Il caso

Condannati o rimborsati

Il Cantone versa risarcimenti milionari alle persone arrestate o accusate ingiustamente – Ma non tutti incassano: «E rispetto ad altre realtà sono importi risibili»
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
09.07.2023 06:00

L’anno scorso nel canton Zurigo uno stupratore ha ottenuto un risarcimento di 100.000 franchi dopo che una perizia gli ha diagnosticato una schizofrenia ebefrenica. Una volta scoperto questo disturbo, quando l’uomo aveva già trascorso diversi anni in carcere, i giudici hanno ritenuto che egli avesse agito in modo inconsapevole, l’hanno assolto e l’hanno indennizzato per il periodo trascorso dietro le sbarre.

È un caso limite. Ma anche in Ticino non mancano i procedimenti penali che si concludono in nulla - con un decreto d’abbandono oppure con un’assoluzione - e che quindi possono dare adito alla richiesta dell’imputato di un risarcimento per ingiusta carcerazione o per ingiusto procedimento.

L’anno scorso - in base ai dati forniti a La Domenica dalla Divisione della giustizia - lo Stato ha versato 1.447.236 franchi a persone che erano state indagate o addirittura arrestate dalla giustizia ticinese ma che alla fine sono risultate essere innocenti. L’anno prima, il 2021, l’importo dei risarcimenti aveva addirittura superato i 2 milioni di franchi, 2.123.043 per l’esattezza, segno di un fenomeno in crescita nonostante negli ultimi anni non si siano più registrati singoli casi da record.

I due casi più grossi

Chi non ricorda lo scalpore generato dal risarcimento da 830.000 franchi concesso nel 2005 al dottor Riccardo Donati, arrestato due anni prima poiché sospettato di essere responsabile delle gravi lesioni subite dalla madre ma alla fine scagionato da tutte le accuse?

Chi non ricorda il risarcimento milionario (820.155 franchi più interessi) riconosciuto al dottor Sandro Pelloni nel 2010, dopo ben quindici anni di traversie giudiziarie a causa dell’accusa, alla fine caduta, di aver abusato sessualmente di due sue pazienti?

«C’è la tendenza a riconoscere risarcimenti un po’ più alti quando il caso coinvolge una persona molto nota oppure ottiene un grande risalto mediatico - osserva l’avvocato Edy Meli, già giudice dei provvedimenti coercitivi -. Poi è chiaro che se la causa dura parecchi anni, è anche più facile ottenere una somma maggiore, già solo per la copertura delle spese legali. Però generalmente gli importi dei risarcimenti in Svizzera sono risibili, se paragonati a quelli di altre realtà come gli Stati Uniti».

Non è l’America

Oltreoceano c’è un altro mondo. Nel 2021 due fratelli hanno ricevuto 31 milioni di dollari a testa dopo che si era scoperto che erano stati per trent’anni in carcere ingiustamente. Lo stesso anno sono stati versati 27 milioni di dollari alla famiglia di George Floyd, l’afroamericano deceduto durante un fermo di polizia a Minneapolis, e quest’anno è stato pure riconosciuto un risarcimento di 9,25 milioni ad alcuni manifestanti che avevano sofferto «ferite fisiche e psichiche» durante un corteo in sua memoria a Philadelphia.

Anche qui qualcuno ci prova. L’avvocatoAldo Ferrini pretendeva 10 milioni di franchi, dopo essere stato assolto per il buco alla STM di Manno. I coniugi Franco e Valeria Masoni volevano che il Cantone li risarcisse con 5 milioni per la fuga di notizie sulla fondazione Villalta. Lo stesso dottor Pelloni aveva chiesto 6 milioni, prima di accontentarsi di uno, per quello che resta il risarcimento più cospicuo della storia giudiziaria ticinese.

«Non è sempre facile ottenere un risarcimento - riprende l’avvocato Meli -, anche perché ingenere viene concesso solo se l’imputato viene assolto con formula piena. Se invece cadono quasi tutte le accuse ma viene comunque condannato per un qualche reato minore, allora diventa difficile pretendere un indennizzo».

Il re dei ponteggi

A volte a complicare le cose subentra poi la distinzione tra persona fisica e giuridica, come in un caso che sta seguendo l’avvocato Meli, quello del cosiddetto «re dei ponteggi». Al momento dell’apertura dell’inchiesta, la procura ha fatto sequestrare tutto il materiale della ditta dell’indagato e lo ha portato in un deposito a Biasca. «È tutto ancora lì, all’aperto, a fare ruggine - afferma il legale -. Quando una parte del materiale è stato dissequestrato, il mio assistito non ha potuto tornarne in possesso poiché la polizia non aveva allestito un inventario e quindi non sapeva distinguere la parte da dissequestrare. Poi la società del mio assistito è stata messa in liquidazione e quindi lui non può più chiedere nulla. Insomma, alla fine probabilmente lo Stato non dovrà risarcire nessuno, sebbene abbia fatto andare a catafascio un’attività».

Casi diversi, esiti diversi

A volte poi i risarcimenti vengono negati o ridimensionati con motivazioni che possono apparire discutibili. Come nel caso del 38.enne di Gordola che nel 2017 venne arrestato con l’accusa di aver stuprato una sua conoscente. Assolto da tutte le accuse, egli chiese un risarcimento per i 43 giorni trascorsi in carcere e il calvario affrontato fino al processo. Ma il giudice gli riconobbe un risarcimento pari a soli 5 giorni di ingiusta detenzione, 1.000 franchi. «Mi ha detto che in fin dei conti il rapporto sessuale c’era stato e quindi dovevo essere contento così», ricorda l’uomo, che ha tentato di contestare la decurtazione. Invano.

Ottenne di più colui che scrisse su un blog il seguente messaggio: «La Ludes non è riconosciuta nel sistema universitario svizzero, i titoli non hanno valore legale nemmeno in Svizzera e non sono equipollenti a quelli delle università italiane». Inizialmente condannato per diffamazione, su denuncia della Ludes, l’uomo è stato assolto in appello e ha ricevuto un risarcimento di 7.306 franchi dallo Stato.

Cosa copre l’assicurazione

Soldi che, va detto, vengono in parte coperti dalla Basilese, con cui lo Stato ha stipulato una polizza. Il contratto prevede che l’assicurazione copra tutte i risarcimenti per ingiusta detenzione o ingiusto procedimento penale, con una franchigia che ammonta a 5.000 franchi per caso. Per quanto riguarda i danni concernenti gli altri settori della responsabilità civile dello Stato, la franchigia è di 1.000 franchi, mentre per i danni cagionati intenzionalmente da un agente pubblico, la franchigia è di 100.000 franchi.

Detto ciò, la Divisione della giustizia sostiene che non sia possibile estrapolare dai dati dei risarcimenti la parte effettivamente pagata dallo Stato. Bisogna limitarsi a considerare che i primi 5.000 franchi sono sempre coperti dall’ente pubblico e che il premio annuale presso la Basilese ammonta a poco meno di un milione di franchi annui.

D’altra parte, lo Stato deve tutelarsi. Perché un risarcimento può capitare a tutti. È capitato persino a un attuale consigliere di Stato, Claudio Zali, che nel 2009 incassò circa 35.000 franchi. L’allora giudice era stato indagato dal procuratore generale Bruno Balestra a causa di alcuni consigli che aveva fornito a una conoscente, gerente di un esercizio pubblico, nell’ambito di una vertenza con la precedente gestione. Dopo la ricusa di Balestra, il procuratore pubblico Antonio Perugini riprese il caso e abbandonò tutte le accuse. Così a passare alla cassa fu anche il giudice Zali.

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