La domenica

«Arriba abogado»

Il numero di avvocati che hanno conseguito un brevetto all’estero sta diventando importante: i clienti devono essere maggiormente informati, sostiene il vicepresidente dell’Ordine in Ticino Andrea Lenzin
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Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
19.09.2021 07:30

Il numero di avvocati che hanno conseguito un brevetto all’estero sta diventando importante. «I clienti devono essere maggiormente informati». Andrea Lenzin, vicepresidente dell’Ordine degli avvocati del Canton Ticino (OATI), è stato al telefono proprio con un cliente, prima di commentare il balzo in avanti dei legali iscritti all’albo pubblico degli Stati membri dell’Unione europea (UE) o dell’Associazione europea di libero scambio (AELS). Un centinaio in tutto (106), in Ticino. Su un totale di 877 toghe. Non pochi, secondo Lenzin. Tanto che «il consiglio dell’OATI dedicherà al tema una delle sue prossime sedute». Segno che la questione è più che mai d’attualità.

Nessuna differenza
Sulla carta non ci sono e non devono esserci differenze. Perché anche tra gli avvocati esiste la libera circolazione. A determinate condizioni, uno studente di diritto che si è laureato e ha fatto pratica in Spagna può insomma esercitare in_Ticino così come nel resto della Svizzera. E viceversa. Eppure... eppure cento legali «esteri» su 877 tengono in allerta l’Ordine. Come mai? «Per noi non è una questione di concorrenza, perché questa si fa con la qualità. Siamo solamente attenti ai segnali...».

Di sicuro, l’iscrizione all’albo UE/AELS non garantisce l’automatica iscrizione all’OATI. Anzi. «Non è escluso che possa avvenire. Ma prima dell’iscrizione conduciamo tutta una serie di approfondimenti e raccolte di informazioni. Insomma, la pratica è un po’ più complessa». Altrettanto certo è che, ad esempio, solo uno dei dodici avvocati con brevetto spagnolo, i cosidetti abogados, iscritto all’albo UE/AELS è anche iscritto all’Ordine. Che oggi comprende 680 professionisti. Basta un veloce confronto tra i due registri. Entrambi pubblici.

Ma perché i clienti dovrebbero essere maggiormente informati delle differenze esistenti tra avvocati? «Se il brevetto è stato conseguito all’estero, dopo l’iscrizione all’albo UE/AELS da un giorno all’altro è possibile esercitare in Ticino anche senza esperienza del diritto locale. Questa è una differenza che si dovrebbe sapere», dice Lenzin.

Ecco perché l’Ordine vuole capire come informare meglio. Come mettere in risalto le differenze. Anche perchè in un mercato in cui le tariffe sono libere la concorrenza è automaticamente aumentata. Ma non sempre più concorrenza significa anche maggiore qualità. A volte può spingere i prezzi molto, troppo, al ribasso. E invogliare così i clienti. Ma a che prezzo?, appunto.

C’è pratica e pratica
Lenzin vuole essere chiaro. «Il problema, se di problema si sta parlando, non è l’abogado di turno. Ma la conoscenza del territorio. Uno studente di diritto che consegue la laurea in Spagna o in Italia, ma poi fa la pratica in Ticino matura una certa esperienza. Anche perché dopo due anni di pratica deve affrontare un esame cantonale». Non così avviene sempre per le toghe estere. Che dopo essersi iscritte all’albo UE/AELS possono esercitare in Ticino da un giorno all’altro, appunto. Da qui la volontà dell’OATI di fare più informazione. Di puntare meglio sulla presentazione delle differenze. Che nell’avvocatura sono sempre importanti. Visto le diverse specializzazioni che si possono prendere. E di conseguenza spendere sul mercato. A favore dei clienti.

L’inchiesta in Italia
Degli abogados, degli avvocati con brevetto conseguito in Spagna, si era parlato anche alcuni anni fa. Dopo che in Italia erano stati indagati 500 neolaureati in giurisprudenza. Sospettati di aver pagato a un’università di Madrid undicimila euro per ottenere l’abilitazione (spagnola) all’avvocatura, magari dopo aver bocciato gli esami in Italia. Abilitazione spagnola valida anche in Svizzera in virtù della libera circolazione. «Per un cliente a cui serve un avvocato di diritto spagnolo, un abogado presente in Ticino può essere sicuramente d’aiuto - riprende Lenzin - ma non credo che nel nostro cantone ci sia questa grande esigenza...».

Eppure... eppure gli avvocati «spagnoli», ad esempio, sono una dozzina. Tanti? Pochi? L’ordine si limita ad affermare che il loro numero, assieme a quello dei legali iscritti all’albo UE/AELS , che equivale al 12% del totale, sta diventando importante. E che quindi va tenuto sott’occhio. A garanzia, dicono, della qualità e della trasparenza nei confronti dei clienti.

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