Dove i telefoni non possono entrare in classe

L’inizio dell’anno scolastico 2025/26 è stato contrassegnato in diversi cantoni - Argovia, Ginevra, Nidvaldo e Vallese e Vaud - dall’entrata in vigore di nuovi divieti dello smartphone nella scuola dell’obbligo e in certi casi anche in quella post-obbligatoria. Misure prese dalle autorità a furor di popolo, o spesso di genitori, nel tentativo di proteggere i giovani dagli effetti nefasti dei dispositivi elettronici.
In Ticino non esiste un divieto assoluto ma le direttive introdotte nel 2020 prescrivono che il telefonino debba rimanere spento e non visibile, lasciando tuttavia un minimo di discrezionalità alle direzioni scolastiche. Un’iniziativa del Centro - che verrà presentata dopodomani, martedì 2 settembre - si propone di far adottare anche nel nostro Cantone un divieto di portare lo smartphone a scuola. Una misura drastica che piace alla grande maggioranza della popolazione, secondo un sondaggio Sotomo, ma che alcuni cantoni respingono, ritenendola «un’ingerenza sproporzionata nella libertà personale degli studenti».
APPENZELLO ESTERNO
Non è previsto alcun divieto cantonale sull’uso dei dispositivi elettronici a scuola. Il Consiglio di Stato ritiene che l’uso di tablet o smartphone durante le lezioni debba essere regolamentato dai rispettivi enti scolastici e debba essere orientato agli obiettivi didattici dei vari livelli.
APPENZELLO INTERNO
Dal 2023 tutte le scuole sono dotate di iPad che vengono utilizzati a scopi didattici.
ARGOVIA
A partire da agosto 2025 nella scuola dell’obbligo è vietato l’uso di telefonini, smartwatch, tablet e laptop durante le lezioni, le pause e gli eventi scolastici. La normativa non si applica alla pausa pranzo e al tragitto casa-scuola. A sancire il divieto è stato il Consiglio di Stato, dopo che diversi istituti scolastici avevano adottato direttive in tal senso. Nel caso di Würenlos il divieto è in vigore già da 18 anni e secondo la direttrice Mirjam Frey l’esperienza è «positiva».
BASILEA CAMPAGNA
Non esiste un divieto generalizzato di utilizzo dello smartphone a scuola. Diversi istituti scolastici hanno tuttavia adottato misure restrittive.
BASILEA CITTÀ
Anche nell’altro semicantone non esiste un divieto generalizzato. Sono i singoli istituti scolastici a regolamentare l’utilizzo dei dispositivi elettronici.
BERNA
Non esiste ancora una regolamentazione cantonale. In autunno il Gran Consiglio bernese dovrà esprimersi su una mozione di Manuel Widmer (Verdi) che chiede di creare una base giuridica per consentire alle scuole di dichiararsi temporaneamente o permanentemente «senza smartphone» e di applicare tale divieto.
FRIBURGO
Dal 2017 è in vigore un regolamento cantonale che vieta l’uso di dispositivi elettronici durante l’orario scolastico, salvo autorizzazione dell’insegnante o dell’istituto scolastico. La normativa lascia un margine di manovra alle singole scuole, che possono per esempio decidere se applicare il divieto anche durante le pause. Ora una mozione chiede di uniformare le regole, introducendo l’obbligo di spegnere il telefonino dal momento in cui si entra nel perimetro scolastico.
GINEVRA
Da agosto 2025 l’utilizzo di dispositivi numerici privati non è più autorizzato, nemmeno in pausa pranzo. Per chi transige sono previste delle sanzioni, che vanno dalla confisca temporanea del telefonino alla convocazione in direzione di allievo e genitori fino all’esclusione della scuola per mezza giornata.
GIURA
A partire da febbraio 2026 entrerà in vigore un divieto totale durante l’orario scolastico. In classe potranno essere utilizzati solo i dispositivi digitali forniti dalle scuole. Nel contempo il Cantone sta portando avanti un Piano d’azione numerico che ha l’obiettivo di integrare l’insegnamento con lo sviluppo di temi quali la sicurezza informatica, lo sviluppo sostenibile o l’ambiente di lavoro digitale.
GRIGIONI
Non esiste un divieto cantonale ma alcuni Comuni non autorizzano l’utilizzo di dispositivi elettronici personali nei loro istituti scolastici. A St. Moritz il divieto di smartphone è stato introdotto già nel 2014, a Poschiavo nel 2019.
LUCERNA
In primavera il Consiglio di Stato lucernese si è detto contrario all’introduzione di un divieto generale di utilizzo dei dispositivi elettronici a scuola. «I bambini e i ragazzi devono imparare a utilizzare i media digitali», ha sostenuto il governo cantonale, secondo cui un’interdizione generale sarebbe «inefficace». Ogni istituto scolastico è tuttavia libero di adottare le regole che ritiene più opportune.
NEUCHÂTEL
A partire da quest’anno scolastico il divieto di smartphone, già largamente applicato, è stato uniformato in tutta la scuola dell’obbligo. Nel contempo prosegue la graduale introduzione dell’educazione digitale come disciplina a sé stante. A partire dal 2026 gli studenti degli ultimi due anni della scuola dell’obbligo beneficeranno di un’ora supplementare nell’orario scolastico per sviluppare le loro competenze in questo campo.
