Aumenti di paga (quasi) per tutti

Le discussioni sono ancora in corso. Ma i primi segnali indicano che nel 2024 parecchi lavoratori potranno beneficiare di aumenti salariali superiori al rincaro. «Stiamo cogliendo dei risultati positivi - afferma Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di UNIA -. Le trattative salariali stanno andando sicuramente meglio dell’anno scorso, a dimostrazione che la mobilitazione paga».
Un esempio giunge da Coop, che settimana l’altra ha annunciato «l’aumento salariale più alto da anni a questa parte». Le trattative tra le parti sociali si sono concluse con successo e hanno permesso di far crescere la massa salariale del 2,2%, con aumenti di almeno il 3% ai dipendenti che finora percepivano meno di 4.800 franchi al mese. «Grazie a questi aumenti, Coop si allontana progressivamente dalla fascia dei salari più bassi», ha commentato il sindacato UNIA.
Centinaia di franchi in più
Altre notizie incoraggianti provengono dalle stazioni di servizio, dove il Consiglio federale ha finalmente spazzato via il ricorso di alcuni datori di lavoro, estendendo così i salari minimi nazionali ai dipendenti ticinesi. Il vantaggio salariale ammonta ad alcune centinaia di franchi al mese. Parallelamente, la rinegoziazione del Contratto collettivo di lavoro (CCL) permette a tutti i dipendenti delle stazioni di servizio di godere di aumenti di almeno il 3,14%, quindi ben superiori al rincaro che a ottobre si attestava all’1,7%.
«Quest’anno si profilano notizie positive anche nel settore degli elettricisti e della tecnica della costruzione - si inserisce Xavier Daniel, vicesegretario cantonale dell’OCST -. Dopo accese discussioni, le parti sociali sono riuscite a trovare un accordo di massima che prevede un aumento generalizzato del 2,2%. La proposta non è ancora definitiva ma dovrebbe essere formalizzata a breve».
Contano anche le condizioni
Verranno ritoccate verso l’alto, aggiunge Daniel, anche le paghe degli agenti di sicurezza, «sebbene in questo caso si parta da livelli salariali molto bassi». Inoltre, sostiene il vicepresidente dell’OCST, «nel settore delle agenzie di sicurezza vigono condizioni spesso molto difficili, con lavoratori su chiamata che vivono in balia delle pianificazioni mensili». Oltre ai salari, quindi, andrebbe migliorato il contesto. «Per usare un gioco di parole, bisognerebbe cercare di raggiungere una maggiore sicurezza nel settore della sicurezza», afferma Daniel.
Tra parrucchieri e metalmeccanici
Tornando al discorso prettamente salariale, Gargantini spiega che le trattative sono state coronate da successo anche in altri settori. «Tra quelli in cui le discussioni si sono già concluse - afferma il segretario di UNIA - posso citare l’albergheria, dove abbiamo ottenuto aumenti superiori al carovita, ma anche il settore dei parrucchieri».
Inoltre, prosegue Gargantini, esistono dei CCL che garantiscono il riconoscimento automatico del rincaro.Un bel vantaggio, in questi tempi di inflazione galoppante. «Mi permetto di citare il contratto collettivo del FoxTown di Mendrisio, dove tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori hanno ottenuto l’adeguamento al rincaro l’anno scorso e lo otterranno anche quest’anno».
A livello nazionale, sono degni di nota due grandi CCL dell’industria. «Tutti i salari sono automaticamente adeguati all’inflazione nell’orologeria, cosi come i salari minimi nella metalmeccanica – spiega Gargantini – E anche qui, stiamo portando avanti le negoziazioni azienda per azienda per adeguare anche i salari reali».


