E se fosse eletto Jositsch?

L’altra sera Christoph Blocher ha parlato di «provocazione». Intervenendo sulla sua Tele Blocher, l’influente ex consigliere federale UDC ha sostenuto che il ticket socialista con Beat Jans e Jon Pult è «un invito a votare qualcun altro». L’83.enne zurighese ha lodato l’operato di Willi Ritschard e Otto Stich, entrambi consiglieri federali socialisti che erano stati eletti nonostante non figurassero sul ticket del partito. Lasciando intendere che anche il prossimo 13 dicembre sarebbe buona cosa se l’Assemblea federale scegliesse il successore di Alain Berset estendendo lo sguardo oltre le indicazioni socialiste.
L’assist è per Daniel Jositsch, l’uomo che con i suoi 236’775 voti è risultato essere il parlamentare più popolare della Svizzera alle ultime elezioni federali, ma che con i suoi miseri 4 voti ha ottenuto il peggior risultato nel gruppo parlamentare socialista tra i sei candidati che si erano messi a disposizione per la corsa al Consiglio federale.
Jositsch è così stato escluso dal ticket.Ma voci riportate dalla Schweiz am Wochenende indicano che il prossimo 13 dicembre il professore di diritto penale potrebbe raccogliere ancora più voti dell’anno scorso, quando al primo turno dell’elezione del successore di Simonetta Sommaruga aveva ottenuto 58 preferenze, nonostante non fosse stato nominato dal partito.
Candidati di «ultrasinistra»
«Io avevo già votato per Jositsch l’anno scorso, quando c’era il ticket di sole donne - dice a «La Domenica» il consigliere agli Stati Fabio Regazzi (Centro) -. Penso che lo voterò anche quest’anno. Almeno al primo turno, poi vedremo come andranno le cose. Non ho nulla contro i due candidati ufficiali, li conosco entrambi e sono persone per bene. Però personalmente vedrei meglio Jositsch in Consiglio federale».
Fabio Regazzi non è il solo . Nel gruppo UDC sono parecchi i parlamentari che hanno già espresso scetticismo sul ticket socialista. Il consigliere nazionale zurighese Thomas Matter l’ha definito di «ultrasinistra», la collega Barbara Steinemann ha detto che è «poco esaltante». Mentre il consigliere nazionale ticinese Piero Marchesi preferisce attendere le audizioni per esprimere un parere definitivo.
«Il ticket socialista non mi convince molto, mi sembra che non offra una versa scelta - dice Marchesi a «La Domenica» -. Ora vedremo come andranno le audizioni, ma penso che andranno ad ogni modo valutate altre possibilità».
Il piano per eleggere un candidato «selvaggio» sarebbe abbastanza chiaro, secondo la Schweiz am Wochenende. Tutto partirebbe dal momento in cui dovrà essere confermato IgnazioCassis, secondo in ordine di tempo dopo la rielezione pressoché scontata di Guy Parmelin. I Verdi hanno presentato un candidato alternativo al consigliere federale ticinese, il friborghese Gerhard Andrey.Alcuni borghesi potrebbero preferire quest’ultimo a Cassis con il solo obiettivo di far saltare il banco. Visto che il voto è segreto, potrebbero sostenere Andrey non per mandare a casa Cassis, bensì per accusare i socialisti di non aver rispettato la formula magica e quindi in seguito «punirli» eleggendo un consigliere federale non scelto da loro. È un piano perverso ma d’altra parte non è per niente che l’elezione in Consiglio federale è preceduta dalla notte dei lunghi coltelli.
Sono «solo speculazioni»
«Mi sembrano solo speculazioni giornalistiche - taglia corto Bruno Storni, consigliere nazionale PS -. I numeri potrebbero anche dare ragione ai Verdi, ma se si vuole concedere loro un posto in Consiglio federale bisogna cambiare la formula magica. Questo lo si fa con un nuovo accordo tra la maggioranza dei partiti, non con unguizzo unilaterale che sarebbe solo declamatorio ».
Il gruppo socialista, prosegue Storni, deciderà solo dopo le audizioni se sostenere il candidato dei Verdi. «Sentiremo Andrey martedì - dice -. Vedremo cosa deciderà il gruppo. Ma personalmente non credo che ci sia la volontà di infrangere le regole che permettono al nostro partito di essere rappresentato in governo».
Non si lascia trasportare da scenari fantasiosi nemmeno il consigliere nazionale PLRAlex Farinelli.«Mi sembra prematuro esprimermi, oltre che poco rispettoso nei confronti di chi deve ancora passare in audizione - dice Farinelli -. I candidati ufficiali vanno ascoltati. Dopo ognuno sceglierà con scienza e coscienza».