianista stabile della Civica Jazz Band di Milano diretta da Enrico Intra con la quale si è esibito a fianco di grandi nomi del jazz, tra cui Kenny Wheeler, Enrico Rava e Franco Cerri. Dopo una collaborazione con Franco Ambrosetti e ad uno stop dell’attività per problemi fisici, ha iniziato un percorso artistico in cui l’improvvisazione estemporanea è divenuta il mezzo fondamentale d’espressione e conoscenza di sé. E il progetto Ellittica con Danilo Gallo e Filippo Sala si inserisce in questo solco di ricerca di una musica improvvisata in cui l’ascolto reciproco e il continuo scambio di ruoli fra i musicisti giocano una ruolo fondamentale. Chiuderà infine la kermesse l’ensemble L’Orage, guidato dal batterista ginevrino Nelson Schaer: una formazione di «afro jazz rock» che predilige atmosfere, appunto, «tempestose», in cui ritmi e poliritmi si ripetono in una sorta di trance atmosferica sfrenata e pulsante nella quale l’improvvisazione la fa da padrone e il sax di Ganesh Geymeier e la chitarra elettrica di Robin Girod creano sonorità profonde ed energiche, lontane da ogni stereotipo. Inizio dei concerti alle 20.30 / 22.00. Prenotazioni all’indirizzo email [email protected] o tramite sms allo 079/337.00.59.