Finisce la Grande guerra sul fronte italo-austriaco

«Gli avvenimenti precipitano con una rapidità e con una grandiosità tali che danno le vertigini. Non si può più fermarsi sulle singole e successive fasi; non c’è che una sintesi finale che colpisce e ci trasporta l’anima e la mente in un’atmosfera carica di emozioni che pare di sogno: “La guerra d’Italia è vinta, definitivamente vinta” con tutta la somma gloriosa di aspirazioni che hanno costato secoli di martirio, che dal 1815 in poi e proprio nell’Italia e proprio contro l’Austria-Ungheria avevano trovato il focolare sacro della rivolta». Con queste parole, sotto il titolo «Trento, Trieste ed Udine occupate dagli italiani – La firma dell’armistizio e la cessazione delle ostilità coll’Austria», il 4 novembre del 1918 il «Corriere del Ticino» annunciava la conclusione della Grande guerra sul fronte italo-austriaco. Alla Prima guerra mondiale la parola fine venne poi messa definitivamente il successivo 11 novembre, quando entrò in vigore l’armistizio imposto dagli Alleati alla Germania, l’ultimo tra gli Imperi centrali a deporre le armi. La delegazione dei vincitori, guidata dal maresciallo francese Ferdinand Foch, e quella tedesca firmarono l’armistizio su un vagone ferroviario nei boschi di Compiègne, località situata a un’ottantina di chilometri a nord di Parigi. Lo stesso vagone venne poi utilizzato il 22 giugno del 1940, di nuovo a Compiègne, da Adolf Hitler per la firma della resa della Francia sconfitta dalle truppe della Germania nazista, dopo di che fu trasferito a Berlino e andò distrutto sul finire della Seconda guerra mondiale.
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