Allattare un figlio fino a sette anni

Annaëlle ha allattato sua figlia per tre anni, suo figlio fino al compimento dei sette anni, dopodiché è finita in carcere. L’accusa? Abusi sessuali. «In questa vicenda ho perso tutto il rispetto che nutrivo per le autorità svizzere», racconta la donna nel libro «Allattare oggi, oltre le idee preconcette» con il quale la giornalista canadese trapiantata in Ticino Andrée-Marie Dussault ha voluto dare voce a mamme che, spesso nell’ombra per il timore di provocare reazioni negative, hanno dato il seno ai propri figli in certi casi ben oltre il periodo che oggi viene considerato la normalità.
«Che cos’è la normalità? - chiede Dussault -. La nostra società ha subito le forti pressioni delle lobby del latte artificiale, le quali hanno fatto passare il messaggio secondo cui sarebbe normale che i bambini vengano allattati con il biberon invece che al seno. Oggi le mamme che allattano oltre il primo anno di vita vengono spesso guardate con sospetto, come se stessero facendo qualcosa di sbagliato, persino di egoistico».
Scomparso dal panorama visivo
È paradossale come nella società ipersessualizzata di oggi, la visione di un seno che nutre un bambino possa dare adito a reazioni spropositate. «Il seno materno è scomparso dal panorama visivo, chi allatta dopo i primi mesi di vita del bambino tende a farlo discretamente, per evitare giudizi negativi - osserva Dussault -. C’è addirittura chi vede l’allattamento non accorciato come una sorta di abuso nei confronti del bambino, ciò che non ha senso, perché è impossibile costringere un bambino a ciucciare.Se lui non vuole, non vuole».
Non vi è inoltre alcuna evidenza scientifica che possa confutare i benefici di un allattamento prolungato. «Io credo che sia opportuno svezzare il bambino in maniera naturale, senza imporre dei tempi prestabiliti, lasciando che sia lui a smettere di prendere il seno quando è pronto», sostiene Dussault.
Ciò può avvenire dopo alcuni mesi, ma anche dopo alcuni anni. Chiaramente in questi casi il latte materno non è più l’unico alimento del bambino, anzi, spesso l’allattamento si riduce a una veloce poppata al mattino o comunque a un gesto che ha una valenza simbolica più che nutritiva. Tuttavia, Dussault ritiene che anche questo gesto abbia la sua importanza, se il bambino continua a sentirne la necessità.
Benefici su tutti i fronti
«L’allattamento è qualcosa di meraviglioso, una fonte di amore, un momento che favorisce il rilassamento e rinsalda il legame tra madre e figlio - riprende la scrittrice -. Io sono convinta che gli effetti benefici dell’allattamento si protraggano nel tempo, contribuendo a creare un rapporto più forte tra la madre e il figlio. Non solo. Ci sono diversi studi scientifici che ne evidenziano anche i benefici per la salute di un allattamento prolungato. Nella donna riduce il rischio di contrarre malattie come il cancro al seno o alle ovaie e le patologie legate alle ossa. Mentre i bambini allattati a lungo si ammalano meno spesso, meno gravemente e per periodi più brevi».
D’altra parte, la stessa Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda di continuare l’allattamento al seno fino ai due anni di età e anche oltre, se la mamma e il bambino lo desiderano. «I bambini allattati al seno ottengono risultati migliori nei test di intelligenza e soffrono meno spesso di sovrappeso, obesità o diabete in età avanzata», sostiene l’OMS, che punta l’indice contro la «commercializzazione inappropriata» dei sostituti del latte materno.
Le lobby del latte artificiale
«Io trovo scioccante il ruolo dell’industria del latte artificiale - afferma Dussault -. Non si fanno scrupoli per guadagnare soldi, pur sapendo che in questo modo stanno nuocendo alla vita umana. Rispetto a un tempo, oggi queste multinazionali sanno che devono fare più attenzione, devono essere più sottili nella loro comunicazione. In ogni caso ci sono ancora tante pressioni sull’allattamento al seno, si continua a cercare di far passare il messaggio che il latte in polvere sia più comodo. Quando in realtà stiamo parlando di latte di mucca, che sarebbe destinato ai suoi piccoli, quindi ai vitelli, non a bambini cui la natura ha messo a disposizione il latte della loro mamma».
Poi è chiaro che, per un motivo o per l’altro, l’allattamento materno può anche non funzionare. Non deve essere una forzatura. Dussault, con il suo libro, non vuole sostenere l’allattamento a oltranza bensì solo spronare le donne a fare ciò che sentono sia meglio per loro e per il bambino, senza farsi condizionare da influenze esterne.
Né patologia, né pornografia
«Ci sono persone che si permettono di fare commenti sprezzanti o anche minacciare le donne che allattano i propri figli di qualche anno - afferma -. Ci sono pure medici che incoraggiano a smettere presto di allattare, nonostante le raccomandazioni dell’OMS. Con il mio libro non voglio imporre un pensiero ma solo provare a sfatare i pregiudizi sull’allattamento non accorciato attraverso le testimonianze di alcune donne. Dare il seno materno al proprio figlio non ha nulla di patologico né di pornografico. È una delle pratiche più naturali e potenti che esistano, di cui beneficiano sia la madre che il bambino. Se entrambi sentono il bisogno di farlo per tre, quattro o anche cinque anni, va benissimo così. È la natura».
