Il personaggio

Fabio Degli Antoni la voce del Cantone

Lo speaker bianconero accompagnerà le gesta della squadra del Crus anche al Wankdorf
© CdT/Gabriele Putzu
Marco Ortelli
04.06.2023 10:45

Sciarpone al collo alla Pavarotti, si immagina così, Fabio Degli Antoni, dal 2017 speaker dell’FC Lugano a Cornaredo, per conservare al meglio le corde vocali. Oggi, domenica 4 giugno, infatti, la sua voce - alternata a quella dello speaker dell’YB e a una rappresentante dell’ASF - dovrà tuonare al meglio dagli altoparlanti del Wankdorf per accompagnare i momenti salienti «bianconeri» della finalissima di Coppa Svizzera. 

Una prima, l’accompagnamento a due voci più una, voluto dall’ASF sia per dare un tocco in più di festa all’evento, sia per questioni di sicurezza, come ci spiega Degli Antoni: «La mia voce all’altoparlante che dice «Famiglia bianconera, segnaliamo che…» potrebbe avere maggiori probabilità di essere ascoltata (o meno fischiata, ndr) rispetto a un «Kari amicci ticcinesi…». Staremo a sentire.

Lo incontriamo a poche ore dalla «partita dell’anno», distogliendolo per un momento dal flusso di informazioni che egli seleziona quotidianamente dal computer per diffonderle via etere nei notiziari radio della RSI, sua postazione di lavoro a Comano. «Sia alla radio sia allo stadio lavoro in diretta – osserva Degli Antoni – ma se in radio il ruolo richiede di essere «seriamente serio», allo stadio ho l’opportunità di sfogarmi», sorride il giornalista radiofonico.  

Tra un «vocalizzo» e l’altro

Ore 13:50. Formazione delle squadre. Lo speaker bianconero ha ideato qualche guizzo verbale in vista dell’evento? Il riferimento è ai tuonanti annunci inerenti all’«algerino volante» Amoura, a «Fabione» Daprelà, a «Nacho» Aliseda, le caratterizzazioni affibbiate da Fabio Degli Antoni a questi giocatori. «Certamente! Dapprima però farò notare che per la prima volta nella storia della Coppa Svizzera la voce di Cornaredo scandirà e accompagnerà i momenti della partita, soffrendo. Poi cercherò di accendere i tifosi e la squadra senza scordare di dare un saluto ai fan gialloneri. Cercherò di dare un senso di sportività a un evento che è e deve rimanere una festa del calcio». 

E come vive la partita tra il microfono acceso e il microfono spento la voce che oggi rappresenterà l’intero cantone (o quasi) in terra bernese? «Chiedilo a chi sta sotto la mia cabina a Cornaredo (sorride, ndr). Disponendo anche di un televisore, vedo anche quello che il pubblico magari non vede e così «ogni tanto» picchio i pugni, scalcio, insomma, vivo la partita con grande trasporto perché resto pur sempre un tifoso». 

Per definizione, un tifoso è acceso, se però ad accendersi è il microfono quando non dovrebbe… «Purtroppo è capitato un paio di volte, l’ho capito dalle risate del pubblico, sono talmente in trance…». 

Poi c’è l’esultanza. «Soprattutto in estate, quando grido gol vedo bianco, se vedessi il nero sarebbe peggio, vorrebbe dire che sono svenuto... poi mi ripiglio e parte subito l’annuncio». Come nella penultima di campionato contro i rivali di oggi: Naaaaacho Aliseda! Lugano 1, Young Boys... con il pubblico a gridare zerooo.

Poi c’è il dopo partita. «I problemi arrivano sempre il giorno dopo. Può succedere di rimanere senza voce per uno, due giorni. Se la partita finisce zero a zero per la voce va bene, ma già la sola presentazione dei giocatori comporta enfasi». 

Enfasi che non è passata inosservata in Svizzera. «Mi fa piacere sapere che in altri stadi oggi copiano un po’ lo slancio di Cornaredo. Ma se è vero che sono chiamato a fare «esplodere» il tifoso, oltre a far divertire la Swiss Football League esige dagli speaker che lavorino a stretto contatto con i responsabili della sicurezza dei club - nel mio caso con il team di Marco Ottini - per essere sempre pronti a gestire le varie situazioni che possono venirsi a creare».

Premesso che lo spogliatoio è sacro, a differenza magari di un giornalista sportivo il mio ruolo permette di avere un rapporto privilegiato con i giocatori e con lo staff
Fabio Degli Antoni, speaker FC Lugano

Un rapporto privilegiato

Uno speaker può aprire porte precluse a un «normale» tifoso. «Premesso che lo spogliatoio è sacro, a differenza magari di un giornalista sportivo il mio ruolo permette di avere un rapporto privilegiato con i giocatori e con lo staff». Uno speaker è sempre a contatto con le emozioni. «Che cerco di suscitarle nel pubblico per consolidare la famiglia bianconera. Non a caso, quando allo stadio annuncio il numero di spettatori parto sempre con: «In famiglia siamo in…». Uno speaker, paradossalmente visto che lavora in una stretta cabina, conosce molta gente. «Tifosi, persone che credono nella squadra e che ti permettono di capire come esse vivano visceralmente il Lugano, sette giorni su sette».

Conoscenze che sono anche all’origine del motivo per cui oggi siamo qui ad intrattenerci con Fabio Degli Antoni. «La mia avventura al FC Lugano è partita anche grazie al Lugano che gioca a pochi metri da Cornaredo. Occupandomi degli eventi hockeistici in pista, nel 2017 Michele Campana, tifoso dell’HC Lugano mi ha notato, in seguito sono stato avvicinato anche da Luca Pedroni e così, passo dopo passo, ho attraversato la strada e ho iniziato a collaborare anche con i bianconeri del calcio, dapprima affiancando Angelo Fassora e in seguito facendo «volare» via etere la mia sola voce». Qui non possiamo non evocare anche una voce divenuta iconica per i tifosi dell’Hockey e del Football Club Lugano, Vittorio Moruzzi, per decenni speaker ufficiale dei due sodalizi.

Partite dopo partite, Fabio Degli Antoni ne ripercorre mentalmente tre in particolare. «Ricordo la partita che ha segnato l’addio al club di capitan Antoine Rey in occasione dell’amichevole Lugano-Milan. Era la prima volta che mi trovavo in mezzo al campo, in uno stadio in quell’occasione stracolmo. Mi sono reso conto del potenziale che può avere Cornaredo quando è pieno di gente. In quel momento ho sentito un’ondata travolgente partire dagli spalti». Altra partita. «La prima… Europa raggiunta con Angelo Renzetti. Poter fare il disc jockey mettendo canzoni - cantandole - che sottolineassero il traguardo raggiunto è stato molto bello». Dal 2017 ogni anno un crescendo. «Il Lugano è capace di regalare sorprese. Allora come non citare la semifinale dello scorso anno contro il Lucerna!». Stop. Microfono off. 

Mentre la marea bianconera in viaggio dal Ticino e non solo verso Berna si augura che durante la partita lo speaker del Lugano intervenga almeno una volta di più rispetto al suo collega dello Young Boys, sappiamo che Fabio Degli Antoni ha appena riattivato il telefono - in modalità aereo durante la notte - per raggiungere «rilassatamente» la sua postazione al Wankdorf... 

«Prova microfono, ok»; «Prüfung des Mikrofons, es funktionert»... 

Ore 13:50. Azione: «Popolo luganese, popolo bianconero, benvenuti qui: al Wankdorf di Berna...». (A microfono spento: «Tochém fer»).