Pandemia

COVID, «Berna fa abbastanza per prepararsi all'autunno?»

Gli esperti prevedono un’ondata autunnale, ma la Confederazione temporeggia: «Per ora solo ipotesi»
© CdT/Chiara Zocchetti
15.05.2022 13:44

Alcuni esperti mugugnano, preoccupati per l’atteggiamento di Berna che non starebbe facendo il necessario in vista dell’autunno. Quando, con molta probabilità, ci toccherà (ri)fare i conti con una nuova ondata di Covid. E allora, si renderebbe necessaria una quarta dose di vaccino, soprattutto per le persone più fragili. Quarta dose che in realtà corrisponde a un intero preparato (detto anche secondo booster o richiamo). Ma la Confederazione temporeggia.

Lo scorso marzo, infatti, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) già frenava sul ricorso a una quarta somministrazione per l’intera popolazione. Atteggiamento confermato dal portavoce Simon Ming: «Per ora, e considerando la situazione epidemiologica, non ci sono prove scientifiche per giustificare la somministrazione di una dose supplementare a coloro che hanno già ricevuto una vaccinazione di richiamo (booster)». E aggiunge: «Non è possibile anticipare l’evoluzione dell’attuale situazione di infezione, soprattutto quella che si presenterà nell’autunno/inverno 2022. Tuttavia, la Svizzera potrebbe far fronte a un nuovo aumento stagionale dei casi effettuando una nuova vaccinazione di richiamo (ad esempio nelle persone a rischio)».

Le critiche

Ma non tutti la pensano come l’UFSP. Il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità, Lukas Engelberger, ad esempio, critica questo atteggiamento esitante. Preoccupato anche dal fatto che l’immunità dei vaccinati stia diminuendo e quindi un sollecito sarebbe necessario. Avverte che in autunno si aggiungerà la questione dei booster adattati specificamente a Omicron, oltre al fatto che la Confederazione non si vedrebbe più nel ruolo di chi impone misure, come l’obbligo della mascherina. Anche l’ex direttore dell’UFSP, Andreas Faller, avvocato specializzato in diritto sanitario, s’è detto piuttosto critico, ribadendo il fatto che lo scorso autunno la Confederazione non si sarebbe fatta trovare granché preparata. Da qui la richiesta di Faller di analizzare le mancanze commesse nelle ondate precedenti per evitare che si ripetano. Smorza i toni l’infettivologo Alessandro Diana, «Concordo con Berna, è ancora presto per prendere una decisione definitiva».

La situazione

Certo, da qualche mese la normalità è tornata in Svizzera. Niente mascherine e pochi contagi. Ma gli esperti concordano sul fatto che un’altra ondata quest’autunno arriverà. Causata dalla variante Omicron che sta imperversando in Sud Africa. Le nuove sottovarianti lì scoperte sono già arrivate anche in Europa. Inoltre non possiamo evitare di guardare agli Usa, alle prese con una risalita dei contagi: 120mila in un solo giorno a inizio maggio. Il che fa prevedere 100 milioni di casi tra l’autunno e l’inverno, il trenta per cento della popolazione. Proiezioni che si basano sul presupposto che non verranno introdotte nuove misure per contrastare l’epidemia.

I numeri

Numeri che fanno paura. Anche più vicino a noi, in Italia, si teme un nuovo picco di positivi con l’arrivo dei primi freddi. Provocato soprattutto dalle ultime due sottovarianti che hanno una straordinaria capacità di diffusione e tendono a sfuggire all a risposta anticorpale precedente. Il virologo Fabrizio Pregliasco prevede una nuova ondata in autunno che interesserà venti milioni di italiani. Il che potrebbe spingere le autorità a introdurre nuovamente delle restrizioni per contenere l’ondata dei contagi. I prossimi mesi potrebbero essere caratterizzati da un calo delle infezioni, ha detto Pregliasco, ma in autunno il Covid tornerà aggressivo e sarà bene prepararsi a quello che potrebbe accadere. Èun virus molto contagioso, più di morbillo e varicella, e quindi sui grandi numeri parecchio pericoloso. D’altro canto già l’attuale numero delle reinfezioni lo conferma.

Intanto, l’Ente europeo per i farmaci nei giorni scorsi ha annunciato la possibile approvazione di un vaccino aggiornato contro le varianti dopo l’estate. «La Confederazione-conclude Ming - ha ordinato abbastanza dosi per il 2022/23 per permettere a tutti di avere un richiamo supplementare. I cantoni competenti potrebbero, se necessario, fornire la logistica e le infrastrutture in tempi ragionevoli».

«Non è possibile anticipare l’evoluzione dell’attuale situazione epidemiologica»

I decessi

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che negli ultimi due anni quasi 15 milioni di persone siano state uccise dal coronavirus o dal suo impatto sui sistemi sanitari sopraffatti dalla pandemia, più del doppio del bilancio ufficiale delle vittime, che ammonta a 6 milioni. La maggior parte dei decessi si è verificata nel sud-est asiatico, in Europa e nelle Americhe.

Un GPS molecolare

Perdita dell’olfatto e del gusto per molti malati di Covid. Dopo la guarigione uno su dieci continua a non sentire odori e sapori. Soffrire di anosmia (deficit di olfatto) e ageusia (deficit di gusto) incide profondamente sulla qualità della vita, ma un’innovativa terapia, in grado di agire sul controllo delle alterazioni del sistema nervoso, promette di recuperare totalmente le funzioni in pochi mesi.

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