I tifosi

Fedelissimi in viaggio

Al Wankdorf c’è un popolo intero a tifare i colori bianconeri, da Riva San Vitale alla Vallemaggia la carica dei Fans Club ufficiali
Marco Ortelli
Andrea Bertagni
Marco OrtellieAndrea Bertagni
15.05.2022 06:00

La finale nel cuore. Comunque vada. Anche se... anche se è ora «di riportare la Coppa Svizzera in Ticino». È un popolo intero ad essersi spostato oggi a Berna. Per la partitissima. Un popolo bianconero fino al midollo. Di fedelissimi. Di persone che non si perdono mai una partita. A Cornaredo. E ovunque capiti l’occasione. Entusiasmo, passione, cori, sciarpe e bandiere. Ma anche fiducia. Nell’impresa. Da Riva San Vitale a Biasca, da Lugano alla Vallemaggia, oggi al Wankdorf ci sarà anche un pezzo di Ticino. Per aiutare i ragazzi di Mattia Croci-Torti a sconfiggere il San Gallo. Sei anni dopo l’ultima finale. Persa.

Sul vagone dal Mendrisiotto

Ma oggi è un’altra storia. C’è un altro capitolo da scrivere. Nella storia bianconera. Una storia che Davide Bernasconi, presidente del Fans Club Riva San Vitale, uno dei sette Fans Club ufficiali, conosce bene. «Noi saremo in 70, prenderemo i treni speciali organizzati dalla società. Da Riva a Lugano con il TILO, poi in carrozza con tutti gli altri».

Bernasconi non vede l’ora. Freme. Pensa. Sogna. Un vortice di emozioni che lo porta a essere ottimista. «Oggi la possibilità di vincere è concreta - dice - anche se in verità siamo arrivati alla finale di Coppa Svizzera un po’ in emergenza con tutti quegli infortuni capitati nei giorni scorsi ai nostri giocatori». Bernasconi spera e come lui il sodalizio che presiede, fondato nel 2016 e che oggi annovera 150 soci. Ma sopratutto è fiero di avere i fratelli Muci come concittadini. Da Riva San Vitale all’FC Lugano. Un salto, un cammino. Seguito a distanza e con passione da una comunità intera.

E chissà che non possa essere proprio lui, Nikolas Muci a firmare l’impresa, magari subentrando nella ripresa... chissà. Di sicuro, non andranno invece al Wankdorf i soci del Lügan Club Viganello. Un club formato da una novantina di appassionati in là con gli anni e quindi difficilmente inclini a spostarsi. «L’entusiasmo è comunque alto - afferma il presidente Ugo Perseghini - tanto che saremo una trentina a seguire la partita in diretta nella nostra sede al ristorante della Posta». I soci si metteranno a tifare dopo il pranzo offerto. Perché il tifo non ha età. Così come il cuore. Se è bianconero lo è sempre. Anche davanti a un televisore.

Vinciamo noi 2 a 0 con reti di Bottani e Celar
Aaron Pezzi, presidente Fans Club Noi Bianconeri-Locarnese e Vallemaggia

Dalla Vallemaggia con furore

Sono invece quasi 200 i tifosi bianconeri partiti oggi con il Fans Club Noi Bianconeri-Locarnese e Vallemaggia, presieduto da Aron Piezzi. «Più passavano i giorni, più la finale si avvicinava, più ci siamo accorti che crescevano l’entusiamo e l’interesse», precisa Piezzi. Dalla Vallemaggia al Wankdorf. Andata e ritorno. Con i treni speciali. Ma anche con un bus noleggiato per l’occasione. Che ha raccolto i tifosi valmaggesi e li ha portati alla stazione di Bellinzona. Il Fans Club Lugano più Ovest del cantone conosce bene il clima di una finale. «Molti di noi sono stati al Wankdorf nel 1992 e 1993, e poi a Zurigo nel 2016», annota Piezzi. Il bilancio oggi non è a favore. Perché le sconfitte sono state due su tre.

Ma non importa. Non più. Perchè oggi è tutta un’altra partita. Lo sa bene anche Piezzi. Che non a caso è ottimista. «Vinciamo noi 2 a 0 con reti di Bottani e Celar». Il popolo bianconero se lo augura. Così come i fedelissimi della Vallemaggia. Che ogni anno organizzano molti eventi. Anche con i giocatori. Al motto «Noi non molliamo mai».

Da Airolo a Biasca

Da Ovest a Nord. Dalla Vallemaggia alle Tre Valli. Dove sta di casa un gruppo di tifosi del Lugano che non si perde mai una partita. Figurarsi una finale di Coppa Svizzera...«Ai tempi anche ad Airolo c’era un Fans Club», ricorda Sandro Vanina, presidente del Tre Valli Fans Club. Giorgio Genucchi è vice. Aldo Vanina è segretario di un sodalizio che comprende 187 soci. Molte le attività così come i momenti di ritrovo. Come le assemblee e le cene sociali, a cui partecipano anche i giocatori e i dirigenti della prima squadra.

