Salute

Gli alberi salvano la vita

Nelle città più malattie cardiache e morti premature – «Le previsioni basate sulle emissioni attuali rivelano che le malattie e la morte legate al caldo diventeranno in futuro un onere maggiore per i nostri servizi sanitari
© CdT/Chiara Zocchetti
Mauro Spignesi
21.05.2023 06:00

Un albero può salvare una  vita. Lo dice uno studio pubblicato recentemente sulla rivista scientifica The Lancet e realizzato dall’Istituto di Barcellona per la Salute Globale (ISGlobal). La ricerca spiega che oltre il 4 per cento dei decessi nelle città durante i mesi estivi, quando la temperatura sale vertiginosamente, è legata al caldo; complice principale di mortalità prematura non solo nella popolazione anziana, e capace di scatenare malattie cardiocircolatorie e moltiplicare i ricoveri ospedalieri. Nello studio si prendono in considerazione la densità della popolazione, superfici impermeabili, edifici, strade, copertura dell’asfalto, di 93 città europee, comprese Ginevra, Basilea e Zurigo. E poi viene calcolata la differenza di temperatura tra città e aree circostanti. In pratica quelle che vengono chiamate «isole di calore urbane» (UHI). Gli effetti dei cambiamenti climatici registrati in questi anni potrebbero - fanno notare i ricercatori - essere arginati da una maggiore copertura di alberi, soprattutto nelle città. 

Le temperature urbane

La ricerca del pool internazionale di ricercatori ha stimato i tassi di mortalità dei cittadini residenti di età superiore ai 20 anni nelle città prese a campione (totale: 57 milioni di abitanti), tra giugno e agosto 2015, e ha raccolto ed elaborato dati sulle temperature quotidiane.  I risultati dicono che i grandi agglomerati urbani sono in media più caldi di 1,5 gradi rispetto alle campagne circostanti. «In totale, 6.700 morti premature potrebbero essere attribuite alle temperature urbane più calde, il 4,3% della mortalità totale durante i mesi estivi e l’1,8% della mortalità durante tutto l’anno. Un terzo di questi decessi (2.644) avrebbe potuto essere evitato aumentando la copertura arborea fino al 30%, riducendo così le temperature», spiega un servizio dell’Ansa relativo allo studio. Per quanto riguarda le città svizzere prese in considerazione affiora che d’estate a Zurigo la temperatura è di 1,6 gradi (con picchi di 2,50) oltre la media, a Ginevra di 1,17 gradi (picco 1,62) e a Basilea di 1,61 (picco 2.07). Il tasso di mortalità delle isole di calore attribuibile (morti/100.000 abitanti) a Zurigo è del 7,9 a fronte di una «copertura arborea» del 12 per cento, a Ginevra del 7,2 (copertura 14 per cento) e a Basilea sale sino al 20,5 (23 per cento).  In linea teorica a rischio nelle tre città elvetiche c’è oltre l’80 per cento della popolazione.

La conformazione delle aree cittadine

Nello studio poi si mette in evidenza che non sempre è possibile, a causa della loro conformazione e dello sviluppo urbanistico, piantare ancora alberi . Ma grazie alla tecnologia è possibile tuttavia, si suggerisce, prendere in considerazione altre iniziative come lo sviluppo di tetti verdi, o i famosi giardini verticali sulle facciate delle case che ormai sono diventati di tendenza. «Non si tratta solo di aumentare gli alberi in città, ma anche di come vengono distribuiti», ha spiegato Mark Nieuwenhuijsen, direttore dell’Urban Planning, Environment and Health di ISGlobal. Lo studio, ancora, mette in rilievo - ed è un monito agli amministratori -  la necessità di preservare e mantenere gli alberi già esistenti perché rappresentano una risorsa preziosa, un antidoto al riscaldamento globale e un bilanciamento alla crescita urbana. «I nostri risultati - è scritto nell’introduzione della ricerca - hanno mostrato gli effetti deleteri degli UHI sulla mortalità e hanno evidenziato i benefici per la salute dell’aumento della copertura degli alberi , che si tradurrebbe anche in città più sostenibili e resilienti al clima».

Più zone verdi per la salute

È necessario correre ai ripari. «Le previsioni basate sulle emissioni attuali rivelano che le malattie e la morte legate al caldo diventeranno in futuro un onere maggiore per i nostri servizi sanitari», ha spiegato la ricercatrice Tamara Iungman. Ha aggiunto, in una dichiarazione apparsa nel sito dell’Istituto di Barcellona, Antonio Gasparrini, professore di Biostatistica ed Epidemiologia alla London School of Hygiene & Tropical:«La vulnerabilità al calore cambia da città a città a seconda di diversi fattori. Comprendere i vantaggi di politiche come l’aumento della copertura arborea può aiutare a informare le azioni per ridurre i rischi e prevenire le morti evitabili, in particolare con i cambiamenti climatici». 

In questo articolo: