Vis à vis

«Per me i motori non hanno segreti, portatemi l’auto e ve lo dimostrerò»

Il sogno di Tania era diventare meccanico e con perseveranza ci sta riuscendo.
Tania Vicedomini apprendista meccanica, al lavoro in officina . © Ti-Press / Alessandro Crinari
21.04.2022 10:00

Più dei sogni valgono disciplina e forza di volontà. Sognare non basta. Ci vuole molto di più. Tenacia, perseveranza, motivazione e coraggio. A volte anche tanto coraggio per rimettersi in discussione e ricominciare daccapo. Come ha fatto Tania, 23 anni, che sin da piccola sogna di diventare meccanico d’automobili. Poi, peró, qualcosa non è andato come doveva. O forse sì, forse per questa bella ragazza, elegante e molto femminile, era evidente che il cammino sarebbe stato più in salita. Come immaginarla con le mani sporche di olio, le unghie rotte, in tuta, cappellino e la faccia macchiata di grasso! Beh, vero che al giorno d’oggi si può fare il meccanico senza più imbrattarsi, e poi ci sono guanti, protezioni… ma la professione, ammettiamolo, non è una delle più pulite. «Il viso mi capita di sporcarlo, è inevitabile. Ma fa parte del pacchetto», sorride. Un ‘pacchetto regalo’ per Tania, potremmo definirlo, che dopo quattro anni alla Csia e una maturità professionale in tasca, a 20 anni ha deciso di guardarsi indietro e andare a riprendersi quel sogno a lungo cullato ma poi riposto in un cassetto. Non perché non fosse sufficientemente convinta, ma perché le era mancata la forza per contrastare quei commenti, mai richiesti, per cui mai sarebbe riuscita a fare un lavoro del genere, che non era per lei e che, soprattutto, non s’addiceva a una ragazza.

E così Tania ha aspettato. Ha messo in stand by quel sogno e ha atteso il momento giusto, che è arrivato, in cui ha trovato la forza necessaria per fare spallucce alle altrui opinioni e dar retta soltanto a se stessa. Oggi lavora in un’officina di automobili - è al terzo anno di apprendistato - e si occupa già della manutenzione, delle riparazioni e di tutto ciò che richiede la professione di meccanico d’auto. Con molta soddisfazione del suo capo, un giovane che ha creduto in lei e che tre anni fa l’ha trattata come una persona che era lì per chiedere un posto di lavoro e basta. Anche se si era presentata con un vestitino grazioso, le unghie smaltate, truccata e pettinata. Aveva bisogno di un aiuto, tutto da solo non poteva fare. E lei gli sembrava adatta. Aveva voglia di fare, passione e, soprattutto, coi motori già aveva confidenza. E poi si vedeva che non era lì per perdere tempo. «In moltissimi lavori che riguardano l’auto, essere donna è meglio, gli spazi sono angusti, tra cavi, connettori, fusibili... Ci vuole maniera. La forza non ha più tutta questa importanza oggi, ci sono molti strumenti di supporto». Certo, la scelta di Tania suscita ancora qualche mugugno. «Capita che alcuni clienti dicano al mio capo che io le mani sulla loro auto non posso assolutamente metterle». Ma come detto, oggi, lei è forte, sicura di sè e sa di essere competente. Tanto da sognare in grande.

Tania non è una che si accontenta di finire l’apprendistato. «Voglio andare avanti, studiare, imparare, diventare brava.... E un domani riuscire ad aprire un garage multimarca di meccatronica». Questo sarebbe il giusto coronamento di tanta fatica e impegno. Ma, ovviamente, chi dovrebbe tacere ancora non lo fa. «Qualcuno mi ha già avvertita di non illudermi, che non ce la farò mai, che non è un mestiere da donna». Ma Tania questa volta non ascolta nessuno. Supportata, da sempre, dalla sua famiglia (che da tempo le affida i motori di casa), non vede l’ora di accogliere proprio quei clienti che oggi le girano le spalle, neanche la considerano e si rivolgono al suo datore di lavoro dicendo«quella lì non deve toccare la mia auto». Tania non vede l’ora di dimostrare quanto, anche se donna, sa fare molto bene questo mestiere. «È ora di finirla con questa mentalità arcaica. Non ho nulla da invidiare ai miei colleghi maschi».

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