«Seguiamo tutte le partite a Cornaredo - osservano i tre promotori del gruppo - mentre organizziamo due trasferte all’anno». E a Berna? «Ovviamente presenti. Come già a Thun, nei quarti di finale, quando per l’occasione avevamo già organizzato la trasferta in bus». Partenza da Biasca alle 8 con 50 appassionati belli carichi. «C’e fermento», precisa Vanina. «E anche un po’ di ansia», gli fa eco Giorgio Genucchi. «Vinciamo 2-0», pronostica il cassiere Aldo Vanina, che in cassa spera così di aggiungere anche un nuovo trofeo. Fermento, ansia e un pizzico di ottimismo. Sono questi oggi i sentimenti che animano e animeranno i tifosi. Che si accalcheranno in curva. E faranno sentire la loro voce.Quella di una Città che vuole la Coppa. Che la desidera. Arde e freme. Perchè mai come oggi l’impresa sembra possibile. Per più ragioni.

Siamo orgogliosi di essere riusciti a portare dal Brasile Paulo Andrioli, mentre a rappresentare il ’68 ci sarà Vincenzo Brenna
Paolo Ortelli, presidente Club Sostenitori FC Lugano

«Luuuuuugaaaaanooo»

Alle partite in casa il suo grido che si alza dalla tribuna vecchia dello stadio è ormai riconoscibile da tutti. «Luuuuuugaaaanooo». Paolo Ortelli è presidente del Club Sostenitori FC Lugano, un’ottantina di membri che annualmente porta alla società circa 100 mila franchi. Ma è anche un uomo con il Lugano nel cuore. Da sempre. «Siamo ottimisticamente preoccupati», esordisce pensando alla partita. Non la prima per lui. Visto che c’era già nel ‘92’, ’93 e 2016. «C’è entusiasmo e la cosa mi piace moltissimo - riprende Ortelli -. Credo che la gente abbia capito che questa squadra sia giunta a una sorta di apice ed è come se volesse che i giocatori che hanno contribuito alla rinascita del FC Lugano venissero premiati». Sì, perché quella di oggi sembra proprio l’appuntamento con la a maiuscola. La tappa finale di una cavalcata. Che ha radici lontane. E a cui manca la classica ciliegina.

Il Club dei Sostenitori ha gestito direttamente circa 120 biglietti e a Berna si muove sia con auto private, sia con un pullman di 60 persone. Tra di loro ci sono anche alcune vecchie glorie. «Siamo orgogliosi di essere riusciti a portare dal Brasile Paulo Andrioli, mentre a rappresentare il ’68 ci sarà Vincenzo Brenna».

«Porteremo a casa la Coppa»

Non si è invece organizzato il Paradiso Fans, club che ha preferito lasciare ai soci, quando è stato fondato, alcuni anni fa, vicino ai 100 appartenenti, la libertà di scegliere la modalità di spostamento. ABerna ci sarà sicuramente il segretario e cassiere, Stefano Besomi. «Prenderò il treno speciale e riguardo al risultato finale della partita le mie sensazioni sono positive». Besomi non fa fatica a sbilanciarsi. Non teme insomma la scaramanzia. «Porteremo a casa la Coppa», è il suo commento.

«Bisögna vingiala»

Ivan Fontana, presidente portavoce del Lügan Fans Club Capriasca fondato nell’ottobre del 2016, racconta invece come in poche ore abbia riempito il pullman a due piani per la trasferta a Berna. «Partenza alle 8 di mattina e questa volta, visto l’orario di inizio, niente pranzo per strada ma un servizio catering piuttosto nutrito (vino compreso, portato dal socio e produttore Sandro Mazzola, omonimo del leggendario capitano dell’Inter, ndr)». Il Club capriaschese comprende 115 soci «presenti in buona parte alle partite a Cornaredo, mentre durante l’anno organizziamo dalle due alle tre trasferte comprese nella tassa sociale di 60 franchi», fa presente il presidente. Il pronostico? «No, pronostici non ne faccio mai, ma bisögna vingiala».

Da sapere

La Coppa Svizzera anche detta Trofeo Sandoz porta il nome del banchiere losannese Aurèle-Gilbert Sandoz (1884-1952). Pesante quasi 7 chili, nel 1925, anno della prima edizione, venne donata dal banchiere all’Associazione svizzera di calcio e di atletica, allora in cattive acque finanziarie e da allora viene consegnata al capitano della squadra vincente. Finora sono state 16 le squadre ad aggiudicarsi il trofeo Trofeo Sandoz.

Fino al 1983 compreso in caso di pareggio la finale andava ripetuta. Caso capitato 10 volte con record di ripetizioni nel 1948, quando La Chaux-de-Fonds e Grenchen si sono incontrate 3 volte con i Montagnard ad aggiudicarsi gara-3 per 4-0. La finale più frequente è stata giocata tra Grasshopper e Servette, 7 volte, con le cavallette che detengono anche il primato di vittorie, 19. Il Lugano ha disputato finora 8 finali vincendone 3.

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