NIDVALDO
Il divieto di smartphone nella scuola dell’obbligo è entrato in vigore con l’inizio di quest’anno scolastico. Non si tratta tuttavia di un divieto assoluto. «Gli insegnanti sono incoraggiati a integrare l’uso di questi dispositivi nelle loro lezioni in modo adeguato all’età - ha spiegato Res Schmid, direttore del Dipartimento dell’educazione -. Non possiamo chiudere gli occhi davanti alla rivoluzione digitale. In particolare, dovrebbero essere affrontati temi come l’uso sicuro di Internet, la protezione dei dati, il cyberbullismo e la responsabilità personale».
OBVALDO
Dallo scorso anno scolastico nelle scuole cantonali è vietato l’utilizzo degli smartphone anche durante le pause. In cambio sono state però proposte agli allievi parecchie attività, come ping pong, biliardo, footbalino, freccette. All’inizio non tutti hanno rispettato le regole, spiega il direttore Patrick Meile alla SRF. I trasgressori sono così stati invitati a recarsi a scuola il sabato mattina per fare le pulizie. «Ha funzionato», dice Meile.
SCIAFFUSA
Non esiste un divieto generalizzato. In maggio il liceo di Sciaffusa ha deciso di vietare l’utilizzo degli smartphone anche durante le pause. Nell’arco di ventiquattr’ore gli studenti hanno raccolto circa 350 firme (su 800 allievi) per contestare tale divieto.
SOLETTA
In maggio il Gran Consiglio solettese ha respinto con 61 voti contro 33 la richiesta dell’UDC di introdurre un divieto generalizzato degli smartphone nelle scuole. La competenza in materia resta quindi alle direzioni scolastiche. «Le nostre scuole sono scuole autonome», ha detto Remo Ankli, direttore del Dipartimento dell’educazione. Va ad ogni modo precisato che già oggi nella maggior parte delle scuole solettesi gli studenti devono consegnare i propri dispositivi privati all’inizio delle lezioni.
SVITTO
A Svitto è invece stato il PS a chiedere di introdurre regole uniformi nelle scuole primarie e secondarie. Ma in febbraio il Gran Consiglio ha bocciato la proposta con 67 voti contro 30. La maggioranza ha preferito lasciare alle singole direzioni scolastiche la facoltà di regolamentare l’utilizzo dei dispositivi digitali. «Serve responsabilità, non paternalismo, servono competenze, non divieti», ha sostenuto il Centro.
TURGOVIA
Ad Arbon è dal 2016 che esiste un divieto di utilizzare dispositivi elettronici privati a scuola e sui pulmini scolastici. Nel 2024 l’UDC ha chiesto l’introduzione di un divieto cantonale ma per ora la competenza resta ai singoli istituti.
TICINO
Le direttive entrate in vigore nel 2020 prevedono che nel perimetro scolastico il telefonino debba restare spento o in modalità aereo e non visibile. Spetta ai singoli istituti decidere se vietarlo anche in pausa pranzo. Un’iniziativa del Centro vorrebbe introdurre il divieto assoluto.
URI
Il Consiglio di Stato ritiene che l’uso dello smartphone non debba essere vietato in modo generalizzato, ma accompagnato in modo responsabile, nel rispetto delle competenze delle singole scuole. «Per garantire una sicurezza reale è necessaria l’educazione ai media», afferma Georg Simmen, direttore del Dipartimento dell’educazione. «I giovani devono imparare a utilizzare i dispositivi digitali in modo consapevole, non disimparare a usarli. Chi impedisce completamente l’accesso alla tecnologia rischia anche di penalizzare coloro che a casa non ricevono un insegnamento critico al riguardo».
VALLESE
Quest’anno nella scuola dell’obbligo è stato introdotto il divieto generale di utilizzare dispositivi elettronici, anche durante le pause. Il divieto vale anche nella formazione generale e professionale, dove però le direzioni scolastiche definiscono degli spazi in cui l’utilizzo è consentito.
VAUD
Nella scuola dell’obbligo i dispositivi elettronici sono vietati già dal 2019. Da quest’anno devono essere tenuti spenti anche nelle scuole superiori e professionali. Possono tuttavia essere utilizzati durante le pause.
ZUGO
In aprile il Consiglio di Stato ha bocciato l’idea di un divieto generalizzato, definendolo «superfluo». Gli istituti scolastici - secondo il governo - hanno già oggi la possibilità di emanare regole in merito all’utilizzo degli smartphone a scuola e di intervenire in caso di violazioni. Inoltre - è stato sottolineato - la responsabilità di educare i giovani a un uso corretto dei dispositivi elettronici non va attribuita esclusivamente alla scuola ma deve coinvolgere anche i genitori.
ZURIGO
Il Consiglio di Stato zurighese invita le direzioni degli istituti scolastici a vietare l’uso del telefonino durante le lezioni e le gite. Non intende però introdurre un divieto cantonale esteso alle pause né un divieto di portare il cellulare a scuola. L’esecutivo ritiene che queste misure costituirebbero un’ingerenza sproporzionata nella libertà personale degli studenti.