Imprese

Gli sci «made in Leventina» che arrivano dalla Valtellina

Luigi Venini ha trasferito la sua azienda a Giornico, dove produrrà per marchi svizzeri: «Qui ci sentiamo già a casa»
Luigi Venini con un cliente d'eccezione
Andrea Stern
Andrea Stern
12.10.2025 14:30

È sicuramente già capitato a parecchi sciatori, magari senza accorgersene, di affrontare i pendii innevati della Leventina sugli sci che da quest’anno vengono prodotti poco più a valle, a Giornico, dove si è insediata un’azienda forse poco conosciuta al grande pubblico ma che da decenni contribuisce a forgiare il mondo degli sport invernali. «Abbiamo iniziato nel 1972, rilevando una piccola azienda che produceva sci d’acqua e sci da neve - racconta Luigi Venini, fondatore di Venini Sport -. Per me è stata una scelta dettata dalla passione, arrivavo dalle competizioni e vedevo l’imprenditoria come una naturale evoluzione. Abbiamo continuato su quella strada fino al 2010, quando abbiamo cessato la produzione di sci d’acqua per concentrarci sull’equipaggiamento invernale. Ora, con il cambio generazionale e il passaggio di consegne a mio figlio Giovanni, abbiamo deciso di fare un passo successivo e trasferire tutta l’azienda in Svizzera. Del resto buona parte della nostra clientela è svizzera e noi stessi ci sentiamo molto svizzeri, come modo di pensare e lavorare».

Trovati collaboratori «molto validi»

Il trasloco da Nuova Olonio - località situata tra la punta nord del lago di Como e l’imbocco di Valtellina e Valchiavenna - è ormai quasi ultimato. Luigi Venini e suo figlio Giovanni hanno trasferito tutti i macchinari in uno stabilimento della zona industriale di Giornico in cui trovano posto anche alcune attività dell’imprenditore Dario Somazzi.

«Contiamo di essere pienamente operativi entro la fine di novembre - spiega Venini -. È un trasferimento non da poco, per il quale abbiamo investito circa 2,5 milioni di franchi. Ma siamo convinti di aver fatto la scelta giusta. Il primo impatto è ottimo. Già solo a livello di accoglienza e di disponibilità di personale. Nella regione abbiamo trovato dei collaboratori molto validi nella falegnameria, persone preparate e precise che hanno voglia di lavorare. Siamo convinti che Giornico offra le condizioni ideali per la nostra attività».

Mettere radici nel territorio

Il nome Venini, si diceva, non è conosciuto al grande pubblico. Perché si tratta di un’azienda che produce per conto terzi, un’azienda OEM, per dirla nel gergo tecnico, che sviluppa e produce sci per clienti che poi si occupano di commercializzarli con un proprio marchio. «Sono clienti in maggioranza svizzeri - precisa Venini - che vendono sul mercato locale ma che si proiettano anche all’esportazione, in Europa, in America del Nord, persino in Cina. Il nostro target principale è il mondo intero. Tuttavia, una volta che saremo definitivamente installati a Giornico intendiamo aprire anche un reparto per servire localmente la valle. Offiremo sci a chilometro zero».

Un legame con il territorio cui Luigi e Giovanni Venini tengono molto, perché nonostante uno sguardo aperto al mondo vogliono restare una realtà con i piedi ben radicati per terra. «Noi non puntiamo ai grandi numeri - riprende Luigi Venini -. Per l’anno prossimo contiamo di produrre 2’500 paia di sci, nel giro di cinque anni vorremmo arrivare a 7/8’000- Non di più. La nostra priorità è mantenere un elevato standard qualitativo. A maggior ragione ora che i nostri sci porteranno la bandiera svizzera. Vogliamo proporre sci di qualità ma comunque accessibili. Non siamo la Rolls Royce o la Bentley, preferisco considerarci la Audi dello sci alpino».

Una famiglia «alpina»

Una realtà che gestisce tutto in casa, dal disegno dei modelli alla lavorazione del legno, dallo stampaggio del materiale composito alla rifinitura, finanche al collaudo, di cui si occupa l’altro figlio di Luigi Venini, Pietro, maestro di sci con brevetto federale svizzero a Crans Montana.

«Siamo nati dall’altra parte delle montagne ma la nostra famiglia si è sempre sentita molto vicina alla Svizzera - ribadisce Luigi Venini -. Siamo davvero felici di essere riusciti a trasferire la nostra attività qui a Giornico, anche grazie all’aiuto di Michele Guerra dell’Ente regionale di sviluppo e dell’imprenditore Dario Somazzi, con il quale condividiamo gli spazi».

Lo sguardo verso Carì

Ora si attende solo la prima neve per prendere gli sci e andare a provarli sulle montagne leventinesi. «La nostra stazione sciistica di riferimento sarà sicuramente Carì - conclude Venini -, ma contiamo di frequentare anche Airolo. Abbiamo già diversi amici leventinesi con i quali contiamo di andare a sciare. C’è anche un gruppo di scialpinisti della Valle Bedretto che usa da anni i nostri sci. Per noi, la Leventina è già casa nostra».

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