Ma c’è anche chi si impoverisce
Perché il semplice riconoscimento del rincaro, va ricordato, non corrisponde a un aumento salariale vero e proprio. È sufficiente appena a mantenere il potere d’acquisto del dipendente ed evitare che si impoverisca. «Ogni lavoratore cui non viene riconosciuto il rincaro - osserva Gargantini - è un lavoratore che diventa più povero, pur svolgendo la medesima attività».
Dovrebbe essere il caso dei lavoratori dell’edilizia principale, dove la terza e ultima tornata negoziale tra le parti si è conclusa senza esito. La Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC), osservando che «dal 2022 i salari nel settore principale della costruzione sono già aumentati di oltre il 4%», si è rifiutata di assecondare le richieste dei sindacati e ha abbandonato il tavolo delle trattative.
«Aumenti individuali» nell’edilizia
Ai suoi aderenti, la SSIC consiglia di adeguare individualmente i salari dei dipendenti più meritevoli, non da ultimo con l’obiettivo di trattenerli in questo periodo di scarsità di manodopera qualificata. «Poiché il contratto nazionale mantello lascia loro poche opzioni per differenziarsi, gli aumenti salariali individuali per persone particolarmente motivate e competenti restano uno dei pochi strumenti a disposizione delle imprese», sostiene la SSIC.
In quest’ottica, non sono pochi i lavoratori che possono provare a chiedere un aumento salariale anche in assenza di un adeguamento generalizzato. «Sicuramente ci sono alcune figure professionali che hanno più potere contrattuale di altre - osserva Stefano Modenini, direttore dell’Associazione industrie ticinesi (AITI) -. Penso in particolare ai profili specializzati che sono più difficili da trovare sul mercato».
Le aziende «fanno il possibile»
D’altra parte, è chiaro anche agli industriali che l’aumento del costo della vita non colpisce solo i lavoratori altamente specializzati, bensì tutti. «Le aziende non sono insensibili alla questione salariale, sanno che i dipendenti sono confrontati con il carovita e si attendono un riconoscimento - afferma Modenini -. La difficoltà sta nel trovare il giusto equilibrio. Il periodo non è facile nemmeno per le aziende, le misure messe in atto dalle banche centrali hanno raffreddato l’economia, in particolare quella europea, con un effetto a cascata anche sulla Svizzera. Sicuramente le aziende, chi più chi meno, cercheranno di andare incontro ai loro dipendenti. Ma non sarà possibile assecondare tutte le richieste dei sindacati, perché i conti non lo consentono».


Pressioni sindacali sul Cantone
Le ristrettezze economiche sono la motivazione addotta pure dal Consiglio di Stato per giustificare la sua volontà di non riconoscere il carovita ai dipendenti cantonali. Una posizione che i sindacati vogliono combattere con ogni mezzo. «Sarebbe un segnale gravissimo se il Cantone si rifiutasse di riconoscere il rincaro - riprende Gargantini -. Noi di UNIA parteciperemo con gli altri sindacati alla manifestazione della funzione pubblica del 22 novembre a Bellinzona, perché riteniamo inaccettabile che il Cantone si defili così. A maggior ragione in un contesto di aumenti generalizzati del costo della vita».
Se nel privato si è trovato il margine di manovra per concedere aumenti, i sindacati si attendono che lo si trovi anche nel pubblico. «In questo ultimo periodo abbiamo avuto la conferma che la mobilitazione paga, che rivendicare i propri diritti permette di ottenere dei risultati - afferma Gargantini -. In tante realtà stiamo andando nella direzione giusta. Chi invece vuole andare nella direzione sbagliata sappia che sarà contestato».
Si migliorino anche le condizioni
Alla manifestazione del 22 novembre aderisce anche il sindacato OCST, preoccupato per il futuro di lavoratori che già oggi sono sottoposti a grandi pressioni, se pensiamo per esempio alla polizia, al settore sociosanitario o a quello socioeducativo. «In Ticino abbiamo un gap salariale molto importante nei confronti del resto della Svizzera - osserva il vicesegretario Daniel -. Intanto però i premi di cassa malati aumentano più che altrove. Noi ci opponiamo a che il Cantone contribuisca ad aggravare il divario tra Nord e Sud delle Alpi».
Inoltre, ampliando il discorso al mondo del lavoro in generale, Daniel ritiene che oltre ai salari vadano riviste le condizioni lavorative. «Evidentemente il salario è fondamentale - afferma -, da lì non si scappa. Ma noi riteniamo che i tempi siano maturi per discutere anche di cambiamenti che possano influire sulla qualità di vita, a partire da una migliore conciliabilità tra lavoro e famiglia. Per esempio chiediamo che il lavoratore possa maggiormente gestire la propria giornata, per evitare le ore di punta e potersi dedicare meglio alla famiglia o agli hobby».
Non si tratta di chiedere la luna. «Quando si avanza una rivendicazione monetaria, il datore di lavoro può trincerarsi dietro l’aumento dei costi - conclude Daniel -. Ma se si parla di condizioni di lavoro, sarà probabilmente più propenso a entrare in discussione».