Made in Ticino

Ce n'è anche per i calvi

I pettini fatti a mano a Riva San Vitale sono un'eccellenza che soddisfa anche i clienti più difficili
©Gabriele Putzu
Andrea Stern
Andrea Stern
09.06.2024 15:15

Con la chiusura a inizio anni ‘90 della storica fabbrica di pettini di Mümliswil (SO), che riforniva le teste coronate d’Europa e che oggi è stata trasformata in museo, in Svizzera è rimasta una sola azienda specializzata nella produzione artigianale di pettini di altissima qualità, la Boltina di Riva San Vitale.

«Non siamo un unicum solo in Svizzera ma anche a livello mondiale - precisa Maurizio Bellinelli, CEOdi Boltina -. Può sembrare incredibile ma nel mondo esiste una sola altra fabbrica di pettini fatti a mano, in India. È molto più grande di noi ma non garantisce la stessa qualità. Tanto è vero che ci sono clienti esigenti che si sono rivolti agli indiani pensando di risparmiare ma poi sono tornati ad acquistare da noi. È quindi corretto dire che la Boltina è l’unica azienda al mondo di pettini fatti a mano di alta qualità».

Un prodotto apprezzato da prestigiose aziende come LVMH Group, Estée Lauder o Mason Pearson, che veicolano nel mondo i pettini fabbricati uno ad uno, con cura e minuziosità, dalla trentina di esperti collaboratori impiegati nell’azienda di Riva San Vitale.

La fondazione nel 1959

«L’azienda è stata creata dal signor Johannes Bolten, un industriale tedesco che produceva componenti per automobili a Norimberga ma che negli anni ‘30 fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti - racconta Bellinelli -. Una volta finita la guerra, tornò in Germania per scoprire che la sua fabbrica era stata sequestrata dai russi. Riuscì infine a far valere le sue ragioni, dopodiché decise di aprire un’attività in Svizzera. Trovò l’occasione giusta a Mendrisio, dove nel 1959 inaugurò la fab brica di pettini, che chiamò Boltina perché la considerava come la sua piccola figlia».

La scelta di Mendrisio non fu del tutto casuale. A giocare a favore furono la bellezza del territorio, la sicurezza garantita dal sistema elvetico, la disponibilità di terreni a prezzi non esorbitanti e soprattutto la vicinanza con Varese, che è la capitale mondiale della produzione di acetato di cellulosa, uno dei materiali termoplastici più antichi che, come derivato della sostanza naturale cellulosa, è considerato una delle plastiche a base biologica.

Una produzione che è un’arte

«I pettini industriali sono fatti di plastica - riprende Bellinelli -, che è più economica ma ha caratteristiche diverse e non consente le medesime lavorazioni. Per realizzare dei pettini di qualità ci vuole l’acetato di cellulosa, un materiale elastico e resistente che viene usato per esempio per gli occhiali di Luxottica».

Perché un pettine può sembrare un oggetto semplice, ma per farlo bene occorre una grandissima cura del dettaglio. «Dall’inizio alla burattatura, un pettine viene sottoposto a 14 operazioni diverse, tutte a mano, con l’ausilio di macchinari unici al mondo - spiega il CEO di Boltina -. Per esempio, non basta tagliare i denti, perché resterebbero piatti e quindi rischierebbero di spaccare il capello. Dopo il taglio, bisogna smussare i denti e burattarli più volte, affinché diventino lucidi e lisci».

Un’arte, che si apprende sul campo. «Non esiste una scuola - prosegue Bellinelli -, il nostro è un lavoro che si impara con la pratica. Per questo motivo, l’esperienza è particolarmente importante. Abbiamo collaboratori che sono in azienda da 35 anni e che hanno sviluppato una manualità e una sensibilità senza eguali.Riescono persino a scorgere imprecisioni che magari sono impercettibili a occhio nudo ma che sarebbero inaccettabili in un prodotto di alta gamma».

