C'era un'Ikea (più raffinata) cent'anni prima di Ikea

Gustave Serrurier-Bovy si era inventato un modo moderno (e geniale per quei tempi) di presentare i suoi mobili: aveva pensato di ricreare razionali ambienti familiari nei suoi negozi, prima a Liegi e Bruxelles e poi in quello di Parigi che si chiamava «L’arte dell’abitazione». Così il cliente che entrava nei locali aveva subito l’impressione di stare in una casa e poteva vedere come si inserivano tra le pareti domestiche divani, scrivanie, armadi e letti realizzati su progetto di questo architetto e decoratore che ha segnato la storia del design ma che è incredibilmente rimasto nell’ombra. Alcuni mobili firmati da Gustave Serrurier-Bovy, davvero una rarità, sono stati sistemati (insieme a una rassegna di quadri e sculture del Novecento) seguendo la filosofia alla base e dunque ricreando abilmente la sua «L’arte dell’abitazione» anche a Lugano, nello spazio Casa d’arte Miler in Via Cantonale 19 (parcheggio Bettydo).
Un architetto visionario
La mostra (che resterà aperta sino al 29 novembre; ore 14-19) è un’occasione straordinaria per scoprire l’affascinante mondo di Gustave Serrurier-Bovy, l’architetto e decoratore visionario che nel corso della sua vita (è nato a Liegi nel 1858, ed è morto nel 1910) è stato sempre un passo avanti rispetto alle rivoluzioni culturali ed artistiche del suo tempo. Perché quest’uomo distinto e tenace aveva uno spiccato senso sociale che lo portò a diventare presidente de «L’Avant-Garde», circolo letterario e artistico con idee socialmente progressiste. Fu poi promotore di un festival a Liegi, «L’Oeuvre Artistique», rassegna di musica, teatro e arte. Anche sulla scorta delle sue idee e dei suoi interessi culturali Gustave Serrurier-Bovy, pur garantendo sempre una produzione ebanistica di alto livello, ai primi del Novecento aveva voluto che tutti, dall’imprenditore sino all’operaio, potessero possedere i suoi mobili. E per questo, ancora prima della multinazionale Ikea o di altre aziende simili, si era inventato la linea Silex. Il suo era un progetto geniale: al cliente consegnava mobili in betulla o acero da assemblare, dunque smontabili, insieme a un kit con bulloni. Alcuni esemplari Silex (ne sono rimasti davvero pochissimi in circolazione), come un armadio del 1903, sono visibili alla mostra di Lugano.
Il movimento modernista
«Gustave Serrurier-Bovy si nutrì di scambi creativi con Charles Rennie Machintosh e fu a sua volta ispiratore di Henry van de Velde. Rappresentò il movimento modernista nel passaggio dal lavoro artigianale a quello industriale», spiega Milo Miler che con la moglie Julia Kessler (che si occupa del restauro di queste che sono autentiche opere d’arte) ha allestito e curato la mostra. Miler è uno dei rarissimi antiquari e collezionisti che ha studiato il belga e che possiede ancora alcuni suoi rarissimi pezzi. «Serrurier-Bovy - aggiunge - fu influenzato dall’Art&Craft, ne valorizzò il concetto modernizzandolo sulla scia della Secessione. La sua linea del disegno diventò sempre più funzionale ed essenziale facendone un precursore dell’Art Deco. Una scelta che parte da 1898 sino a 1910 vi porterà ad aver una visione chiaroveggente sulla produzione dell’architetto avanguardista e sulla possibilità d'inserimento nei nostri arredamenti».
Miler nella sua lunga carriera professionale è andato a caccia in tutta Europa di pezzi dell’ebanista, architetto e decoratore belga. Bastava una traccia, una notizia e lui partiva e acquistava. Con entusiasmo anche se poi ha fatto fatica, perché un antiquario deve essere pronto a distaccarsi e vendere i suoi pezzi, a trovare i clienti adatti. «Mi piace ricordare una signora che veniva spesso nel mio negozio - racconta Miler - a curiosare. Ma non comprava nulla. Finché un giorno vide un armadio e mi disse che attendeva di trovare proprio un pezzo con quello stile e quelle dimensioni. Parlammo e io cominciai a trattare ma lei mi fulminò: mi disse che voleva quel mobile e non gli interessava il prezzo. Fu una lezione».
Una sofisticata eleganza
Le creazioni di Serrurier-Bovy sono pezzi unici anche quelle che apparentemente sembrano realizzati in serie, hanno seguito una parabola creativa di sofisticata eleganza. Costruiti in legnami pregiati (ma il belga aveva anche sperimentato i legni provenienti dall’Africa) avevano uno stile riconoscibile con forme essenziali, inserti di vetro Loetz, contorni sinuosi con elementi in rilievo. Milo Miler a questo proposito ricorda una frase di Serrurier-Bovy: «La popolarizazione del senso estetico deve essere considerata come una necessità assoluta».
E dunque ecco perché pezzi così belli che oltre essere presenti in molti prestigiosi hotel di Parigi e altre capitali europee si possono incontrare, ad esempio, anche al Metropolitan di New York, dove insieme a una vetrina-armadio, tra gli altri, c’è un particolarissimo schermo antincendio in ferro e lega di rame. Al museo d’Orsay di Parigi, invece, è custodita una intera camera da letto, con un paravento che lo storico e critico Gustave Soulier, da sempre incuriosito dal simbolismo e dalle nuove tendenze dell’Art Nouveau, lo descrive come «un vero e proprio oggetto d’arte» con riquadri di vetro in cui si incastonano nel piombo un volo di farfalle e di libellule. Ma è a Lugano dove si possono ammirare gli ultimi mobili di Serrurier-Bovy.
