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Gli ambientalisti rinunciano al referendum sul lupo

Germano Mattei: «È meglio così, era inutile»
Giorgia Cimma Sommaruga
15.01.2023 11:00

La battaglia del lupo non passerà dalle urne. La notizia ufficiale è arrivata ieri, sabato, con un comunicato congiunto delle associazioni ambientaliste: Pro Natura, WWF Svizzera, BirdLife Svizzera e Gruppo Lupo Svizzero (GLS) rinunciano a un referendum contro la revisione della legge sulla caccia. « La legge che è uscita non è proprio quello che ci aspettavamo - spiega Sissi Gandolla, presidente WWF Ticino -, tuttavia quello che per noi è più importante è che ci sia un dialogo». Nel dicembre 2022, scrivono le associazioni, la Confederazione ha «perso l’occasione di approvare una legge tecnicamente convincente» che avrebbe permesso di regolamentare i lupi in relazione ai danni e quindi avrebbe affrontato le sfide dell’economia alpestre «in modo più efficace», si legge nel documento degli ambientalisti.

«Prima che la legge entri effettivamente in vigore comunque - osserva Gandolla - passerà ancora del tempo, dunque è ancora possibile andare nella direzione che vogliamo noi, la legge non mette in pericolo la popolazione dei lupi e ci lascia ancora margine di manovra per lavorare ad una coesistenza il più possibile favorevole per tutti». Nel frattempo, c’è da ricordare, proprio a dicembre sono arrivati 5,7 milioni di franchi supplementari che il Parlamento federale ha voluto mettere a disposizione dei Cantoni per misure di protezione.

Una richiesta di protezione

Il fattore decisivo è la regolamentazione: le associazioni ambientaliste invocano un’ordinanza sulla caccia che non metta in pericolo la popolazione del lupo e rafforzi ulteriormente la tutela delle greggi, nonché la sua attuazione congiunta da parte di alpigiani, agricoltori, guardie forestali, ambientalisti, cantoni e comuni. «Il lupo appartiene alla fauna autoctona e la Svizzera si impegna a proteggerlo», prosegue il comunicato. Sulla base della legge rivista, la coesistenza di persone e lupi è possibile, purché si rispettino le condizioni di tutela menzionate in Parlamento. Pertanto - continua la nota - «non sono consentite zone libere dal lupo e la rimozione di branchi interi si rende possibile solo in casi eccezionali. Continuerà anche a essere vietato l’abbattimento nelle bandite di caccia, e il periodo di regolazione dei lupi in inverno verrà addirittura ridotto di due mesi rispetto alla situazione odierna».

«La norma attuale vieta l’abbattimento nelle bandite di caccia, il periodo di regolazione in inverno verrà ridotto»

«Si perdeva solo tempo»

Le associazioni ambientaliste continueranno ad impegnarsi in questa battaglia, «ma per fortuna si sono fermate di fronte alla possibilità della raccolta firme - interviene Germano Mattei, copresidente dell’Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori -. Il fatto di rinunciare al referendum annunciato è più che opportuno, in quel modo si perdeva solo tempo, ed era un insulto per il territorio e gli allevatori».

Secondo Mattei infatti «aspettare fino ad aprile, il termine per il deposito delle firme raccolte, sarebbe stato troppo in là. Invece con la rinuncia già a fine mese ci sarà la svolta legislativa ». A questo riguardo, infine, le associazioni per la tutela del predatore «si impegneranno - conclude la nota - affinché i Cantoni sanzionino il recente aumento degli errori di tiro: la revisione della legge sulla caccia non esonera i Cantoni dall’obbligo di applicare correttamente le regole decretate in materia».

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