Si capisce quindi che alla Boltina di Riva San Vitale non ci sia una produzione di massa. «Siamo intorno al migliaio di pezzi al giorno - spiega Bellinelli -. Se vogliamo riservare a ogni pettine la massima cura, non possiamo andare più in fretta. In questi ultimi anni siamo già riusciti a migliorare parecchio l’aspetto degli scarti, perché in passato fino al 40% della produzione finiva come refuso a causa di piccole non conformità, mentre oggi è meno della metà. Per il futuro ci piacerebbe aumentare la produzione, ma questo dovrà passare giocoforza da un ampliamento della capacità».

Uno stabile in movimento

Idee e progetti per un’azienda che già ha fatto tanta strada, nei suoi 65 anni di attività. Nata sotto la direzione del signor Guido Gehring (padre dell’ex municipale Françoise Gehring), la fabbrica di pettini è in seguito passata in mano alla sorella Marianne Gehring, che l’ha diretta per oltre trent’anni, fino alla sua scomparsa nel 2020.

Nel frattempo l’azienda aveva lasciatola sua sede originale a Mendrisio per concedere spazio all’espansione del vicino FoxTown e si era accasata a Riva San Vitale, in uno stabile che proprio ora è in fase di ristrutturazione, grazie ai finanziamenti di BancaStato. «Tra i vari lavori - spiega Bellinelli -, verrà anche posato un impianto fotovoltaico di 136 Kw che renderà l’azienda di fatto indipendente dal punto di vista energetico e con impatto ambientale neutro».

Diventerà così ancora più sostenibile la produzione di pettini che sono considerati delle vere e proprie opere d’arte. «Sul mercato ci sono pettini che costano centinaia di franchi - afferma Bellinelli -. C’è addirittura un piccolo pettine che viene venduto in un astuccetto di pelle di coccodrillo a 1200 franchi. Non siamo comunque noi a fissare i prezzi. Noi ci limitiamo a fornire i nostri clienti, che poi si occupano della commercializzazione a loro nome».

Per questo buona parte della produzione ticinese non è riconoscibile come Boltina. Il marchio dell’azienda di Riva San Vitale figura solo su alcuni singoli pettini o su altri oggetti affini. «Di recente abbiamo creato una linea di accessori per capelli, dei fermacapelli incastonati di diamanti e rubini, che sono in vendita solo a Lugano, nella boutique in via Nassa del nostro partner Boite d’Or - spiega Bellinelli -. Il nostro futuro non è certo nella massa, dobbiamo sempre riuscire a distinguerci».

Il culto del capello in Asia

E ad adeguarsi alle richieste. «Ogni cliente ha le proprie esigenze - osserva il CEOdi Boltina -. Per esempio, sul mercato arabo sono molto richiesti i pettini galvanizzati in oro, perché loro amano molto tutto ciò che ha l’aria di essere prezioso. È interessante vedere come nel mondo ci siano tanti gusti diversi. Un vantaggio della nostra azienda è quello di sapersi adattare a ogni richiesta, anche in piccoli quantitativi».

Questo permette ai pettini Boltina di essere presenti praticamente in tutto il mondo. «Il mercato forse più interessante è quello dell’Estremo oriente - dice -, dove esiste un vero e proprio culto del capello. In Giappone o in Corea del Sud ci sono dei negozi di pettini che ricordano le farmacie francesi di fine Ottocento, molto eleganti, dove la clientela cerca prodotti di altissima qualità».

E il bello che in questi Paesi la clientela si estende persino a chi non ha capelli.«Ci sono dei pettini creati appositamente per i calvi - conclude Bellinelli -. Non è una boutade, esistono veramente e ne abbiamo fabbricati anche noi. In certi Paesi anche il massaggio del cuoio cappelluto è considerato molto importante. Per esempio, i cinesi fanno seccare i semi di anguria e li usano per frizionare la pelle. Quindi non c’è calvizie che tenga: il pettine è uno strumento universale». (6-continua)

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